Entrano oggi in vigore le modifiche al decreto sulla qualita’ delle acque che hanno introdotto il limite di concentrazione massima per il Cromo esavalente nell’acqua dei nostri acquedotti: sinora il limite normativo faceva riferimento al Cromo totale (50 µg/l), da oggi occorrerà valutare anche il Cromo esavalente, elemento cancerogeno e che costituisce gran parte del Cromo totale presente nelle acqua.

Quando i valori di tale elemento superano la concentrazione di 10 µg/l, come accade per molti dei pozzi di Cernusco, occorre effettuare la valutazione anche del Cromo esavalente i cui limiti massimi sono fissati in 10 µg/l, valore al di sopra del quale occorre la caratterizzazione del sito e l’analisi del rischio,

Avevamo già segnalato come nell’acqua di Cernusco si rilevi da tempo una concentrazione elevata di Cromo, specie per i pozzi della zona Ovest della città, con valori medi spesso molto vicini ai limiti normativi e che neppure i trattamenti riuscivano ad abbattere. I pozzi di Melghera e Vespucci  dal 2015 non risultano più attivi, secondo le informazioni fornite dalla ASL (ora ATS) che verifica la qualità dell’acqua fornita dal gestore del servizio. E proprio il mese scorso si sono conclusi i lavori di adeguamento degli impianti di filtraggio e trattamento dei pozzi di via Buonarroti e via Verdi.

I dati sulla qualità dell’acqua di Cernusco, per il Cromo in particolare, si fermano al 2015, quelli del 2016 non sono ancora disponibili e, comunque, arrivano solo dalla ATS dal momento che CAP Holding pubblica solo quelli dell’etichetta dell’acqua che non comprendono il cromo, sebbene negli anni scorsi si fosse impegnata, sottoscrivendo  Carta d’intenti dell’acqua promossa dal nostro comitato, a rendere disponibili un maggior numero di indicatori.

Il comitato Bene Comune Cernusco chiede che fra i primi atti dell’Amministrazione che andrà ad insediarsi il prossimo 17 luglio sia inserita l’informazione sulla qualità dell’acqua della nostra città rendendo noti i valori relativi alle concentrazioni di Cromo (totale ed esavalente) e degli altri inquinanti presenti nell’acqua dei pozzi di Cernusco. Tali informazioni vanno richieste al gestore del servizio, insieme alle indicazioni del numero dei pozzi attivi, degli impianti di trattamento e dei dati sull’efficienza del servizio.

Sarebbe un segnale di concreta attenzione  verso Acqua ed informazione, beni comuni essenziali che chi amministra è chiamato a tutelare.

 

 

 

 

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