Quattro passi nel bosco del Fontanone

Bastano quattro passi dalle case e sei nel bosco del Fontanone.

Praticamente un bosco in città, come si vede dalla foto aerea, a cui si arriva anche con la pista ciclabile dal margine meridionale di via Falcone e Borsellino.
Un’area riforestata che segue il profilo di un antico fontanile, il Fontanile di Lodi, già segnalato nel catasto di Carlo VI del 1721 e in quello del 1865, proprio per la fondamentale importanza per l’agricoltura che avevano queste emergenze di acqua, tipiche della pianura padano-veneta. L’acqua della falda freatica riesce a risalire in superficie perché i livelli impermeabili che la racchiudono tendono a ridursi ed innalzarsi lungo il margine meridionale padano sino ad emergere in una particolare fascia della pianura chiamata appunto la fascia dei fontanili. Il fontanile di Lodi era attivo sino agli anni sessanta, poi l’attività estrattiva della vicina cava ne ha cancellato completamente l’esistenza.

La perdita di questa emergenza ambientale, che dà origine ad un microclima che favorisce l’insediamento di flora e fauna peculiari e che era utilizzata per l’alimentazione di rogge e canali, ne ha determinato anche la rimozione semantica, dal momento che il bosco vicino ha cominciato ad essere chiamato del “Legionario” oppure “parco verde delle allodole“: un’area che è parte del verde pubblico di Cernusco, l’unica – insieme al bosco di cascina Torriano Guerrina – che è riconosciuta e mappata come bosco nel Piano di Indirizzo Foresta della Città Metropolitana, ma che non è mai diventata come il famoso bosco in città milanese.

I boschi urbani sono difficili da gestire, perché hanno bisogno di attenzioni e manutenzione, ma rappresentano un patrimonio inestimabile per la comunità, spiace quindi vedere le condizioni del bosco del Fontanone che, pur essendo stato oggetto di un importante intervento di manutenzione solo due anni fa, è praticamente in stato di abbandono: i sentieri quasi ricoperti e cancellati, la segnaletica sbiadita, ma soprattutto le piante infestate dalle larve di Ifantria ed il sottobosco infestato da fitolacca.

larve di Ifantria

albero infestato da Ifantria

fitolacca

Per non parlare delle condizioni in cui sono le panchine o la struttura di tronchi installate solo tre anni fa.

 

Non cè più alcuna manutenzione, tant’è vero che lo stesso sindaco Ermanno Zacchetti finisce per ringraziare la Protezione Civile per aver ripulito i sentieri dagli alberi caduti. E solo grazie all’intervento dei volontari della Protezione Civile che è quindi possibile attraversare il bosco del Fontanone, altrimenti  impraticabile.

Eppure la manutenzione è compito dell’amministrazione comunale, ma ci chiediamo se e quando venga effettuata viste le condizioni di abbandono in cui versa il bosco.

Nel contempo  segnaliamo che questo bosco rientra nell’ambito del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Est delle  Cave  all’interno del quale è stato realizzato il progetto di recupero che però ha mancato sia l’obiettivo di farlo diventare uno degli elementi di forza che quello di migliorarne le condizioni.

Il parco del Fontanone, insieme al parco degli Aironi ed al sistema delle aree verdi pubbliche di Cernusco, hanno bisogno di risorse finanziare ed umane, ma soprattutto di essere messi al centro di un progetto in cui la comunità si riconosce e della volontà di realizzarlo.

 

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3 commenti

  1. Sergio Pozzi

    L’ analisi, secondo lo stile consolidato di questo sito, è rigorosa, sufficiente a capire, non esente da critica. Mi si permetta di esprimere alcuni concetti, inattesa di un “libro bianco” più analitico e approfonditito. 1) Il Sindaco fa un giretto nel Bosco e non si accorge minimamente della grave vegetazione altamente inquinante, non autoctona (era l’accusa principale agli “ignoranti” che negli anni ’70 lo hanno voluto) creciuta a dismisura in due anni perchè malamente estirpata. 2) la natura si è ripresa il maltolto in brevissimo tempo (già denunciato e dimostrato) riappropriandosi del sottobosco malamente pulito sentieri propri e impropri compresi. 3) Gli errrori progettuali sono emersi con le loro ccontraddittorietà. 4) Il nome del Bosco e le vicende legate, sono semplicemente rdicole (già denunciate). 5) Il Bosco è diventato “foresta” nel Piano Forestale Metropolitano con vincolo definitivo: chi ringraziare se non i preveggenti? 6) Il Bosco è Cupo e sostanzialmente impraticabile nonostante i “point” d’interesse (!?): in questo stato me ne guardo bene dal condurvi i miei Nipoti. 7) …….

  2. elena maria chiara sirtori

    Sono forse un po’ acida, ma tutto questo entusiasmo del sindaco mi sembra eccessivo.
    Certo il sentiero è bello, perfino romantico e potrebbe trarre in inganno.
    Certo se non sei competente tanto da distinguere piante infestanti e non -come da voi descritte- non è del tutto colpa sua.
    Ognuno ha le proprie ignoranze.
    Anch’io non saprei vedere queste differenze, se qualcuno non me le spiegasse.
    Però quelle “ragnatelone ” da infantria le vedrebbe perfino un cieco, insospettirebbero perfino il re degli ignoranti.
    Il sindaco non ha notato?
    Da quale parte è passato?
    Una visitina più accurata no?
    Se lui non è in grado di capire si affidi a chi è specializzato.
    Invece di dare informazioni monche.
    Non basta l’entusiasmo a risolvere certe situazioni.
    Grazie a tutte quelle persone che, senza essere sindaci o tecnici specializzati e pagati dall’Amministrazione Comunale, senza nessun ritorno- economico o di visibilità- si danno da fare impiegando tempo, pazienza e quant’altro.
    Grazie a tutti .
    Elena M.C. Sirtori

  3. Roberto

    D’accordo con l’articolo: in effetti progetti come quello condotto due anni fa hanno il (solo?) obiettivo di intercettare i fondi (es. fondazione Cariplo) pro-progettisti , poi non si prevede nessuna manutenzione (e si vede benissimo attraversando il bosco)!