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Il pozzo di via Firenze o della tutela degli interessi generali

ubicazione pozzo via Firenze ed area di rispetto

Verrà discussa al punto 9 dell’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario di lunedì 12 giugno la richiesta di “ridelimitazione con criterio temporale della zona di rispetto del pozzo pubblico ad uso idropotabile sito in via Firenze” 

Dietro questa formulazione asettica c’è la richiesta della società Tregenplast, una società che ricicla plastiche, di ridurre l’areale di 200 metri che costituisce la zona di rispetto posta intorno al pozzo di acqua potabile di via Firenze in modo da poter utilizzare in quell’area un capannone industriale come nuovo deposito di rifiuti plastici.

Si tratta di una questione molto delicata: l’area di rispetto intorno ai pozzi serve proprio a limitare i fattori di rischio, come quelli legati ad esempio ad uno stabilimento industriale, potenziale causa di infiltrazioni e quindi di contaminazione della zona di emungimento dell’acqua.

Per questo intorno ai pozzi dell’acquedotto la normativa impone un’area di dieci metri di raggio di tutela assoluta che deve essere adeguatamente protetta ed una zona di rispetto, costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, di forma circolare e dimensione fissa, pari ad un cerchio di 200 m di raggio avente il centro nel punto esatto della colonna di captazione.

Questa è la situazione di tutti i pozzi di Cernusco, anche del pozzo di via Firenze interessato dalla richiesta di variazione.

Il pozzo di via Firenze (150700011) è attivo dal 1985, è profondo 151 metri e presenta tre livelli di captazione dell’acquifero più profondo a 78 mt, da 100,50 a 101,50 e poi da 134,5 a 137 mt. Questo acquifero, da cui si attinge l’acqua che arriva nelle nostre case, risulta isolato dalle infiltrazioni grazie a livelli di argille impermeabili che però possono non essere continue e dunque eventuali inquinanti possono raggiungere comunque i livelli più permeabili ed essere causa di contaminazione. Per questo sono state istituite le aree di tutela e rispetto in modo da evitare che infiltrazioni arrivino ad interessare la zona di captazione.

Nella zona di rispetto la normativa impone che l’attuazione di eventuali interventi e attività sia “subordinata all’effettuazione di un’indagine idrogeologica di dettaglio che porti ad una riperimetrazione di tali zone secondo i criteri temporale o idrogeologico … o che, comunque accerti la compatibilità dell’intervento con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dia apposite prescrizioni sulle modalità di attuazione degli interventi stessi”. 

Quindi proviamo a ricostruire cosa è accaduto: all’ufficio tecnico del comune arriva la richiesta della Tregenplast di poter utilizzare un capannone per un deposito di rifiuti plastici, l’ufficio tecnico segnala che si trova nell’area di rispetto di 200 mt dal pozzo, la società chiede all’amministrazione di variare la zona di rispetto secondo un criterio “temporale”, richiesta ripresa e valutata congrua dall’amministrazione che porta la discussione in consiglio comunale per far approvare tale variazione.

Non abbiamo potuto valutare l’indagine idrogeologica di dettaglio e l’analisi a corredo della richiesta della Tregenplast che attesti la compatibilità del deposito di rifiuti plastici con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dei relativi impegni in relazione alle prescrizioni attuative, chiediamo per questo motivo e per trasparenza che tali documenti vengano messi a disposizione della cittadinanza e dei consiglieri comunali chiamati ad esprimersi.

Nello stesso tempo non possiamo non rilevare i gravi elementi di preoccupazione della vicenda: un deposito di rifiuti plastici verrà realizzato in un’area su cui oggi ci sono vincoli che tutelano la nostra salute, ma pure quella degli abitanti posti a valle del flusso della falda, in particolare Pioltello e Cassina.

direzione flusso della falda (estratto carta idrogeologica, Cernusco)

In caso di contaminazione sarebbero i primi a risentirne ed infatti i sindaci di Cassina e Pioltello hanno espresso irritazione per il mancato coinvolgimento e pure le locali forze politiche di questi comuni hanno fatto appello alla responsabilità dei singoli consiglieri di Cernusco nel prendere decisioni di questa portata.

Ancora una volta a Cernusco gli interessi generali di tutela dei beni comuni, e l’acqua è uno dei beni comuni più importanti, vengono subordinati agli interessi di privati, peggio, si baratta un principio di cautela collettivo per venire incontro ad interessi privati.

Si mettono in atto modifiche urbanistiche puntuali, senza alcun riferimento alla visione complessiva della gestione della risorsa idrica (tutti i pozzi a Cernusco hanno zone di rispetto basate su un criterio geometrico) ed alla vigilia della variante del PGT che dovrebbe proprio servire a rivedere regole e vincoli, anche quelli idrogeologici.

Si introduce inoltre una pesante ipoteca sul futuro: i cittadini si trovano di fronte ad una prassi ormai consolidata per cui basta chiedere per ottenere una variazione funzionale ai propri interessi. 

Si tratta di un una modalità che non tiene conto degli interessi generali, soprattutto sacrifica i beni comuni e non valuta le conseguenze future. Chiediamo quindi ai consiglieri comunali di bocciare la proposta di ridelimitare la zona di rispetto del pozzo di via Firenze.

#occhiapertiurbanistica: la variante elettorale

Il 2021 potrà essere ricordato come l’anno che ha segnato il futuro urbanistico della nostra città: in gennaio era arrivato il parere motivato sulla Valutazione Ambientale Strategica che imponeva una lunga serie di revisioni, correzioni e prescrizioni alla variante parziale del PGT. Una variante molto controversa e contestata, soprattutto per la realizzazione del campo da baseball nel corridoio ecologico del Gaggiolo e del comparto immobiliare di via Cevedale-Bassano.

Le numerose osservazioni arrivate da cittadini ed associazioni compresa la nostra, e persino da partiti appartenenti alla giunta comunale, avevano messo in luce la mancata considerazione dei danni ambientali conseguenti agli interventi previsti, la subordinazione agli interessi immobiliari privati ed una pianificazione degli impianti sportivi pubblici slegata da quella complessiva.

Solo in dicembre, il 15 in commissione territorio e poi il 21 con la discussione in consiglio comunale, emerge il risultato della revisione e si assiste ad un inaudito scambio di veleni fra i tecnici responsabili della variante e della VAS che si accusano reciprocamente di inadeguatezza ed inadempienza.

Ma è proprio il consiglio comunale a costituire finalmente un elemento di trasparenza perché diventano palesi il supponente decisionismo dell’amministrazione che ha voluto una variante del PGT, falsamente definita parziale, quando in realtà modifica elementi e criteri strutturali dell’impianto del PGT, la domanda di partecipazione da parte dei cittadini sistematicamente elusa nel corso di un procedimento in cui è stato persino necessario ricorrere ad un esposto per fare rispettare i dovuti termini di messa a disposizione dei documenti presentati in piena pandemia.

Infine, ma non ultimi, si sono palesati gli interessi economici sottesi ai campi di via Cevedale-Bassano: un lembo di verde agricolo ai margini del tessuto urbano ed affacciato sul parco delle cave, su cui grava però una previsione di edificabilità di quasi 15.000 mq di slp, rimasta inattuata da decenni, distribuiti su diverse palazzine. La giunta era intervenuta lo scorso 10 novembre e, nel valutare “gli effetti di previsioni di PGT non più rispondenti alla diffusa sensibilità ambientale”, aveva recepito la disponibilità espressa dagli immobiliaristi a ridurre del 15% la slp portandola sino al 25% e dichiarando tale riduzione di superfice immobiliare edificabile di interesse pubblico.

Dunque l’amministrazione riconosce l’importanza dei campi e la necessità di porre un argine al consumo del suolo, ma poi come atto conseguente si limita a ridurre la superficie edificabile e a valutare la potenziale incidenza dell’intervento sui servizi ecosistemici. Inoltre si pensa di sanare il danno irreversibile per tutta la comunità costituito dalla perdita dei campi di via Cevedale, perché il suolo è una risorsa non riproducibile, attraverso una compensazione con altre aree che andrebbero ad ampliare gli ambiti di proprietà pubblica del Parco Est delle Cave ed il cannocchiale paesaggistico di Villa Lari. Ma tali aree sono già superfici libere e dunque non aggiungerebbero nulla al computo delle aree verdi.

Analogamente per il campo di baseball da realizzare nel campo del Gaggiolo, nonostante ne sia stata rilevata la sensibilità paesistica ed ambientale, la perdita del corridoio ecologico verrebbe compensato allo stesso modo, perché l’ampliamento dell’offerta di spazi sportivi è considerato preminente rispetto alle esigenze di tutela ambientale.

Nel corso della discussione in consiglio comunale diversi consiglieri hanno esposto puntuali obiezioni e critiche ai progetti ma, al momento del voto, la variante è stata adottata con due soli voti contrari, gli altri si sono astenuti o hanno lasciato l’aula.

Dopo la discussione delle osservazioni ci sarà un altro passaggio in consiglio comunale per la sua approvazione definitiva. I tempi sono ridotti perché incombono le elezioni amministrative, in ogni caso la variante parziale ed il PGT saranno l’oggetto principale di discussione della prossima campagna elettorale.

È qui che chiediamo un confronto con le forze politiche che si candidano nei prossimi mesi a governare la città. Pensiamo sia necessario far conoscere a tutti i cittadini quali sono le posizioni di ciascuna, in particolare sulle scelte urbanistiche, il tipo di progetto di città che propongono per noi e per i nostri figli.

Bene Comune Cernusco avvierà un occasioni di dibattito pubblico, consapevoli che se “le promesse dei politici valgono solo per chi le ascolta”, possono però essere elementi utili nella scelta di un candidato/a rispetto ad un altro/a.

#occhiapertiurbanistica: i campi di via Cevedale-Bassano

i campi di via Cevedale

Un silenzio assordante è seguito alla dichiarazione di interesse pubblico lo scorso 10 novembre per la riduzione di superfice immobiliare edificabile nell’area di via Cevedale-via Bassano, uno degli interventi più importanti e, nello stesso tempo contestati, della variante parziale del PGT.

Variante di cui si erano perse le tracce dopo il parere favorevole condizionato al recepimento delle osservazioni dello scorso 19 gennaio che, come prescritto dalla procedura di Valutazione Ambientale strategica iniziata nel luglio 2019, dovrebbe essere discussa in consiglio comunale.

Sinora non ci sono stati passaggi o evidenze pubbliche delle variazioni prescritte e dunque questo provvedimento della giunta che, di fatto, avalla l’intervento immobiliare proposto dalla variante, arriva senza che siano emersi i dati conoscitivi aggiornati sulle caratteristiche ambientali e quindi sugli impatti che si produrranno.

Il provvedimento riconosce implicitamente la grande importanza dei campi di via Cevedale su cui verranno costruiti palazzine per 11.098 mq, così importanti da poter reclamare nei confronti degli operatori immobiliari un indennizzo per la loro perdita costituito da una riduzione del 25% delle superfici previste ed una cessione in compensazione di circa 70.000 mq.

Dunque, i campi di via Cevedale-Bassano sono aree pregiate, ma molto di più valgono le palazzine che ci verranno costruite, anche perché l’onerosa cessione di aree e la riduzione dei mq verrà fatta ricadere sul prezzo delle abitazioni, su cui andrà ad incidere anche la cancellazione prevista dalla variante della quota di edilizia convenzionata spostata nel comparto di via Brescia meno appetibile dal punto di vista immobiliare: il risultato è quindi un comparto di sola edilizia residenziale, affacciato sul parco Est delle Cave e circondato da verde agricolo, case che potrà permettersi solo chi ha un reddito elevato.

prospetti degli edifici previsti su via Cevedale

Degli effetti perversi sulla trasformazione del tessuto sociale e soprattutto della perdita di aree verdi che nessuna compensazione potrà mai risarcire, nessuna traccia. Anzi nella delibera si parla di miglior risultato possibile in termini ambientali ed urbanistici, con riduzione di consumo di suolo e sfruttamento volumetrico, compatibilmente con un generale principio di affidamento degli atti e sostenibilità tecnico-giuridica.

Non abbiamo capito quale sia il generale principio di affidamento degli atti, mentre sulla sostenibilità tecnico-giuridica del provvedimento riteniamo che l’interesse pubblico venga tutelato preservando i beni comuni, evitando il consumo di suolo e non avallando ulteriori interventi immobiliari.

I campi di via Cevedale-Bassano rientrano in un comparto destinato a trasformazione immobiliare, rimasto sinora inattuato, ereditato senza modifiche nel PGT del 2011 dalle precedenti pianificazioni urbanistiche, ma costituiscono l’ultimo lembo di verde rimasto prima del tessuto urbano, contiguo alle aree del parco Est delle Cave.

sulla destra i campi di via Cevedale, perimetrati in rosso, interessati dal progetto immobiliare

Negli ultimi anni la cultura ambientale è cambiata e cresciuta, portando elementi di maggiore consapevolezza rispetto alle conseguenze ed ai costi esterni delle realizzazioni immobiliari (dal consumo di suolo, alla qualità dell’aria, agli impatti del carico antropico correlati alla maggiore domanda di servizi, infrastrutture), nel contempo la nostra città si è ingrandita occupando gran parte delle poche aree rimaste libere. E dunque la variante parziale era l’occasione per fare il punto e rivedere un’espansione immobiliare che sacrifica aree verdi preziose.

Certo ci vuole un’amministrazione coraggiosa, disposta a far prevalere l’interesse generale della comunità rispetto all’interesse economico di pochi, disposta a sostenere un eventuale contenzioso con i proprietari dell’area in nome del bene comune. Ci sono ormai numerosi esempi a questo riguardo, anche molto vicini a noi (vedi vicenda del parco agricolo di Segrate).

A Cernusco è giunto il momento di rivedere le scelte urbanistiche sbagliate fatte in passato perché le conseguenze non vengano pagate dalle generazioni future. Apprendiamo invece con preoccupazione di una città che arriverà a 40.000 abitanti, 5.000 più degli attuali ed 8.000 in più di quelli previsti dal PGT.

Come dice Saramago “Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.

Non possiamo restare ciechi o, peggio, far finta di non vedere che Cernusco diventerà un ammasso di mattoni, sia pur attraversato dal Naviglio, dagli arredi urbani sciccosi, densificato urbanisticamente, gentrificato e con il verde residuale dei giardini pubblici.

Prima o poi la variante parziale arriverà in consiglio comunale per l’approvazione e ci sarà il confronto pubblico fra chi intende preservare i beni comuni e chi difende gli interessi immobiliari.

*** per saperne di più su cosa prevede la variante parziale del PGT su via Cevedale consultate la nostra pillola di urbanistica dedicata.

#occhiaperti-urbanistica: commissione territorio 9 giugno 2021

In chiusura della commissione territorio del 9 giugno 2021, dedicata agli interventi derivanti dalle ultime convenzioni sulle cave (ci torneremo appena avremo consultato la documentazione) ed il progetto della nuova piazza Matteotti, è riemersa dall’oblio alla variante parziale del PGT di cui si erano ormai perse le tracce. 

L’ultimo riferimento pubblico era stato la discussione in commissione territorio dell’8 febbraio 2021 in cui l’architetto Duca dichiarava che la revisione della documentazione, necessaria per dar seguito alla valanga di osservazioni pervenute ed in gran parte accolte, si sarebbe conclusa il 15 marzo.

Oggi apprendiamo che si arriverà alla fine di giugno e quindi la discussione in consiglio comunale ci sarà nel mese successivo.

100 giorni di ritardo rispetto ai tempi annunciati, segno di un’oggettiva difficoltà ad adeguare gli elaborati alle osservazioni pervenute ed ad aggiornarne i contenuti.

Ricordiamo che i principali interventi proposti riguardano la cancellazione di aree verdi: 

  • il campo agricolo e corridoio ambientale sul Naviglio per costruire un campo da baseball, 
  • il campo di via Cevedale-Bassano per costruire un immobile residenziale, 
  • il campo contiguo alla cascina Colcellate.

Dunque nuovo consumo di suolo in una città in cui le aree libere sono ormai una percentuale ridotta, circa il 30% della superficie del territorio, un dato non aggiornato poiché i valori correnti non sono disponibili o, almeno, resi noti e dove la pressione antropica ha già sfondato da tempo le previsioni del PGT.

Nei giorni scorsi molti di voi hanno avuto modo di conoscere le rondini della cascina Gaggiolo, anche grazie al primo dei nostri itinerari guidati:

le rondini, che sono una specie protetta, scompariranno se verrà costruito il campo da baseball.

il campo agricolo – corridoio ecologico

Le nuove case di via Cevedale

così saranno gli edifici di via Cevedale

verranno costruite fuori dal tessuto urbano ed ai margini del parco, in una delle poche aree agricole ancora rimaste.

sulla destra i campi di via Cevedale, perimetrati in rosso, interessati dal progetto immobiliare

Insieme campo della cascina Colcellate, che costituisce oggi una specie di cuscinetto verde rispetto agli stabilimenti industriali circostanti.

E’ ora il momento di cambiare rotta, le esigenze sportive possono essere soddisfatte riutilizzando altre aree già occupate, fuori dal perimetro del parco; per le esigenze immobiliari –tutte da dimostrare e verificare – si può attingere al patrimonio immobiliare dismesso. 

E comunque gli interessi collettivi, che riguardano la tutela di un bene comune qual è il suolo , sono preminenti rispetto a quelli privati.

La variante parziale arriverà in consiglio comunale in luglio, a due anni dalla sua presentazione. Un iter che l’amministrazione voleva concludere in fretta, troppo in fretta, ha incontrato nel suo cammino l’opposizione attenta e vigile dei cittadini.

#occhiaperti: il PGT ha detto stop!

Uno degli elementi cardine di ogni Piano di Governo del Territorio è la stima del numero di “abitanti teorici” attesi a fine piano come risultato dell’attuazione degli interventi immobiliari previsti.
E’ un numero molto importante: questo dato è collegato ai servizi pubblici che andranno rafforzati (es. con la costruzione di nuove scuole) in proporzione ai nuovi abitanti, al nuovo terziario che si potrà insediare e alla quantità di territorio che verrà impattato.

Nel grafico proviamo a confrontare la previsione del PGT del 2010 relativa agli abitanti di Cernusco con l’andamento demografico reale al 2019.

A fine 2019 (dato ISTAT) il numero di abitanti di Cernusco superava di 1.904 unità quanto stimato dal PGT: la previsione era di 32.294 abitanti, ma siamo arrivati a 34.828 residenti, vale a dire che c’è stato un impatto demografico pari quasi al doppio di quello previsto.

Le nuove costruzioni hanno portato a Cernusco un numero eccessivo di persone, e continueranno a portarne: si affacciano infatti all’orizzonte ulteriori importanti interventi immobiliari, come quello di Via Bassano/Cevedale che il Comune si avvia ad autorizzare invece di conservare una delle poche aree verdi libere rimaste.

L’ultimo Rapporto sul Consumo del Suolo di ISPRA (dati 2019) rileva a Cernusco il 47,7% di urbanizzazione, valore che ci vale il 110° posto in Italia su più di 7.000 Comuni per maggiore cementificazione!
E anche limitando l’osservazione alla zona Adda-Martesana le cose non vanno meglio: l’indice medio di urbanizzazione per la zona è 33,9%, noi lo superiamo di circa 12 punti percentuali.

Ancora più critica la situazione se si prendono i dati sull’indice di consumo di suolo elaborati dalla provincia di Milano proprio sui valori dei PGT nel 2012: per Cernusco si arriva al 67,42%. Dopo quasi dieci anni sarebbe interessante e, temiamo, inquietante, conoscere a che percentuali siamo arrivati.

In ogni caso, non è possibile prevedere un ulteriore aumento della popolazione a spese delle risorse ambientali, che non sono infinite. Occorre una riflessione profonda e condivisa fra Amministrazione e cittadini sul futuro di Cernusco: una città dove a influenzare le decisioni strategiche sono gli interessi di pochi o dove la priorità è il bene comune?

Per saperne di più:

ISPRAhttps://www.snpambiente.it/2020/07/22/consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2020/

PGT – Rapporto ambientale https://comune.cernuscosulnaviglio.mi.it/wp-content/uploads/2019/09/Rapporto-ambientale-1.pdf

Leggi anche la nostra proposta al Consiglio Comunale per il coinvolgimento dei cittadini nell’elaborazione del nuovo PGT https://www.benecomunecernusco.it/wordpress/2021/02/19/pgt-aaa-amministrazione-coraggiosa-cercasi/

#PGT: AAA AMMINISTRAZIONE CORAGGIOSA CERCASI

Cari consiglieri,

i prossimi mesi saranno cruciali per il futuro di Cernusco: la variante generale del Piano di Governo del Territorio determinerà l’evoluzione della nostra città. Le scelte fatte ormai dieci anni fa saranno rimesse in discussione e verranno formulati gli indirizzi che disegneranno il nostro futuro.

La pianificazione urbanistica ha profonde, estese e durature ripercussioni sul territorio e sulla qualità della vita della comunità che lo abita, più di ogni altra materia: da decisioni quali la collocazione di una scuola o l’edificazione di un terreno non si può, letteralmente, tornare indietro.

E queste decisioni vengono prese attraverso una lunga procedura di natura in gran parte tecnico-amministrativa, da cui resta di fatto esclusa la maggior parte della cittadinanza per l’oggettiva complessità dei temi trattati. Il linguaggio dell’urbanistica e un corpo normativo estremamente articolato hanno negli anni eretto un muro tra la pianificazione territoriale e i cittadini, eppure poter comprendere quale sarà il volto futuro della propria città ed esprimere il proprio parere in merito pensiamo siano elementi fondamentali del patto che lega cittadini ed eletti.

LA COMPLESSITA’ NON PUO’ ESSERE UN ALIBI PER L’ESCLUSIONE

Pensiamo che debba essere fatto ogni sforzo possibile per coinvolgere i cittadini nel percorso che definirà il nuovo PGT. I tempi sono maturi per un salto di qualità verso una modalità di partecipazione che promuova una dialettica ragionata e argomentata ed investa nella formazione di una cittadinanza preparata e responsabilizzata. Che sappia andare oltre “le chiacchiere da social”. 

Come? Con l’istituzione di un comitato formato da un gruppo di comuni cittadini (potrebbero essere tra venti e trenta) che, informato sulle ipotesi in esame e fornito di adeguati strumenti per comprenderle, possa interloquire sin dall’inizio con l’amministrazione esprimendo valutazioni e proposte. Tali cittadini, estratti a sorte con criteri che portino a rappresentare demograficamente l’intera città, dovrebbero poter maturare il proprio parere in modo informato grazie a un processo fatto di momenti di condivisione e di approfondimento, materiali da analizzare e possibilità di consultare esperti.

UNA CITTADINANZA ATTIVA E COINVOLTA È CORRELATA ALLA QUALITA’ DEL GOVERNO DI UN TERRITORIO

L’obiettivo ultimo di questa proposta non è di modificare o interferire con le funzioni del Consiglio Comunale, tantomeno con l’operato dei tecnici comunali, ma semplicemente di colmare il gap di trasparenza e partecipazione di uno dei procedimenti amministrativi più delicati e strategici per una città.

UN GIOCO CHE HA SOLO VINCITORI

I benefici di un’iniziativa fortemente innovativa come questa sono molteplici. Si tratterebbe di un esempio concreto di democrazia partecipata in cui le decisioni beneficiano del contributo diretto di cittadini svincolati da interessi di parte, sensibili a esigenze trasversali e ad obiettivi di lungo termine. Sarebbe un’occasione per rafforzare il dialogo tra i cittadini e la politica, in questo momento storico più che mai necessario, demolendo l’idea diffusa che la scarsa trasparenza, in fondo, faccia comodo. Rappresenterebbe un investimento nella formazione di persone consapevoli su una materia tanto importante quanto ostica come l’urbanistica. Infine, la comunità di Cernusco sul Naviglio diventerebbe un esempio a livello nazionale collocandosi in una posizione di netta avanguardia e ci sarebbe un ritorno d’immagine estremamente positivo per l’Amministrazione.

AAA AMMINISTRAZIONE CORAGGIOSA CERCASI

Siamo convinti che l’impegno e il coraggio che, ne siamo consapevoli, sono richiesti per intraprendere questa strada saranno ampiamente compensati dai benefici che ne ricaveremo come comunità.

Vi chiediamo di valutare questa proposta e di aiutarci a promuoverla.

In attesa di un vostro riscontro, rimaniamo a disposizione per qualsiasi esigenza di approfondimento.

La conferenza VAS più corta del mondo

Undici minuti. Tanto è durata lo scorso 22 ottobre la seconda conferenza VAS sulla variante parziale del Piano di Governo del Territorio di Cernusco. 

Mancavano il sindaco e l’assessore al territorio, così il tecnico esterno incaricato ed i due tecnici del comune (autorità procedente e autorità competente) hanno usato gli undici minuti per:

  • ripercorrere il travagliato iter amministrativo che, iniziato nel luglio del 2019, è arrivato sino al 22 ottobre 2020 a causa di diverse interruzioni e proroghe dei termini di scadenza (il primo a seguito del nostro esposto per mancato rispetto della sospensiva Covid-19, gli ultimi due a causa di proroghe dei termini di scadenza volute dall’amministrazione);
  • ricordare che sono state inviate 107 osservazioni alla variante, raggruppate in un una matrice excel per aree tematiche; 
  • segnalare che nei prossimi novanta giorni verranno effettuate “correzioni, integrazioni, modifiche” alla variante, insieme alla revisione da parte dei progettisti dei documenti di variante, dal Rapporto Ambientale alla relazione tecnica. Potrebbe persino essere ritirata, ma questa possibilità dovrà essere vagliata dal legale dell’amministrazione. 

La conferenza è stata quindi chiusa senza alcun contraddittorio fra i soggetti coinvolti. 

Non che ci fossero grandi speranze di confronto, vista la modalità con cui era stata convocata a causa delle restrizioni legate alla pandemia: una diretta facebook sulla pagina istituzionale del comune di Cernusco, strumento fintamente partecipativo. In questo modo si potevano solo inviare commenti sulla chat facebook, laddove sarebbe stato opportuno l’utilizzo di una piattaforma per videoconferenze da remoto per consentire il contraddittorio.
Ma quegli undici minuti sono stati una farsa, irrispettosa dei soggetti coinvolti e dei cittadini interessati che hanno fatto arrivare le loro osservazioni all’amministrazione.

Un campo non vale l’altro

Un campo agricolo a fianco di un naviglio cinquecentesco è paesaggio. Paesaggio, tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, che è bene comune. Un campo agricolo che ha mille anni è biodiversità, un campo da baseball ha zero biodiversità. Non dobbiamo farci trarre in inganno dalla parola campo. Un campo non vale l’altro.

Il professor Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, evidenzia quella che è prima di tutto una tragedia culturale: le scelte urbanistiche sono indirizzate da decisori politici ignoranti perché

non sanno gli effetti che producono le loro decisioni perché ignorano l’essenza delle risorse ambientali, il loro funzionamento e i benefici che generano o gli effetti negativi che producono. È grave quel che stanno facendo anche perché non colgono l’occasione per impostare una spiegazione ai cittadini facendoli crescere, ecologicamente parlando. È grave perché alla fine si specula sulla debolezza delle persone e si usa l’ignoranza della gente per continuare a non fare cose migliori.

Dobbiamo fare di più e meglio. Noi dobbiamo trasformare le aree dismesse in ospedali se di ospedali abbiamo bisogno. Dobbiamo far crescere campi da calcio e scuole sulle parti abbandonate delle nostre città. Questa è l’unica competizione che dobbiamo innescare. Qui deve lavorare la politica e per farlo deve capire, imparare, appassionarsi. So bene che è dura, che non si è mai fatto e che gli strumenti giuridici sono spuntati, ma so anche che se i politici non ne hanno voglia possono tornare a fare altro.

Il destino del campo del Gaggiolo dipende da noi. Oggi. La variante al PGT in discussione in questi giorni che vuole trasformarlo in un campo da baseball va respinta. E va respinta la narrazione mistificante per cui il campo da baseball farebbe “il bene dei nostri figli”, riducendo così il campo agricolo a merce di scambio, laddove è invece un bene comune, paesaggio che è parte dell’identità collettiva e della memoria storica della nostra comunità.

Un grazie di cuore a Paolo Pileri per le sue parole e a quanti vorranno difendere e conservare il campo del Gaggiolo. La vostra testimonianza è preziosa, lasciateci un selfie davanti al nostro striscione lungo il Naviglio della Martesana.

Vi invitiamo a leggere l’intero articolo di Paolo Pilieri Quando un campo da baseball fa male al suolo. E non tutti lo capiscono pubblicato su Altraeconomia.

La variante al PGT in pillole – Il PLIS delle Cave

La seconda variante al PGT di Cernusco dedica un intero capitolo al PLIS Est delle Cave ed alle variazioni che lo interessano.
Un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) è un’area che si estende nel territorio di vari comuni adiacenti, a cui dovrebbero essere applicate particolari regole per tutelare la naturalità e l’ambiente agricolo, costituendo una fascia verde di separazione tra i tessuti urbani dei vari comuni che lo circondano.
Il PLIS Est delle Cave, condiviso da Cernusco con Cologno, Vimodrone, Brugherio e Carugate, fu istituito nel 2009 per “garantire, a fronte dell’intensificarsi di un alquanto disordinato sviluppo insediativo, una continuità del sistema ecologico nord-sud nell’est Milano, dal Parco delle Cascine fino al canale Villoresi, attraverso il Martesana”.
Dicevamo “dovrebbero essere applicate” perché in realtà il sistema delle tutele è molto debole, al punto che uno qualsiasi dei comuni coinvolti può modificarne i confini, per includere o escludere una qualunque area.
E’ quanto sta avvenendo con questa seconda variante al PGT di Cernusco, in cui uno degli interventi più significativi (l’ampliamento del centro sportivo) vede appunto la sottrazione di un’area agricola di più di 20.500 mq al PLIS, cambiandone la destinazione da “parchi e giardini” a “servizi per lo sport” (vedi foto 8.2.3 qui sotto, presa, come le altre, dal documento di Valutazione Strategica della variante).
Un’altra area in sottrazione sarà in Via Olmo (la strada che va a Cologno), dove un rettangolo di terreno, all’altezza della cava Gaggiolo, sarà adibito a parcheggio (vedi foto 8.2.2).
Entrambe queste aree fanno attualmente parte delle “Aree di tutela dei corridoi ambientali” (le frecce verdi che si vedono nelle foto) secondo il documento di Piano delle Regole (art. 17). Tali riduzioni implicano una netta restrizione delle aree che fungono da corridoio ecologico sul margine ovest del tessuto urbano consentendo la connessione diretta con il parco del Molgora, il Parco delle Cascine e il parco Media Valle del Lambro e per via indiretta con altri due parchi regionali vicini Parco Agricolo Sud Milano e Parco Nord Milano.
Si tratta di aree naturali importanti per la conservazione dell’ecosistema e della biodiversità poiché permettono il passaggio di specie migratrici ma anche gli spostamenti quotidiani di molte specie animali
Proseguendo nell’analisi dell’impatto della variante sul PLIS, si scoprono alcuni aggiustamenti (in sottrazione ed ampliamento) attorno alla piattaforma ecologica in via Resegone e lungo la Provinciale 121, relativamente alla nuova stazione di controllo del metanodotto SNAM.
Il totale delle aree sottratte ammonta alla fine a 37.000 mq, mentre i documenti della variante parlano di un totale di aree proposte in ampliamento per 65.500 mq. Apparentemente, quindi, sembra esserci un aumento della superficie del PLIS di 28.500 mq.

Andando però ad analizzare i dettagli degli ampliamenti, vi si trovano due aree che erano già nella proposta di ampliamento del PGT 2010, ma non conferite poi effettivamente e quindi ci sembrerebbe corretto non conteggiarle una seconda volta, per non mischiare i fatti con le intenzioni.
La prima delle due aree in questione è un triangolo nel Parco degli Aironi (foto 8.2.1), oggetto della prevista espansione del centro Carosello, fortunatamente abbandonata per l’opposizione di cittadini e associazioni (anche la nostra). In totale, 10.000 mq promessi al PLIS dal PGT 2010, ma mai conferiti. La seconda area è una parte del cannocchiale davanti al ex albergo Melghera, che sarebbe collegato al resto del PLIS da un ridicolo corridoio largo 2 metri e costituito dal fosso lungo la Statale 11 (si vede nella foto 8.2.3), fino al confine con Vimodrone: in totale 30.000 mq, promessi dal PGT 2010, ma mai conferiti. Per quest’ultima area, poi, ci si chiede perché venga promessa solo la metà del cannocchiale e non l’intera superficie fino all’ex albergo.
Questi 40.000 mq quindi vengono inseriti nei conteggi per compensare la sottrazione dell’area necessaria all’ampliamento del centro sportivo, ma ci sembra un’operazione scorretta e inutile. Anche perchè tutte queste aree sono già verdi perciò non aggiungono valenza ambientale alla variante parziale; al contrario, la sottrazione di quanto necessario al centro sportivo trasformerà un’area naturale in antropizzata, con una perdita secca di naturalità, oltre ai danni previsti al corridoio ecologico ed alla relativa fauna presente e passante.
In conclusione, ci sembra che la Cernusco “città europea dello sport” non possa farsi a spese dell’ambiente, della perdita dell’ecosistema costituito da un grande prato naturale, con la conseguente diminuzione di insetti e definitiva scomparsa di qualche specie animale. Per l’incremento delle strutture sportive, si possono cercare altre soluzioni, meno impattanti sull’ambiente e magari puntando sul recupero di aree abbandonate, che in città non mancano.
Insistere sulle proposte della variante, ci sembra una scelta in netta controtendenza rispetto agli impegni di sostenibilità ambientale assunti nei mesi scorsi anche in consiglio comunale ed agli indirizzi di pianificazione più recenti volti a privilegiare l’incremento e la valorizzazione degli ambiti di naturalità rispetto alle dotazioni di servizi, fossero anche strutture di pubblica utilità, come lo sport.

La variante al PGT in pillole – Via Brescia

Eccoci alla terza puntata di illustrazione delle modifiche al PGT vigente proposte dalla 2° variante parziale; ci occupiamo ora del campo della modificazione M2-3: Via Brescia.
Siamo nella zona sud di Cernusco, nel punto indicato con V5 nella mappa pubblicata qualche settimana fa, all’incrocio tra via Brescia e via Pio X.

Quest’ultima via segna proprio il confine con Pioltello: percorrendola verso sud, a sinistra è Cernusco, a destra Pioltello. L’area interessata è compresa tra le vie Brescia, Pio X e Scirea.

Vista dall’alto del comparto M2-3: via Brescia

Il PGT vigente già prevedeva questo intervento, che trasforma un’area industriale, di circa 14,000 metri quadri, quasi del tutto abbandonata, in un nuovo insediamento misto residenziale e commerciale. L’edilizia residenziale prevista era, fino all’80%, convenzionata e per il resto libera. Le attività commerciali si affacceranno su via Brescia, mentre le abitazioni sulla via Scirea, in continuità con quelle già esistenti sul lato nord della stessa via.

La variante introduce una prima modifica importante e cioè spezza il comparto in due (uno di 3,200 mq, l’altro di 10,800 mq circa), permettendone così l’attuazione in autonomia per ciascuno dei due e rendendo quindi più semplice l’intervento. Inoltre, introduce alcune varianti allo scopo di precisare meglio i dettagli realizzativi: l’altezza massima consentita aumenta da 10 a 13.5 metri, consentendo la realizzazione di un ulteriore piano per le abitazioni, che però dovranno essere al 100% in edilizia convenzionata. In ultimo, diminuisce del 11% l’indice di copertura (il rapporto tra metri quadri totali e metri quadri coperti), che passa da 0.45 a 0.40. Ci saranno poi parcheggi alberati, aree attrezzate, marciapiedi e percorsi ciclabili che collegheranno via Scirea a via Brescia sul lato est del comparto.

Nel filmato che segue, la nostra “incursione” in zona.

Nonostante il nostro giudizio su questo intervento sia sostanzialmente positivo (è sempre bene recuperare, in maniera intelligente, aree abbandonate, rivitalizzando un tessuto urbano compromesso da anni di incuria e abbandono), restano pur sempre alcune perplessità, che speriamo possano stimolare qualche riflessione da parte dell’Amministrazione comunale.
Prima di tutto constatiamo che l’edilizia convenzionata, eliminata dal comparto già esaminato, a nord di Cernusco (via Cevedale), viene relegata in quest’area veramente decentrata rispetto al centro della città, al punto che le attività commerciali essenziali, raggiungibili a piedi, saranno quelle di Pioltello; la connessione stradale più veloce per le auto passa da via Mantegna (di Pioltello), mentre la ex Statale 11 sarà un ostacolo non indifferente all’integrazione del nuovo comparto (e di quelli già esistenti) con il resto della città (si pensi alle scuole, la biblioteca, il mercato, la maggior parte dei negozi, le chiese, i trasporti pubblici, …).
In secondo luogo, il contesto generale in cui sorgerà questo nuovo insediamento abitativo rimane di tipo industriale: via Brescia ha solo attività industriali sul lato sud e parzialmente anche sul lato nord, il traffico è principalmente di tipo commerciale, di sera e nei giorni festivi tutta l’area diventa un deserto, come tutti i luoghi in cui vengono svolte attività principalmente diurne e legate al mondo del lavoro.
Andranno perciò attuate tutte le iniziative necessarie per migliorare il collegamento logistico e sociale con il resto della città, per far sentire anche alle persone che abiteranno in questo comparto l’appartenenza ad una comunità accogliente.

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