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Raccolta differenziata: guardiamo i dati e la qualità del servizio

foto dalla pagina fb del comune di Cernusco

L’inserimento di Cernusco sul Naviglio in vetta alla classifica dei comuni ricicloni stilata ogni anno da Legambiente è stato celebrato con soddisfazione ed enfasi per i lusinghieri risultati ottenuti: 87% di raccolta differenziata, fra i comuni lombardi, quello con il maggior numero di abitanti (capoluoghi esclusi).

Merito dei cernuschesi che prestano attenzione a questo importante servizio che riguarda tutta la comunità. Tutto bene, dunque? Siamo andati a guardare un po’ di dati sull’andamento temporale della raccolta differenziata sui portali di CEM Ambiente, gestore del servizio di igiene urbana dal 2016, comparandoli con quelli del Catasto Rifiuti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale) ed abbiamo rilevato alcune divergenze:

come si rileva le percentuali di raccolta differenziata hanno un valore simile solo per il 2022, mentre per gli anni precedenti ci sono differenze ed anomalie, anche vistose.

Occorre segnalare che nel 2016 è entrata in vigore una diversa modalità di calcolo dei rifiuti (con l’inclusione nel conteggio di alcune nuove categorie di materiali che vengono avviate al recupero), che ha reso i dati degli anni precedenti a tale data non direttamente comparabili ed introdotto un incremento di quasi 15 punti percentuali.

Inoltre sempre dai dati ISPRA si rileva come la produzione di rifiuti urbani e la raccolta differenziata per Cernusco siano in diminuzione:

Un altro elemento importate è il costo della gestione dei rifiuti a Cernusco, che è passato da 96,3 euro/abitante*anno del 2016 a 105,3 nel 2019 sino a 129 euro bel 2021. A fronte di costi crescenti in questi nove anni dall’introduzione delle nuove modalità di raccolta ed all’appalto a CEM Ambiente, il servizio è migliorato?

In realtà non sembra cambiato dal 2016: non sono mai state introdotte quelle misure – da noi richieste da sempre – che dimostrano attenzione nei confronti dei cittadini, dai punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (stoviglie rotte, lampadine, olio vegetale, ecc), agli incentivi per gli esercizi commerciali che limitano gli imballi, ospitano aree per i prodotti alla spina, o destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale), ad una vera tariffa puntuale con meccanismi premiali e di tracciatura.

Per non parlare dell’osservatorio sui rifiuti.

C’è poi un tema più generale legato alla civiltà delle relazioni ed ai doveri degli amministratori: il sindaco non ha mai risposto alla lettera aperta di una cittadina che abbiamo pubblicato nell’aprile scorso (inviata anche per posta certificata) che esprimeva le difficoltà di una persona anziana, senza auto, che non può quindi recarsi alla piattaforma ecologica per smaltire tutti quei rifiuti che non vengono raccolti con la differenziata: dagli oli usati alle stoviglie rotte.

Con il nuovo anno vorremmo davvero un cambio, un servizio di igiene urbana dalla parte delle cittadine e dei cittadini, di tutte le età e più attento alle loro esigenze. Meno enfasi, più fatti.

Rifiuti – lettera aperta al Sindaco

Gentile Sindaco Ermanno Zacchetti

è da tempo che pensavo di scriverLe per sottoporre alla Sua attenzione alcune osservazioni che nascono dalla considerazione che il sindaco, nell’assumere la carica di primo cittadino, diventa il sindaco di tutti e, se non ricordo male, è stata anche la sua promessa.

Il cosiddetto Sindaco di tutti dovrebbe essere responsabile del benessere di tutti i suoi concittadini:

TUTTI……………. e non soltanto della parte che l’ha votato.

TUTTI……………. e non soltanto di ciclisti e sportivi, ai quali Lei dedica tanto tempo, tante attenzioni e per i quali viene speso molto denaro che però arriva da TUTTI I CITTADINI, anche di quelli anziani dei quali Lei e la Sua Amministrazione sembrate esservi dimenticati.

Cittadini che spesso sono messi in difficoltà proprio dalle disposizioni imposte dalla gestione del servizio di igiene urbana approvato dall’amministrazione.

La invito dunque, a riflettere su come dovrebbe intervenire il SINDACO DI TUTTI, modificando finalmente il regolamento sull’Equo Sacco, almeno nelle sue parti più inadeguate tenendo conto che:

  • la popolazione di Cernusco è composta in gran parte da:
  • persone anziane,
  • persone che non guidano 
  • persone che non vanno in bicicletta,
  • che non hanno nessuno che le aiuti e che le porti in discarica a buttare ciò che CEM non raccoglie porta a porta.

Il sistema di raccolta della spazzatura, adottato per Cernusco nel 2016 e mai sinora modificato o ripensato, è palesemente iniquo perché non tiene in nessun conto le categorie che le ho ricordato che vengono così discriminate e messe in difficoltà, sebbene paghino anche loro le imposte sui rifiuti. Avrebbero perciò diritto, come tutti, di affidare i rifiuti al servizio di igiene urbana nel rispetto delle regole. Ma non sempre questo è possibile, specie per alcune tipologie di rifiuti e chi non può si arrangia, dal momento che le disposizioni del regolamento di igiene urbana non sono sempre compatibili con tutte le categorie di cittadini.

Le faccio un esempio che mi auguro chiarisca il concetto: 

– se un’Amministrazione stabilisse che il pattume vada riportato in cima al monte Bianco, è ovvio che non lo farà nessuno.

– se tali disposizioni non venissero osservate, la colpa non potrebbe essere attribuita al cittadino oggettivamente impossibilitato, ma al cattivo decisore ed estensore delle regole.

Per chi, come me, non guida, non va in bici, non ha nessuno che la possa accompagnare, la piattaforma ecologica CEM è come il Monte Bianco.

È vero che ci sono i cittadini disordinati per vocazione o per calcolo, ma non si possono penalizzare tutti per colpa di costoro.

Dunque:

è l’Amministratore che deve predisporre regole per migliorare la qualità della vita ed utili alla nostra comunità, accompagnate da un sistema di controlli e sanzioni per chi non le rispetta.

Ma l’amministrazione fa l’esatto contrario.

Alcuni esempi:

  • Tra i tanti articoli che dovrebbero essere riportati in discarica c’è per esempio l’olio usato domestico, presente in tutte le nostre cucine, ma che è uno dei peggiori inquinanti, come ci è stato ampiamente spiegato e che va portato nell’apposto contenitore della piattaforma ecologica.

Ma Lei sa, Sindaco, come fanno le persone che non possono andare in discarica a buttare questo olio? Io, che parlo con i miei vicini e concittadini, non con i suoi interlocutori privilegiati, so che in moltissimi casi finisce nel W.C. o nel lavandino.

  • L’elenco dei materiali difficili da smaltire è lungo, segnalo solo la bulloneria, le cartucce della stampante, i piccoli elettrodomestici rotti ed i materiali elettrici.

Le disposizioni amministrative finiscono così per produrre comportamenti scorretti, invece che favorire buone pratiche rispettose dell’ambiente.

Insieme ai problemi, vorrei esporle anche delle possibili soluzioni:

  • accordi con negozi e supermercati, come già avviene per la raccolta delle pile esauste, che mettano a disposizione contenitori dedicati come accade in tante altre città;
  • dei punti di ritiro (come già fatto con quelli dedicati alla raccolta degli abiti  usati) posti in vari punti del paese (ottima sarebbe la piazza del mercato).

Queste proposte, che sarebbero davvero semplici da mettere in atto, erano state avanzate sin dal 2016, ma non sono mai state realizzate. Perché? Forse è un problema di costi che dovrebbero sostenere gli esercizi commerciali?  A questo riguardo l’amministrazione potrebbe pensare a tariffe agevolate o pubblicità dedicate per quei negozi che si prestassero alla raccolta dei rifiuti da eliminare (compatibile con la tipologia dei prodotti da loro venduti).

A Voi decisori compete trovare le soluzioni più idonee.

Le ho scritto questa mia lettera aperta, perché forse – a breve – verrà ridiscusso il contratto di servizio per la raccolta dei rifiuti e penso che questi problemi riguardino tutta la nostra comunità. Spero perciò che Lei voglia accettare questi consigli da una semplice cittadina di Cernusco e dare una risposta che esponga soluzioni che rendano il servizio migliore per tutti.

Poiché vorrei avere anche un riscontro diretto e personale a questa mia lettera aperta, ma non attraverso i social che non frequento, le riporto anche la mia mail.

La ringrazio per l’attenzione.

                                                         Elena Maria Chiara Sirtori

la piattaforma ecologica di Cernusco: difficile da raggiungere per chi non ha mezzi di trasporto

#occhiapertielezionicomunali: la raccolta differenziata

Il 5 febbraio di venticinque anni fa entrava in vigore il decreto Ronchi sulla raccolta differenziata che, sulla scia delle direttive europee in materia di rifiuti, sanciva un passaggio culturale importante: dallo smaltimento dei rifiuti si passa al loro recupero e circolarità. Così a partire dal 1997 la raccolta differenziata diventa l’elemento cardine della gestione dei rifiuti che viene progressivamente adottata in tutti i comuni italiani, con formule e modalità via via più articolate.

Anche Cernusco subisce la stessa evoluzione: dopo l’emergenza lombarda del 1995, si passa dalle isole ecologiche ai margini delle strade alla raccolta porta a porta, sino al maggio del 2016 in cui viene introdotto come innovazione della raccolta differenziata l’ecuosacco, un sacco rosa dotato di identificativo numerico in cui conferire i rifiuti indifferenziati. Lo scopo è infatti quello di aumentare le quantità di rifiuti selezionati dai cittadini in modo che nel sacco rosa finisca solo ciò che non si può differenziare. I sacchi rosa sono infatti forniti in numero limitato in funzione dei componenti familiari, anche se la presenza di bambini ed anziani dà diritto ad una piccola quota integrativa di sacchi necessari per lo smaltimento dei pannolini. Chi dunque non ha comportamenti attenti e butta tutto insieme, una volta esauriti i sacchi a disposizione, deve acquistarne altri, inoltre il codice identificativo sul sacco porterebbe a risalire all’utenza in caso di rifiuti non conformi.

Con questa innovazione, secondo quanto dichiara a fine 2016 l’amministrazione comunale, la raccolta differenziata passa dal 65% all’84% e la produzione di rifiuti si riduce del 60,5%.


Questi dati però non ci avevano mai troppo convinto, soprattutto avevamo segnalato la mancanza di misure di compensazione e solidarietà sociale da affiancare all’ecuosacco (dalle raccolte dedicate per pannoloni e pannolini, olio vegetale e la necessità di istituire un osservatorio sui rifiuti) e di meccanismi premiali rispetto ai comportamenti virtuosi.

Nessuno dei nostri suggerimenti proposti è stato adottato, nel frattempo abbiamo tenuto d’occhio i dati sulla raccolta differenziata, almeno per quanto è stato possibile, perché CEM Ambiente (gestore del servizio di igiene urbana) ha messo a disposizione i dati statistici – per tutti i comuni su cui eroga il servizio – per poco tempo e solo in relazione agli impianti ed oggi la pagina dedicata ai dati è vuota.

Ci sono però quelli pubblicati dall’ARPA relativi alla produzione e gestione dei rifiuti in Lombardia da cui è possibile estrapolare per Cernusco alcuni elementi significativi. Che vi proponiamo:

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

La raccolta differenziata dal 2017 non ha fatto ulteriori progressi (è ferma all’85%)

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

mentre la produzione di rifiuti, dopo un calo iniziale, dal 2019 è in netta ripresa. Purtroppo non sono ancora disponibili i dati del 2020, primo anno di pandemia, da cui si potrebbe valutare come abbia influito il covid nella produzione di rifiuti.

C’è inoltre da tener presente un elemento importante: a partire dal 2017 sono state modificate le modalità di calcolo della raccolta differenziata, introducendo nel conteggio anche altre tipologie di rifiuti (ingombranti, spazzamento strade, inerti da demolizione conferiti da utenze domestiche, compostaggio domestico e rifiuti recuperati da parte dei produttori), elementi che aumentano le percentuali di raccolta differenziata, a prescindere dall’ecuosacco.

A sei anni dall’introduzione dell’ecuo sacco è giunto il momento di fare il punto sul servizio di igiene urbana, valutandone i risultati attraverso fonti terze rispetto al gestore ma, come dicevamo, da tempo CEM Ambiente non pubblica più i dati su rifiuti e raccolta differenziata e dunque non è purtroppo possibile fare confronti diretti fra le diverse fonti di dati. Avere dati certi ed attendibili è fondamentale, perché è proprio sulla base di questi indicatori forniti da CEM Ambiente all’amministrazione che si basano le tariffe della tassa sui rifiuti. E sono in gioco milioni di euro.

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

Secondo i dati dell’ARPA il costo della gestione dei rifiuti a Cernusco è cresciuto, passando da 96,3 euro/abitante*anno del 2016 a 105,3 nel 2019. La nostra domanda è quindi: a fronte di costi maggiori, il servizio è migliorato? Vorremmo avere i vostri pareri.

Ricordiamo inoltre che il contratto di servizio stipulato – per nove anni – con il gestore prevede per l’amministrazione precisi doveri di vigilanza e controllo, oltre che obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini. E dunque vorremmo avere dei riscontri concreti rispetto a tali indicazioni.

Come pure vorremmo capire se tutte quelle misure che dimostrano attenzione nei confronti dei cittadini, dai punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (tazzine rotte, lampadine, olio vegetale, ecc), agli incentivi per gli esercizi commerciali che limitano gli imballi, ospitano aree per i prodotti alla spina, o destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale). Per non parlare dell’osservatorio sui rifiuti.

A pochi mesi dalle elezioni comunali, il servizio di igiene urbana è uno dei temi su cui si misureranno le risposte di chi si candida a governare la città.

#raccoltadifferenziata: i primi risultati del nostro questionario

Dove si butta la confezione di plastica del gelato? e quella dello stracchino? E’ una delle domande più frequenti che ci hanno rivolto nel corso delle giornate di promozione del questionario di valutazione del servizio di raccolta rifiuti di Cernusco elaborato dal nostro comitato.

Per capire come la cittadinanza giudichi questo servizio che incide per quasi il 10% del bilancio abbiamo preparato un questionario con poche, semplici domande e soprattutto lo spazio per i suggerimenti.

Il giudizio complessivo sul servizio è più che positivo: solo per il 2% è mediocre, mentre il 54% degli intervistati lo considera ottimo. Il 73% conosce i giorni in cui vengono ritirate le diverse tipologie e la frequenza dei giorni di raccolta – sia per l’organico che per l’indifferenziato – è considerata adeguata (è insufficiente per l’organico solo per 15%, per l’indifferenziato per l’8%).

L’84% dichiara di utilizzare la piattaforma ecologica di via Resegone, più articolato il giudizio sul compost, 54% degli intervistati lo conosce ed informato su come si fa a produrlo.

I maggiori dubbi su come differenziare in modo corretto i rifiuti riguardano gli oli alimentari usati e la plastica. Soprattutto per la plastica ci sono numerose tipologie di involucri per alimenti che non presentano il simbolo proprio del riciclo images  e che quindi non si sa dove buttare. Per gli oli la difficoltà è di ordine logistico, dal momento che la raccolta non viene effettuata porta a porta ma il contenitore si trova solo in piattaforma. I dubbi per il vetro riguardano il divieto di inserire i bicchieri ed il pyrex nei bidoni blu di raccolta, divieto di cui non si coglie il senso rispetto alle bottiglie.

Così accade che gli errori di selezione siano spesso legati ad un’informazione insufficiente o assente, piuttosto che alla negligenza del cittadino. Anche per il tetra pack ci sono ancora dubbi: il cartone del latte è un materiale pluriaccoppiato la cui raccolta viene  effettuata insieme a quella della carta dalla Cernusco Verde, ma le regole sono diverse da gestore a gestore e così finisce che nei diversi comuni ci siano regole non omogenee. 

Tra i suggerimenti quello che raccoglie maggiori preferenze (28%) riguarda l’introduzione di riduzioni di tariffa e meccanismi premiali per chi seleziona di più, seguito al 26% dall’informazione (campagne periodiche per sensibilizzare i cittadini e gli studenti sull’importanza della selezione per la tutela dell’ambiente). Distribuire compostiere a chi vuole usare il proprio umido organico per produrre compost è invece suggerito dal 19% degli intervistati, mentre un 15% ritiene utile introdurre sanzioni e controlli per chi non separa correttamente; solo il 5% vorrebbe aumentare le tipologie di rifiuti raccolte.

Si tratta evidentemente di un quadro parziale e limitato ad un campione ridotto, ma indicativo di un grado di soddisfazione elevato, ove però emerge una richiesta di maggiore informazione, anzi di informazione di qualità ed argomentata in modo da essere convincente e persuasiva. Detto in altri termini, i cernuschesi sarebbero ancora più bravi nella raccolta se conoscessero la ragione che sta alla base del divieto di buttare i bicchieri di vetro insieme alle bottiglie ed ai barattoli rotti oppure l’incidenza della contaminazione biologica sulla qualità del rifiuto o la quantità di sostanze tossiche che si sviluppano dalle plastiche smaltite nell’indifferenziato, piuttosto che nel multimateriale.

Come per l’acqua, anche per i rifiuti, la conoscenza informata produce maggiore confidenza nel servizio.

Sabato 28 giugno ci sarà un nostro banchetto in piazza Matteotti per raccogliere altri questionari in modo da avere ulteriori informazioni.

Per una valutazione complessiva sul servizio ci mancano però alcuni elementi di natura strutturale che riguardano il numero e le tipologie abitative della città, le aree di maggiore criticità per la raccolta, l’adeguatezza o meno degli ambienti tecnici degli edifici riservati al deposito dei rifiuti. A questo riguardo abbiamo chiesto da tempo un incontro al direttore tecnico della Cernusco Verde che, pur dichiarandosi disponibile, ha dichiarato di voler sottoporre la nostra richiesta alla valutazione del nuovo responsabile amministrativo. Ci auguriamo che il neo nominato amministratore abbia presto modo di valutare la nostra richiesta.

Nel contempo il comitato Bene Comune Cernusco ha iniziato un’analisi dei bilanci della Cernusco Verde, la società partecipata del comune, che gestisce la raccolta dei rifiuti insieme a diversi altri servizi di interesse collettivo e che sarà nei prossimi mesi oggetto di un riassetto amministrativo. A breve le nostre valutazioni.

Sociologia dei rifiuti a Cernusco

I dati sulla raccolta dei rifiuti recentemente pubblicati dal comune di Cernusco si riferiscono ad un intervallo temporale significativo (gli ultimi dieci anni) che consente di ricostruire il volto della nostra città proprio a partire dai rifiuti (una sorta di quadro sociologico d’accatto), partendo dall’assunzione che i rifiuti costituiscano uno specchio più o meno fedele della città rispetto ai consumi ed alle abitudini dei suoi abitanti.

E’ chiaro che si tratta di una forzatura e che una lettura basata solo sull’evoluzione temporale degli indicatori quantitativi dei rifiuti e della relativa raccolta differenziata non può essere un’analisi in grado di restituire il profilo sociale della città, ma il nostro tentativo può essere utile ad individuare le aree di criticità di un servizio che riguarda la collettività ed incide sul bilancio cittadino in modo significativo (4.200.000 euro nel 2013).

E serve soprattutto a valutare le strategie possibili perché in una città intesa come “bene comune” si possa arrivare all’obiettivo rifiuti zero.

Popolazione, rifiuti e raccolta differenziata

In dieci anni a Cernusco la produzione complessiva di rifiuti è diminuita del 5,76%, la raccolta differenziata è aumentata di 7,7 punti percentuali, mentre la popolazione ha avuto un incremento a due cifre percentuali (13,29%). Dunque in dieci anni la città è cresciuta ad un ritmo elevato, doppio rispetto a quello della raccolta differenziata, ma è riuscita comunque a contenere la sua produzione di rifiuti.

L’incremento dei costi di gestione dal 2006 al 2014 del servizio è stato invece del 20,36% (mancano i dati del 2004 e del 2005) ma, se viene considerato al netto della rivalutazione percentuale calcolata rispetto al periodo analizzato sull’indice dei prezzi al consumo per famiglie, operai e impiegati, l’aumento è pari all’3,86%.
La percentuale di raccolta differenziata si è collocata, dopo un iniziale trend positivo, intorno ad una media del 62%, comunque al di sotto della soglia critica del 65%, barriera rispetto alla quale per avere incrementi significativi occorrono modifiche strutturali al sistema di raccolta tradizionale.
E’ pertanto utile dare un’occhiata all’evoluzione della tipologia di rifiuti differenziati che sono stati ripartiti in tre categorie in funzione del diverso peso percentuale in tonnellate smaltite.

Rifiuti compresi fra le 100 e 2500 ton.

Solo l’umido, gli scarti vegetali, il vetro e la plastica dai multi materiali vedono un trend positivo, in forte calo carta e cartone, legno, imballaggi misti/Rsu assimilabili (secco).
Si tratta delle categorie di rifiuti che pesano di più in termini di tonnellate di prodotto da gestire e smaltire.fig.2

Rifiuti sotto le 250 tonnellate

In questo gruppo sono i rottami di ferro, il recupero assimilati agli urbani e le apparecchiature elettroniche a subire la maggiore diminuzione, specie a partire dal 2009-2010 (inizio ciclo crisi economica). Crescono di fatto solo le lavatrici.

fig2bis

Rifiuti < 1 tonnellata

Nell’ultima categoria, rifiuti inferiori ad 1 tonnellata, l’olio vegetale subisce un drastico crollo (le famiglie non buttano più l’olio?), le altre categorie hanno un trend evolutivo positivo, anche se più o meno costante nel tempo. Per le pile e l’olio minerale la caduta a partire dal 2012 non sembra indicare un dato strutturale, ma un elemento contingente.

fig3

Considerazioni

Alcuni elementi base che si possono estrapolare dalle tabelle precedenti:
1. Alcune categorie di rifiuti, chiamiamoli per comodità “base” sono in aumento: l’umido, il vetro e la plastica dal multi materiale. Si tratta di rifiuti “facili da riconoscere” e che ormai hanno molti anni di pratica selettiva.
2. La diminuzione di carta e cartone, legno, rottami di ferro, apparecchiature elettroniche a partire dagli anni della crisi è probabilmente correlata alla diminuzione dei consumi e/o ad uno smaltimento diretto per recuperarne i costi di tale materie.
3. Alcune categorie di rifiuti di secondo livello, vale a dire quelli che implicano la selezione selettiva e poi il conferimento diretto da parte dei cittadini in discarica, sono in aumento, segno che l’informazione relativa al loro corretto smaltimento comincia ad essere efficace.

Azioni positive verso una città a Rifiuti zero

Per completare la nostra “sociologia del rifiuto” mancano elementi significativi di valutazione che riguardano le criticità della raccolta nei diversi quartieri, le percentuali e tipologie di abbandono indiscriminato ed i relativi costi di smaltimento.
Stiamo cercando di reperire i dati relativi a questi aspetti perché il nostro obiettivo è un progetto per la nostra città teso all’obiettivo “Rifiuti zero”.
Il progetto implica diversi piani operativi sui quali chiediamo la collaborazione di tutti, istituzioni, gestore del servizio e cittadini rispetto ai seguenti livelli:
– sensibilizzazione e comunicazione
– individuazione delle azioni correttive
– informazione e coinvolgimento dei cittadini
– strategie operative tese a creare abitudini positive e non meccanismi sanzionatori.
– meccanismi di controllo e verifica dell’azione pubblica
– formazione di politiche in materia ambientale

 

Rifiuti: un’analisi dell’andamento negli ultimi dieci anni a Cernusco sul Naviglio

Premessa

All’inizio del 2014 il Comune di Cernusco sul Naviglio ha pubblicato i dati relativi alla gestione dei rifiuti dal 2004 al 2013, dati che consentono di ricavare significative informazioni rispetto all’evoluzione demografica della città, dei suoi consumi e produzione/riciclo di rifiuti.

E’ tuttavia necessario premettere che i dati del Comune non coincidono con quelli pubblicati dall’ARPA Lombardia sul proprio sito web[1]: le differenze riscontrate si riferiscono alla percentuale di raccolta differenziata ed alle singole voci di rifiuti riciclati, probabilmente a causa della diversa valutazione dei categorie di rifiuti (?). Ciò premesso di seguito verranno esaminati esclusivamente i dati pubblicati sul sito web del comune per avere un’unica base dati di riferimento.

I dati della gestione dei rifiuti di Cernusco sul Naviglio

a)     Produzione di rifiuti

La quantità di rifiuti prodotti dai cittadini di Cernusco sul Naviglio è aumentata fino al 2007 per poi avere una decisa inversione di tendenza da quell’anno in poi (figura 1).

fig1

Per valutare tale andamento però è necessario rapportare la produzione dei rifiuti al numero di cittadini residenti

Difatti dalla tabella figura 2 emerge che l’aumento della produzione dei rifiuti è dovuto in buona parte all’aumento della popolazione (nel periodo 2004-2007 l’aumento della produzione pro-capite è stato del 3,5% contro un incremento del 6,6% della produzione totale). La riduzione della produzione totale osservabile dal 2008 in poi viene confermata anche a livello pro-capite con una diminuzione in termini percentuali del 20%.

fig2

La riduzione della produzione dei rifiuti, dovuta alla crisi economica che ha portato ad una riduzione significativa dei consumi, è un aspetto positivo che dovrebbe portare in linea generale ad una una gestione più efficiente dei rifiuti (un volume inferiore di rifiuti da “smaltire” implica e minori oneri.

b)     Raccolta differenziata

Dai dati forniti dal Comune è possibile rilevare un incremento significativo della raccolta differenziata dal 2004 fino al 2011 (figura 3). Tale tendenza si inverte nel corso del 2011 con una riduzione significativa nel 2012 e nel 2013, in questo ultimo anno la percentuale di raccolta differenziata ritorna quasi ai valori 2010 (64,78% contro 64,64%).

fig3

Tale riduzione viene confermata anche dalle classifiche di Legambiente che riporta Cernusco tra i comuni “ricicloni” dal 2010 ma progressivamente in posizioni inferiori rispetto all’anno precedente (dal 665° al 1050° posto in classifica assoluta e dal 104° al 139° nella classifica dei comuni oltre ai 10.000 abitanti).

ricicloni

Estratto dal sito http://www.ricicloni.it

Al fine di comprendere le cause alla base della riduzione della raccolta differenziata è utile osservare le variazioni subite dal 2011 al 2013 delle varie componenti dei rifiuti (tab. 1 e 2). Da un primo esame complessivo (tab. 1) si assiste, negli anni in esame, ad una riduzione significativa dei rifiuti pro-capite con una riduzione ancora più accentuata della raccolta differenziata. La riduzione di quest’ultima però non è bilanciata da una riduzione dei rifiuti indifferenziati che sono rimasti pressoché identici nel triennio considerato:

Tab. 1 – PRODUZIONE RIFIUTI Variazione %
INDIFFERENZIATA (Ton) -0,37%
DIFFERENZIATA (Ton) -5,44%
TOTALE -3,47%
RIFIUTI procapite (Ton) -8,98%
DIFFERENZIATA procapite (Ton) -10,83%

Osservando le varie componenti (tab. 2) che costituiscono la raccolta differenziata si evidenziano situazioni non omogenee:

Tab. 2- DETTAGLI RACCOLTA DIFFERENZIATA Variazione Ton. Variazione %
Imballaggi in carta e cartone (Ton) (152,83) -7,61%
Imballaggi in vetro (Ton) 21,49 1,75%
Imballaggi in plastica (Ton) 1,90 3,89%
Imball misti/Rsu assimilabili (Ton) (134,03) -33,88%
Imballaggi misti/multimateriale (Ton) 19,36 3,25%
Imballaggi plastica da multimateriale 47,74 11,21%
Imballaggi acciaio da multimateriale (10,56) -14,01%
Imballaggi alluminio da multimateriale 0,54 6,76%
Rottami ferro (Ton) (54,48) -24,65%
Legno (Ton) (212,50) -33,14%
Umido (Ton) 56,54 2,28%
Scarti vegetali (Ton) 7,56 0,31%
Pile esauste (Ton) (1,03) -30,65%
Medicinali scaduti (Ton) 0,23 8,71%
Batterie al piombo (Ton) (0,20) -2,13%
Olio minerale (Ton) 0,64 21,48%
Olio vegetale (Ton) (0,45) -6,77%
Frigoriferi (Ton) (8,87) -25,67%
T e/o F (Ton) (2,82) -11,22%
Tubi fluorescenti (Ton) 0,04 2,91%
Pneumatici (Ton) (7,20) -45,45%
Apparecchiature elettron (Ton) (62,46) -56,19%
Lavatrici/Lavastoviglie (Ton) 18,03 17,78%
Macerie (Ton) (67,00) -20,10%
Cartucce toner (Ton) (0,09) -5,12%
Abbigliamento (Ton) (6,06) -26,67%
Altro (Ton) (0,43) -34,52%
DIFFERENZIATA (Ton) (584,65) -5,44%

Dalla tabella emergono positivamente l’aumento della raccolta dell’umido, degli scarti vegetali e delle lavatrici. Di contro si osservano riduzioni significativi nella raccolta di imballaggi in carta, legno e apparecchiature elettroniche. Le cause delle disomogeneità tra una categoria andrebbero approfondite dal momento che alcune categorie di rifiuti sono in aumento (ad esempio le lavatrici/lavastoviglie) mentre altre risultano in forte diminuzione (frigoriferi).

c)     Costo della Gestione dei rifiuti

Diminuzione dei rifiuti prodotti da una parte ed aumento della raccolta differenziata dall’altra implicherebbero una diminuzione del costo della gestione dei rifiuti, mentre si rileva che dopo un periodo di assestamento (dal 2006 al 2008) il costo pro-capite della gestione dei rifiuti è aumentato nel biennio 2009-2010 per assestarsi su valori vicini ai massimi negli anni successivi (fig. 4).

fig4

L’aumento del costo della Gestione dei rifiuti è ancora più evidente se si osserva il costo totale che dal 2006 al 2013 è cresciuto di circa il 20%. Dalla fig. 5 si rileva continuo aumento del costo di gestione dei rifiuti che nel 2013 ha superato i 4 milioni di euro.

fig5

 Considerazioni finali

Dai dati analizzati emerge che, indipendentemente dalle criticità evidenziate nelle singole categorie di rifiuti, la raccolta differenziata si è assestata a livelli leggermente inferiori al 65%. Questa soglia rappresenta spesso un valore limite per i comuni che hanno una popolazione sopra i 10.000 abitanti e che hanno una Gestione[2] dei rifiuti “tradizionale”.

Tale limite tuttavia non è invalicabile e diversi comuni sono riusciti a superarla come ad esempio il comune di Castelfranco Veneto che con i suoi 33.000 abitanti si trova al decimo posto della classifica di Legambiente tra i comuni oltre i 30 mila abitanti (Cernusco è al 139° posto). Infine desta preoccupazione il costo di gestione dei rifiuti che di anno in anno aumenta e che rappresenta quasi il 10% delle uscite totali del comune.

a cura di Francesco Spurio

[1] http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrifiuti2012.asp

[2] Gestione dei rifiuti deve intendersi la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi la supervisione di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento nonché le operazioni effettuate in qualità di commercianti o intermediari