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Monnezza: informazione, disinformazione e propaganda

“arriveremo a produrne oltre il 50% in meno” .

Così scriveva l’assessore all’ecologia Ermanno Zacchetti alla vigilia dell’introduzione del sacco rosso (che ci rifiutiamo di chiamare ecuo sacco, perché non è equo né ecologico). In dicembre è arrivata la comunicazione da parte di sindaco ed assessore che dopo cinque mesi la percentuale di rifiuto indifferenziato a Cernusco si è ridotta del 60,53%.
Si tratta di dei dati comunicati al comune da CEM Ambiente, concessionaria da gennaio del servizio di igiene urbana, riassunti in questa tabella:

Lo stesso assessore Zacchetti si chiede: “Può nascere il dubbio sulla veridicità di questi dati: sono veri o sono farlocchi?” E fa un lungo excursus per concludere che “Il Comune … tra marzo e aprile di ogni anno ha l’opportunità di verificare ed avere una visione completa su tutti i dati riguardanti i rifiuti dell’anno precedente”.

I dati relativi all’andamento di cinque mesi di raccolta differenziata forniti dal gestore rappresentavano  un’informazione da verificare, ma sono stati direttamente trasferiti come notizia ai cittadini  dall’amministrazione. Ci si chiede allora perché in dicembre siano stati presentati se:

1) sono solo un’anticipazione e per il bilancio definitivo occorrerà aspettare marzo/aprile;
2) si tratta di dati che arrivano direttamente dal gestore del servizio e sono stati riportati alla cittadinanza senza una verifica (almeno non dichiarata) da parte dell’amministrazione che pure ha compiti di vigilanza e controllo sul gestore;
3) non derivano dal peso reale dei rifiuti conferiti che si ricava solo dai registri FIR (Formulario di Identificazione Rifiuto) di carico e scarico dei materiali, come dichiarato dallo stesso assessore.

Nelle scorse settimane si è molto discusso in Italia su bufale ed opportunità di controllo dell’informazione. Persino la monnezza, la monnezza della nostra città, ci aiuta a riflettere e rende concreto questo dibattito.
I dati sui rifiuti sono veri o farlocchi? Chi dovrebbe controllarli? Ci troviamo davanti a informazione, informazione falsa (disinformazione) oppure propaganda?
L’amministrazione non ha voluto istituire un osservatorio sui rifiuti composto da soggetti diversi che avrebbe potuto verificare come soggetto terzo i dati presentanti invece senza contraddittorio; la stampa locale si è limitata a riprendere il comunicato stampa del comune senza porsi domande e/o approfondire venendo meno al compito del giornalista che, secondo il grande reporter Robert Fisk è “dare le notizie e porsi delle domande”.
Intanto i cittadini hanno già dimostrato – sinora senza alcuna smentita – che i dati forniti da CEM sull’andamento dei rifiuti dopo l’introduzione del sacco rosso non corrispondono a ciò che si rileva dai tabulati. Riportiamo solo due esempi tratti dallo studio sul sacco rosso di S. Pozzi e S. Rocchi.

2013-14-15 – CURVA E.S. TRE COMUNI, dallo studio sull’ecuo sacco di Pozzi e Rocchi (11, dia 15)

2014-15 CURVA E.S. 10 COMUNI – studio sull’ecuo sacco di Pozzi e Rocchi (11, dia 23)

I dati sui rifiuti sono importanti, servono come base per stabilire le tariffe della tassa sui rifiuti che ci troveremo a pagare quest’anno. La loro presentazione a metà dicembre era così propedeutica alla successiva approvazione nel consiglio comunale del 22 dicembre 2016 del Piano Finanziario 2017 del servizio di gestione dei rifiuti urbani del Comune di Cernusco sul Naviglio e delle relative tariffe della tassa sui rifiuti (Tari) anno 2017 e del Bilancio di previsione finanziario.

Il problema quindi è che come faremo a controllare l’adeguatezza delle tasse che paghiamo e, prima ancora, che i notevoli costi del servizio di igiene urbana siano effettivamente congrui se la disinformazione è istituzionale?

Il 2017 si apre con gli stessi interrogativi dei mesi scorsi, con forse uno spiraglio legato al fatto che questa primavera ci saranno le elezioni e su questi temi chi si propone di governare il paese per prossimi anni avrà modo di proporre quegli strumenti sinora negati ai cittadini per distinguere l’informazione dalla propaganda rispetto ai beni ed ai servizi di interesse collettivo. E lì si farà la differenza.

L’ecuosacco ed il bilancio di fine anno

Cinque mesi sono un intervallo temporale anomalo, ma a fine anno è tempo di bilanci ed il clima natalizio è pure propizio per le buone notizie. Così arriva il bilancio per l’ecuo sacco, il sacco di plastica rossa per la raccolta dei rifiuti indifferenziati su cui è riportato un codice numerico associato alle utenze, introdotto a Cernusco dal 1 giugno di quest’anno e destinato ad una “sperimentazione” che durerà sino alla fine del 2017.  L’innovazione si deve a CEM Ambiente, società partecipata che dal 1 gennaio 2016 e per nove anni è diventata il nuovo gestore del servizio di igiene urbana.
Nel mese di maggio le famiglie hanno dovuto mettersi in coda agli sportelli comunali per ritirare i sacchi rossi da quaranta litri in quantità predefinita per nucleo familiare (o azzurri da 120 lt per le utenze non domestiche) e destinati a durare sino alla fine del 2017. Per gli spreconi gli eventuali sacchi in più sono a pagamento, mentre per i virtuosi non c’è nessun premio.
Potrebbe sembrare uno dei molti modi che i gestori del servizio di igiene urbana usano per cercare di ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati, aumentare la raccolta differenziata ed arrivare ad una tariffa puntuale ove le tasse per i rifiuti sono in relazione diretta ai rifiuti prodotti da ciascuno. Ma così non è, perché l’ecuo sacco, oltre che un orrore lessicale, rappresenta una vera e propria falsificazione semantica.

Analisi del rapporto dotazione ecuo sacco e tipologia nucleo familiare fra i comuni aderenti all’ecuo sacco.
fonte: studio sull’ecuo sacco di Sergio Pozzi e Sergio Rocchi

La dotazione familiare di sacchi è la stessa per tutti i comuni ove CEM Ambiente ha introdotto l’ecuo sacco ma, mentre a Cernusco la produzione di rifiuti indifferenziati è di 150 Kg all’anno per abitante, a Bellusco se ne producono solo 54. La risposta non può essere la stessa su territori con quantità di produzione di rifiuti così diverse: la definizione della dotazione familiare avrebbe dovuto basarsi su criteri più equi e soprattutto più rispondenti ai reali quantitativi di immondizia da smaltire. Quindi, nonostante il nome ecuo sacco voglia richiamare insieme equità ed ecologia, i sacchi rossi non possono affatto definirsi equi.

Inoltre la ripartizione delle aree urbane di raccolta da quattro a tre e la riduzione del numero di ritiri dell’indifferenziato da due alla settimana ad uno solo si connota come una riduzione del servizio a cui non corrispondono misure di compensazione del disagio.
A Cernusco infatti non è stata messa in atto nessuna delle misure di compensazione e solidarietà sociale che si utilizzano in molti altri comuni. Non sono state previste ad esempio raccolte dedicate per chi deve smaltire pannolini e pannoloni oppure presidi sanitari, né realizzati punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (tazzine rotte, lampadine, olio vegetale, ecc) che andrebbero conferiti alla piattaforma ecologica che però si può raggiungere solo in auto. Dare ai cittadini l’opportunità di ridurre l’uso dell’auto significa non solo mettere in atto concrete misure di riduzione dell’inquinamento, ma soprattutto è un segnale di attenzione vera per quelle categorie di persone che non hanno l’auto o non possono usarla.
Sul territorio comunale non ci sono contenitori per la raccolta dell’olio usato, né sono state messe in atto campagne di promozione dell’uso di prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale, tipo pannolini riciclabili per bambini, coppette mestruali per le signore, lettiere ecologiche per i gatti. Così come non c’è traccia di incentivi per gli esercizi commerciali che utilizzino meno imballi o che predispongano aree di vendita di prodotti alla spina o aree destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale).
Non sono stati adottati incentivi urbanistici e/o economici per quei condominî che non hanno spazi adeguati alla raccolta differenziata (ce ne sono e sono proprio quelli ove le condizioni socio-economiche sono in stretta relazione con l’adeguatezza degli ambienti). Infine, ma non ultime non sono state previste misure di solidarietà sociale per la riduzione della TARI per i nuclei familiari in difficoltà economica.
Si trattava di misure che avrebbero significato attenzione concreta per le esigenze dei cittadini e che sono di limitato impatto economico rispetto ad un servizio complessivo che costa più di 4 milioni di euro.

Nulla di tutto questo però viene citato nel bilancio sul sacco rosso che l’amministrazione ha presentato in questi giorni: in soli cinque mesi la quantità di rifiuti indifferenziati, a detta del sindaco Eugenio Comincini e dell’assessore Ermanno Zacchetti, si sarebbe ridotta del 60,5%, la raccolta differenziata sarebbe balzata all’84% con una conseguente riduzione del 10% sulla tassa per i rifiuti del prossimo anno.
Si tratta di dati estrapolati dagli uffici tecnici del comune di Cernusco che arrivano dal CEM Ambiente. Un po’ di cautela sarebbe stata opportuna visti i precedenti: ricordiamo bene l’inattendibilità dei dati forniti nel corso della presentazione pubblica dell’ecuosacco dello scorso 17 maggio riferiti a valori diversi e non omogenei per anni e comuni, per non parlare della relazione tecnica di corredo alla delibera di giunta con cui si è introdotto l’ecuo sacco, in gran parte copiata da quella usata dal comune di Brugherio l’anno precedente. In altri paesi copiare un documento porta alle dimissioni e copre di vergogna chi lo fa, qui da noi diventa prassi istituzionalizzata .
Ai dati privi di riscontri sulla quantità di rifiuti prodotti e raccolti presentati nel bilancio del sacco rosso di questi giorni si affiancano le cifre dei costi del servizio che porterebbero il prossimo anno ad una riduzione del 10% della tassa sui rifiuti.

Sono mesi che molti cittadini evidenziano che i dati forniti non tornano, che ci sono troppi disallineamenti fra le quantità di rifiuti dichiarate nei dispositivi amministrativi che hanno formalizzato l’adozione delle tariffe TARI e del sacco rosso (quest’ultima emessa dal giunta comunale in modo tardivo e solo dopo la segnalazione di un cittadino socio del nostro comitato) ed i dati che si ricavano (con molta difficoltà!)  dalle tabelle riepilogative di CEM Ambiente), come dimostra lo studio sull’ecuo sacco di Sergio Pozzi e Sergio Rocchi.
Eppure il contratto di servizio stipulato con il gestore impone all’amministrazione precisi doveri di vigilanza e controllo, oltre che obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini.
Troppi e troppo diversi i valori riportati in vari documenti: ad esempio la stima sui rifiuti di CEM per il 2016 era di 10.863 tonnellate, mentre la tabella del computo della TARI dell’amministrazione riporta 14.800 ton. e, poiché nel documento presentato il 17 maggio scorso in Filanda, per il 2015 venivano indicate 15.300 tonnellate (ma in una tabella precedente della Cernusco Verde venivano indicate 15.547,42 ton), vuol dire che c’era una previsione di 500 tonnellate di rifiuti in meno rispetto all’anno precedente.
Dalle dichiarazioni del sindaco Comincini e dell’assessore Zacchetti, invece, in soli cinque mesi ci sarebbe stata una riduzione del 60% dei rifiuti secchi. Si segnala una media mensile di 336,7 ton al mese, che con l’ecuo sacco precipita al 133 ton, ma non si riporta con la stessa enfasi che il multipack ha subito un aumento del 70% . Quindi gran parte di quello che andava nel secco ora finisce nel multipack ed è più significativo rilevare che la quantità complessiva di rifiuti sarebbe diminuità di solo il 9%.
Come riferimento aggiungiamo che nel 2015 i ricavi della Cernusco Verde, il precedente gestore, sul servizio di igiene urbana erano di 3.856.894 euro. Il costo attuale è del servizio con CEM Ambiente è di 4.040.000 euro.
E’ ora il momento di far chiarezza, perché i cernuschesi sono virtuosi, ma hanno la puzza sotto il naso (cit.) e non vogliono essere presi in giro. Occorre un osservatorio sui rifiuti che valuti l’andamento del servizio, le sue criticità e l’operato del gestore. Tale ambito deve comprendere rappresentanti di tutte le parti coinvolte dal progetto: in primo luogo i cittadini, il civismo organizzato, gli amministratori dei condomini, il gestore del servizio, esperti tecnico-scientifici del settore, l’amministrazione insieme a figure di mediazione. I bilanci veri si fanno con questo tipo di strumenti, il resto è propaganda.

chi ha paura dell’ecuo sacco?

sacchi_200916

lo scoprirete stasera all’incontro pubblico organizzato dal comitato Bene Comune Cernusco

biblioteca civica Penati, via Fatebenefratelli, ore 21

Tutto quello che non ci è mai stato raccontato sulla nuova modalità di raccolta differenziata.

Le osservazioni e le proposte dei cittadini

 

 

Casa dell’acqua: no, grazie, senza informazione

Presto avremo a Cernusco un’altra casa dell’acqua e sarà un lascito dell’Expo 2015 perché il comune di Cernusco è fra i vincitori del concorso di idee con cui CAP Holding (il gestore del servizio idrico della provincia di Milano) ha deciso di ridistribuire sul territorio le case dell’acqua costruite per l’Expo (per inciso, costate 850.000 euro).

“Le Case dell’acqua non saranno buttate e siamo orgogliosi di dire che il nostro impegno non si esaurisce con Expo”, dice il presidente del Gruppo Cap, Alessandro Russo.

E ci mancherebbe che venissero buttate con quello che sono costate! Riutilizzarle era solo e soltanto doveroso.

Ma torniamo a Cernusco, ove lo scorso anno è stata inaugurato la prima casa dell’acqua (in prossimità degli impianti sportivi di via Buonarroti) che sembra avere incontrato il favore della cittadinanza perché c’è sempre qualcuno che riempe le bottiglie, specie con l’acqua gassata. Però ad un anno di distanza varrebbe la pena fare il bilancio di questa opera, comunque costata 50.000 euro, che era previsto che dovesse erogare almeno 1500 litri di acqua al giorno per coprire i costi dell’appalto della manutenzione.

Qual è stata la risposta della cittadinanza? Senza dati non si può capire se nel corso del tempo è cambiato il gradi di confidenza nei confronti dell’acqua di rete, se i cittadini hanno iniziato a comprare meno acqua minerale perché la crisi ha ridotto i consumi oppure perché si fidano di più dell’acqua che arriva nelle case e casette.

Comportamenti più virtuosi ed attenti alla riduzione della produzione di plastica e dei consumi energici necessari al trasporto delle bottiglie sono importanti, ma occorre ricordare che non c’è motivo per preferire l’acqua delle casette a quella di casa, a meno che non si abbia un problema di tubature, perché si tratta della stessa acqua. Inoltre un aspetto da non trascurare è legato ad eventuali problemi di contaminazione di bottiglie e caraffe che, anche se ben sciacquate, non sono sterili e l’acqua delle casette, come quella del rubinetto, va consumata in giornata o al massimo entro 48 ore.

Pertanto va garantita in primo luogo la qualità dell’acqua di rete, attraverso investimenti sul piano dei trattamenti di depurazione e soprattutto sull’informazione ai cittadini.

A questo riguardo da mesi il comitato Bene Comune Cernusco, che del protocollo Acqua in comune (teso proprio a fornire l’informazione ai cittadini sulla qualità dell’acqua che bevono) è stato l’ispiratore, chiede a CAP Holding la divulgazione dei dati completi relativi all’acqua dei pozzi di Cernusco, così come previsto dal protocollo sottoscritto un anno fa, senza ancora ad ottenere dati diversi da quelli già noti dell’etichetta dell’acqua.

Ricordiamo che i pozzi di Cernusco attingono da un acquifero vulnerabile, soggetto a diversi inquinanti tanto che l’acqua subisce dei trattamenti in tutti i pozzi prima di essere immessa in rete e, per alcuni di essi, ci sono valori troppo vicini a quelli soglia stabiliti dalla normativi. Inoltre nei prossimi anni a causa dell’aumento della profondità di escavazione della cava vicino al centro commerciale Carosello gli studi indicano un aumento del 20% di drenanza verso l’acquifero, aumento che potrà implicare una variazione nei livelli di concentrazione degli inquinanti.

Per questo torniamo a sollecitare il rispetto della Carta d’intenti per la qualità dell’acqua della provincia di Milano sottoscritta un anno fa. Cittadini informati hanno comportamenti più attenti.

Senza dati, ad un’altra casa dell’acqua, preferiamo più informazione. 

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La giornata mondiale dell’acqua e la Carta per l’Acqua

wwd2015-logoIl 22 marzo, giornata mondiale per l’acqua, compie un anno la Carta d’intenti per l’Acqua, il protocollo d’intenti nato da una proposta del comitato Bene Comune Cernusco per rispondere all’esigenza dei cittadini della provincia di Milano di un’informazione puntale e periodica sulla qualità dell’acqua che arriva nelle loro case.
Ad un anno di distanza facciamo un bilancio cercando di mettere a fuoco cosa è cambiato, i punti di forza e le criticità da migliorare.

LA CARTA PER L’ACQUA

  • Cosa prevedeva per il gestore

Riassunti dalla triade TAP (Trasparenza, Accountability e Partecipazione), gli impegni per il gruppo CAP implicavano la ristrutturazione entro il 30 luglio 2014 dei portali aziendali in modo da raccogliere ed esporre i seguenti elementi informativi:

  • report annuale sull’andamento del servizio per ciascuno dei comuni serviti;
  • nota sul sistema dei controlli e le norme di riferimento sulla potabilità dell’acqua
  • risultati dei controlli svolti dal laboratorio analisi del gruppo CAP;
  • sintesi dei fatti salienti ed eventuali non conformità riscontrate, possibili situazioni di rischio ed azioni intraprese e programmate;
  • invio trimestrale dell’etichetta dell’acqua.

Completavano il quadro azioni di monitoraggio della gestione del servizio idrico e campagne di coinvolgimento delle associazioni no profit e del civismo organizzato.

  • Cosa è stato fatto ad un anno di distanza dal gestore

Il gruppo CAP ha realizzato nei tempi promessi la riorganizzazione strutturale dei portali internet: ora gli elementi informativi previsti dal protocollo sulla situazione idrica di ciascuno dei comuni serviti sono reperibili in modo chiaro ed agevole.

Segnaliamo però che i dati esposti non rispondono completamente ai criteri concordati nella Carta degli intenti per l’acqua che prevedevano, oltre all’etichetta dell’acqua, la presentazione dei risultati dei controlli svolti dal Laboratorio Analisi del Gruppo CAP comprensivi dei principali indicatori chimici e microbiologici per le situazioni di criticità insieme ad una breve sintesi degli eventuali fatti salienti e non conformità verificatisi, con le possibili situazioni di rischio, le azioni intraprese e gli interventi programmati. Pertanto, almeno nei contesti ove emergano situazioni di criticità, si richiede che se ne rendano disponibili anche i dati relativi dei pozzi coinvolti.

Così come è importante indicare:

–  nella relazione annuale la presenza o meno di non conformità e non solo il numero complessivo delle analisi effettuate.

– nelle relazioni il riferimento temporale dei dati presentati e la fonte da cui sono tratti.

  • Cosa prevedeva per gli Enti locali

Alla Conferenza dei Comuni erano affidate attività di promozione sul territorio della Carta d’intenti per l’acqua attraverso alcune azioni positive:

  • l’inserimento sul portale internet di ciascun comune di almeno un banner o link di rinvio alla sezione “Qualità dell’acqua” del gruppo CAP e pubblicazione della relazione annuale di monitoraggio dei pozzi fornita dalla ASL;
  • attività di diffusione dei dati e campagne di promozione e valutazione della gestione del servizio idrico.

 

  • Cosa è stato fatto ad un anno di distanza dagli Enti locali

Cernusco costituisce il comune pilota del progetto e dovrebbe quindi svolgere il ruolo attivo di capofila ed indicatore del suo andamento. In realtà le indicazioni relative alla qualità dell’acqua sul portale istituzionale risultano ancora di non facile identificazione dal momento che si trovano in una sottosezione del menù principale, sebbene il portale internet sia stato recentemente ridisegnato ed aggiornato. Inoltre, fra i molti banner in home page dedicati alla promozione di progetti specifici, quello dedicato alla Carta per l’Acqua non c’è e spiace così rilevare come nella ristrutturazione del portale si sia persa un’occasione per metterla nella dovuta evidenza.

Suggeriamo poi di dividere il contenuto della sezione dedicata all’acqua in paragrafi di più immediata percezione e segnaliamo la necessità di indicare le fonti di provenienza delle citazioni utilizzate.

Infine è opportuno, a nostro avviso, dare rilevo alla Casa dell’Acqua, inaugurata lo scorso anno, attraverso l’inserimento ad esempio di indicazioni relative ai litri erogati ed al conseguente risparmio di bottiglie di plastica.

  • Cosa prevedeva per le associazioni

Alle associazioni competevano attività di promozione e monitoraggio.

  • Cosa è stato fatto ad un anno di distanza dal Comitato Bene Comune Cernusco

Come comitato Bene Comune Cernusco abbaiamo svolto attività di promozione della Carta dell’Acqua in tutte le occasioni di confronto pubblico (ad titolo di esempio: è stata realizzata una scheda informativa sulla qualità dell’acqua erogata dalla casa dell’acqua distribuita in occasione della sua inaugurazione e in altre occasioni di banchetti pubblici).

Il nostro sito ha una sezione dedicata alla Carta per l’acqua e, compatibilmente, con le informazioni che riusciamo a reperire, cerchiamo di tenere informati i cittadini sulla qualità dell’acqua della nostra città. A questo riguardo abbiamo richiesto più volte, purtroppo senza esito positivo, le analisi relative ad alcuni inquinanti che da tempo interessano alcuni pozzi della nostra città per realizzare un’analisi comparata e valutarne l’evoluzione temporale. Ci auguriamo che nei prossimi mesi i canali di comunicazione dei dati diventino più efficaci.

Proposte

  • Elementi informativi aggiuntivi

Proponiamo alcuni elementi, a nostro avviso, utili a completare il quadro degli elementi informativi sull’acqua

  • Serie storiche delle analisi
  • Situazioni di emergenza: sia sui portali dei comuni che in quello del gruppo CAP andrebbe inserita una sezione dedicata alle emergenze, con i numeri da chiamare e le procedura da seguire in caso di anomalie rilevate dai cittadini per l’acqua di rete. Segnaliamo l’utilità di questo elemento sulla base dell’episodio di contaminazione verificatosi nel comune di Cassina de’ Pecchi: la possibilità di sapere come segnalare situazioni anomale e cosa fare in tali occasioni è un elemento importante nella gestione dei rischi.
  • Nuove adesioni

La Carta per l’Acqua prevedeva l’adesione di altri comuni ed associazioni oltre ai primi firmatari del 21 marzo 2014, ma è rimasto indefinito a chi si dovesse indirizzare la richiesta. Il soggetto ideale può essere l’ATO che, però, lo scorso anno non aveva sufficienti risorse da dedicare a tale scopo. Auspichiamo che nella ridefinizione delle funzioni con l’istituzione della Città Metropolitana sia possibile far riferimento a questo soggetto per la raccolta delle nuove adesioni.

In ogni caso per aumentare il numero dei comuni coinvolti è opportuno utilizzare degli incentivi che rendano l’adesione al progetto accattivante attraverso meccanismi premiali: ad esempio l’istituzione da parte del gestore di un premio da assegnare alle migliori pratiche realizzate nei comuni serviti, alle migliori performance in tema di riduzione dei consumi idrici, alla realizzazione di campagne di informazione.

  • La Carta per l’Acqua e l’EXPO

Il 2015 è anche l’anno dell’Expo di Milano dedicata all’alimentazione e, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, ci sembra più che mai opportuno che la Carta di Milano dedicata al cibo in via di definizione tenga conto anche dell’acqua: dalla messa a disposizione di questa risorsa essenziale alla per tutte le comunità, all’impronta idrica legata alle produzioni agricole, alle strategie di consumo responsabile ed informato. Su quest’ultimo aspetto il protocollo previsto dalla Carta dell’Acqua volto all’informazione dei cittadini potrebbe essere utilizzato proprio come riferimento all’interno della Carta di Milano.

#Caroselloleaks: il progetto

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Concludo dicendo che, di tutto l’iter i consiglieri saranno via via informati, così come mi sono già impegnato a fare in commissione. Periodicamente saranno quindi convocate commissioni territorio per dare a tutti la possibilità di conoscere ogni sviluppo del progetto. Giordano Marchetti, 28 luglio 2014

Con queste parole l’assessore al territorio chiudeva il suo intervento in consiglio comunale. Ad otto mesi dall’atto di indirizzo che ha avallato la proposta di accordo di programma volta all’ampliamento del centro commerciale Carosello e, soprattutto, a tre mesi dal deposito presso l’ufficio tecnico della documentazione, solo attraverso un accesso agli atti abbiamo la possibilità di conoscere qual è il progetto proposto dalla società Eurocommercial.

Il punto di forza del nuovo volto del Carosello saranno un prato che coprirà gran parte del tetto del nuovo corpo costruito in gran parte sui parcheggi esistenti a Carugate e l’affaccio vista lago di tale edificio sul parco degli Aironi di Cernusco.

Su questi elementi torneremo presto, intanto emerge con nettezza il tratto di assenza di informazione  con cui le istituzioni si rapportano alla propria comunità rispetto a questo progetto. progetto_Pagina_1

Caroselloleaks: Forum del PLIS e perimetrazione

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estratto dal bando emesso dal comune di Cernusco 26.09.2014

Il comune di Cernusco aveva emesso lo scorso 26 settembre il bando per la selezione delle associazioni da inserire nel “Forum Consultivo di partecipazione del P.L.I.S. EST DELLE CAVE”, un organismo del Parco, nato come “strumento privilegiato per un proficuo ed efficace dialogo tra tutti i soggetti pubblici e privati con finalità consultive, propositive e partecipative“.

Una Commissione, “appositamente costituita dai Comuni costituenti il Parco Locale d’Interesse Sovracomunale Est delle Cave”, avrebbe dovuto effettuare la verifica dei requisiti di ammissibilità dei soggetti richiedenti.

In realtà non si sa chi costituisca la commissione, né se abbia preso una decisione perché per ora nulla è stato comunicato alle associazioni partecipanti.

Nel frattempo, ieri, la giunta della provincia di Milano in uno dei suoi ultimi atti di delibera (n. 337) l’ampliamento del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Est delle Cave del territorio di Cernusco per una superficie complessiva di circa 236 ettari.

nuova perimetrazione PLIS delle Cave

nuova perimetrazione PLIS delle Cave

Una buona notizia, se non fosse che il diavolo sta nei dettagli e, dalla mappa al momento disponibile, sembra proprio che le aree oggetto dell’ampliamento del centro commerciale Carosello non siano state inserite (come da proposta in commissione territorio del 18 settembre scorso, a proposito: quando è stata approvata? non ne troviamo evidenza dagli atti amministrativi).

Quindi vengono rimessi in discussione per l’ennesima volta i criteri guida del PGT che prescrivevano la conservazione dei corridoi ecologici e la tutela delle aree verdi, oltre che una serie di misure atte a diminuire gli impatti di traffico ed inquinamento.

perimentrazione PLIS cave - Carosello - commissione 18.09.2014

perimentrazione PLIS cave – Carosello – commissione 18.09.2014

PS: questo è un no-leaks, ma anche un’omissione è una notizia

Quella sottile linea rossa

Perimetrazione centro abitato - gennaio 2013

Perimetrazione centro abitato – gennaio 2013 – Uff. Tecnico Comune di Cernusco

Il monitoraggio del limite e delle relazioni fra  il “tessuto urbano consolidato” e lo “spazio rurale” era una delle prescrizioni del PGT di Cernusco: ogni venti mesi, era l’indicazione, ci doveva essere una verifica degli obiettivi quantitativi del piano. Ma più della vigilanza, ha funzionato la crisi economica che ha tenuto bassi i volumi delle costruzioni, anche se a tutt’oggi sono rimaste inevase le richieste di quantificazione delle superfici realizzate (vedi censimento del cemento).

E oggi, a quattro anni dall’approvazione, ci chiediamo cosa è rimasto dei caposaldi del PGT che raccomandavano di evitare i processi di saldatura tra diversi centri edificati e gli insediamenti lineari lungo Ie infrastrutture, di preservare i corridoi ecologici previsti e, soprattutto, di verificare la compatibilità paesistico-ambientale delle trasformazioni.

Insomma di tener d’occhio quella sottile linea rossa” tracciata tra città e campagna (l’espressione è di Vezio De Lucia), che definisce con perentorietà il territorio urbanizzato. 

Territorio  che la legge toscana sul governo del Territorio considera come un patrimonio (e non più una risorsa) costituito «dai centri storici, le aree edificate con continuità dei lotti a destinazione residenziale, industriale e artigianale, commerciale, direzionale, di servizio, turistico-ricettiva, le attrezzature e i servizi, i parchi urbani, gli impianti tecnologici, i lotti e gli spazi inedificati interclusi dotati di opere di urbanizzazione primaria» (art. 4). A partire dall’entrata in vigore della legge, ogni nuova edificazione residenziale al di là della linea rossa – cioè sui terreni agricoli e fertili – sarà interdetta. Oltre tale linea, nuovi progetti per edifici produttivi e per grandi strutture di vendita costituiranno oggetto di verifica di conformità alle previsioni del PIT (piano di indirizzo territoriale) da parte di una «conferenza di copianificazione» nella quale il parere sfavorevole della Regione è vincolante (art. 25, c. 6). Resta valido comunque il principio che «nuovi impegni di suolo a fini insediativi o infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti» (Ilaria Agostini).

Anche nella legge regionale lombardia (“Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo”) sono previsti divieti di trasformazione delle aree agricoli, ma i vincoli scatteranno solo fra trenta mesi e, nel frattempo,  ad allentare i vincoli ci penserà anche il decreto

DL 133/2014, detto “Sblocca Italia”, che ha trasformato in senso privatistico l’accordo di programma, attribuendo (con l’art. 26) valore di variante urbanistica a quelle convenzioni tra enti pubblici finalizzate alla realizzazione di progetti di recupero di immobili demaniali, in vista di una loro alienazione; a tali progetti, cui può ora partecipare anche il privato, è attribuito carattere di «pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza», o, per meglio dire, di “privata utilità”, naturalmente in deroga ai piani comunali.

Quindi basterà dichiarare nell’accordo di programma la pubblica utilità del recupero ambientale del parco degli Aironi (per paradosso è proprio l’amministrazione, il soggetto che ha le responsabilità del suo abbandono, che se ne lamenta e utilizza come pretesto per affidarne il recupero ad un soggetto privato per il recupero) oppure della cista ciclabile di connessione Cernusco-Carugate, sino alla svincolo di accesso diretto dalla tangenziale al centro commerciale, che il gioco sarà fatto: gli strumenti urbanistici vigenti verranno modificati per consentire l’ampliamento del centro commerciale a spese di patrimonio pubblico e attraverso la creazione di opache plusvalenze sui terreni interessati dalla compensazione ecologica richiesta.

Un’amministrazione premiata solo un anno e mezzo fa per la buona politica del suo territorio oggi ha intenzione di vendere il suo territorio – che è patrimonio della comunità – per trenta denari. Un tradimento.

Incontro dei sottoscrittori dell’appello NO CAROSELLO

riceviamo e volentieri diamo diffusione, cogliendo l’occasione per ricordare che il comitato Bene Comune Cernusco ha inviato alla regione le osservazioni contrarie all’accordo di programma e sta lavorando per una più attenta valutazione degli effetti che produrrà l’ampliamento del centro commerciale.

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Le amministrazioni di Cernusco e Carugate con l’atto d’indirizzo del 28 luglio scorso hanno avviato la procedura amministrativa necessaria all’ampliamento del centro commerciale Carosello. Si tratta di un progetto che ha profonde conseguenze sul nostro territorio per la cancellazione irreversibile di un pezzo del parco degli aironi, la trasformazione di un’area agricola in svincolo stradale e l’impatto legato all’incremento di visitatori e traffico, ma pure sul futuro delle nostre comunità per le conseguenti ripercussioni di natura ambientale, sociale, culturale ed economica che si determineranno.

Queste preoccupazioni erano alla base dell’appello NO CAROSELLO dell’agosto scorso, che l’incontro promosso dall’amministrazione il 3 ottobre non ha affatto fugato, dal momento che è stata confermata la volontà di proseguire senza tener conto delle perplessità espresse da più parti.

Noi pensiamo che sia invece necessario valutare con maggiore attenzione le ragioni contrarie al progetto e a questo scopo intendiamo costituire un comitato civico cittadino che lavori in questo senso.

Vi invitiamo perciò ad un incontro il prossimo mercoledì 5 novembre presso la cooperativa edificatrice, via Fatebenefratelli 9, Cernusco.

Questo invito è rivolto a tutti coloro che hanno firmato l’appello NO CAROSELLO e a quanti si interrogano su quale siano gli scenari futuri della nostra città.

Vi invitiamo a partecipare e diffondere questo invito.

Vi aspettiamo mercoledì 5 novembre, ore 21,
presso la Cooperativa Edificatrice, via Fatebenefratelli 9, Cernusco sul Naviglio.

Carosello: la grande rimozione

aironiNessuno ha saputo indicarmi dove fosse il parco degli Aironi”. Il racconto del professor Paolo Pileri dà il senso esplicito di quella che è una rimozione collettiva. Un pezzetto di territorio, sottratto solo qualche anno fa all’attività estrattiva ed entrato a far parte del circuito dei parchi cittadini come Parco degli Aironi, era stato inaugurato con grande orgoglio e buone intenzioni, ma si è trasformato in poco tempo in un nonluogo, uno spazio così privo di caratteri identitari, relazionali e storici da essere considerato un’area “non strategica, buona solo per essere venduta al grande centro commerciale (un altro nonluogo) che ha bisogno di spazi per allargarsi.

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