
Martedì sera un evento meteorologico annunciato, ma che ha avuto un’intensificazione locale come spesso accade negli ultimi tempi, ha colpito Cernusco causando allagamenti in alcune zone della città e danneggiato irrimediabilmente il gelso di piazza Matteotti.
Alle ben note criticità idrauliche della città si aggiunge così un’emergenza legata alla perdita di un albero che rappresentava un pezzo di memoria collettiva: il gelso era stato piantato nella piazza centrale proprio per ricordare la presenza, nei campi di Cernusco, delle piante da cui si ricavavano le foglie per l’allevamento dei bachi da seta, i cui bozzoli venivano lavorati nella filanda. Una memoria legata alla storia produttiva e sociale della città di cui il gelso era diventato emblema.
Un albero importante e dunque meritevole di attenzione e cura o, almeno, di un monitoraggio costante delle sue condizioni, come si dovrebbe fare per ogni pianta della città, specie quelle che si trovano degli spazi pubblici e frequentati dalla cittadinanza. La rottura di una grossa branca, avvenuta nella notte, ha causato il crollo di gran parte della chioma, mostrando un deterioramento interno significativo.
L’amministrazione ha reso noto di aver fatto eseguire una perizia secondo cui il fusto risultava compromesso e così il gelso è stato abbattuto con la promessa di un reimpianto, non appena possibile.
La piazza vuota e la perdita di questa pianta ci portano ad alcune considerazioni:
si trattava di un albero situato al centro di una piazza pubblica, sotto le cui fronde si sono svolti negli anni eventi e manifestazioni, e che quindi richiedeva una valutazione attenta delle condizioni di stabilità, anche per la sicurezza delle persone.
La rottura è avvenuta durante la notte e dunque nessuno è rimasto coinvolto, ma se fosse accaduto di giorno?
La vice sindaca ha dichiarato che l’albero era monitorato, ma le gravi patologie interne non erano state rilevate. È lecito interrogarsi sull’efficacia dei controlli adottati, inoltre il gelso era stato sottoposto ad interventi di potatura, era circondato da una pavimentazione che lasciava pochissimo spazio alla base del tronco e, forse, l’apparato radicale era stato danneggiato nel corso dei lavori di sistemazione della piazza. Tutti elementi che possono averne compromesso la salute.
Da tempo insistiamo sulla necessità di prendersi cura del patrimonio arboreo urbano, attraverso azioni concrete: dal censimento delle alberature alla valutazione delle condizioni di stabilità, fino a una gestione professionale che comprenda pratiche corrette di manutenzione e potatura. Ricordiamo ancora una volta che potare non significa necessariamente mettere in sicurezza, anzi, spesso è una delle cause principali di indebolimento strutturale delle piante.
Con la perdita del gelso, oltre che il simbolo di Cernusco, sono venuti meno tutti i servizi ecosistemici forniti dalla pianta, da quelli legati alla funzione sociale a quelli di rilevanza ambientale, con una significativa perdita di immagine ed economica per la città.
Ci auguriamo che la perdita del gelso, simbolo di Cernusco, costituisca un monito per attivare una gestione del verde urbano realmente attenta e realizzata da professionisti, che abbia come obiettivo la tutela effettiva del patrimonio vegetale.
Registriamo inoltre il mancato apporto dei Garanti del Verde e del Comitato cittadino, istituti di partecipazione costituiti proprio per affrontare criticità come queste, ma che finora non hanno prodotto indicazioni pubbliche, neanche come linee guida utili a orientare l’azione della prossima amministrazione.
Infine, cogliamo l’occasione per segnalare la mancanza, a Cernusco, di un Piano del Verde: uno strumento di pianificazione da affiancare quello urbanistico e che molte città hanno già adottato per gestire e progettare la copertura vegetale.
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