Osservatorio per la tutela del suolo e del paesaggio del Nord Est Milanese

Senza cielo, Tullio Pericoli

Il 6 febbraio 2024 si è costituito l’Osservatorio per la tutela del suolo e del paesaggio del Nord Est Milanese.

L’osservatorio nasce per tutelare il suolo, un bene comune, risorsa fragile consumata dall’occupazione delle superfici verdi libere prodotta dalla speculazione edilizia e dalla proliferazione delle infrastrutture e per offrire una risposta concreta alle emergenze climatiche che mettono in pericolo la nostra esistenza sul Pianeta Terra.

L’Osservatorio è costituito da cittadini, rappresentanti di associazioni ambientaliste, culturali e naturalistiche della Zona omogenea Adda Martesana della Città Metropolitana di Milano che, consapevoli delle conseguenze sempre più pesanti del riscaldamento globale e del consumo di suolo, hanno deciso di unirsi e collaborare per costituire una rete coordinata per monitorare e valutare le attività di pianificazione e gestione del territorio delle nostre amministrazioni, analizzare gli effetti derivanti da strumenti di pianificazione inefficaci a tutelare il suolo e ad arrestarne il consumo.

L’Osservatorio è aperto a tutti coloro che riconoscono come fine da perseguire la conservazione delle aree verdi libere, degli ecosistemi e degli ambiti naturali, a cui si affiancano la salvaguardia delle aree agricole e dei boschi, la difesa della biodiversità, la tutela del paesaggio e la conservazione del patrimonio culturale, ambientale ed architettonico. Strumento essenziale è il monitoraggio del consumo di suolo del nostro territorio collegato alla mobilitazione contro le decisioni che mettono in pericolo questa risorsa essenziale.

Sono soci fondatori dell’Osservatorio: Bene Comune Cernusco, Cernusco in Comune, Custodi del Paesaggio Cassina de’ Pecchi, Salviamo il Lago Gabbana Vimodrone, Fulvio Carcano, Walter Piloni.

Per contatti, informazioni ed adesioni: telasuolonordestmi@gmail.com

Il Garante dimezzato

Arriva nella notte di mercoledì 31 gennaio, dopo un iter travagliato ed una vivace discussione in consiglio comunale, l’approvazione del Garante per la tutela del Suolo, del Verde, dell’Ambiente.

La proposta – inizialmente era il ‘Garante degli alberi’ – era stata presentata due anni fa in campagna elettorale come una figura tecnica che avrebbe dovuto introdurre forme di regia unitarie e condivise nella piantumazione degli alberi. Ci sono però voluti ventidue mesi per arrivare in consiglio comunale dove, dopo molte revisioni e ripensamenti, è diventato nella versione finale un ‘comitato’ di tre tecnici, nominati uno dal sindaco, uno dalla maggioranza ed uno dall’opposizione. Dunque non propriamente indipendenti, visto che le loro selezione non risponde soltanto a criteri di formazione e merito, ma anche alla connotazione di parte politica.

Insieme al comitato dei garanti viene istituito anche un comitato di cittadini, con cui collabora nelle funzioni di monitoraggio e di promozione delle iniziative che riguardano suolo, ambiente e territorio, sia dall’alto per quelle che arrivano dall’amministrazione che dal basso per quelle proposte dai cittadini.

La discussione in consiglio, grazie ai rilievi presentati dai consiglieri, ha fatto emergere le numerose contraddizioni del testo del regolamento istitutivo del Garante e del comitato dei cittadini, dagli errori sintattici a quelli di contesto: il testo è stato quasi interamente ripreso dal regolamento del Garante del Verde di Milano, con qualche variante legata alle modalità di nomina dei membri del comitato ed all’introduzione del comitato dei cittadini. In particolare, i rilievi hanno messo in luce come non sia un “organo tecnico” da inserire all’interno degli organi collegiali con funzioni indispensabili ai fini istituzionali, e quindi l’esecutivo si vede costretto ad emendare il testo declassandolo ad “istituto di partecipazione”, così come previsto dall’articolo 43 dello Statuto comunale che prevede appunto “consulte e comitati di organismi di partecipazione all’attività pubblica locale, mediante la partecipazione della popolazione alle attività finalizzate allo sviluppo civile, sociale ed economico della comunità”. 

L’istituzione del Garante del Suolo, del Verde, dell’Ambiente perde dunque la sua portata innovativa iniziale come organo tecnico indipendente di monitoraggio, vigilanza, controllo e proposta rispetto all’operato dell’amministrazione per rientrare nella categoria degli istituti di partecipazione privi di capacità di incidenza.

Ci saranno così due comitati, uno per i Garanti, costituito da tre persone, come già ricordato di nomina politica, anche se le candidature devono rispondere a vaghi requisiti tecnici, ed un comitato di cittadini(aperto anche ai sedicenni), che arrivano dagli iscritti ad un bando reperibile sul portale del Comune. Il comitato di cittadini avrà anche un coordinatore ed un vice-coordinatore.

La nostra posizione su consulte e comitati è nota sin dalla loro istituzione: rappresentano istituti di partecipazione vetusti, anzi spesso sono forme di mistificazione della partecipazione dei cittadini utilizzate per inglobare la cittadinanza in forme che non garantiscono alcuna incidenza nell’ambito deliberativo. Per questa ragione avevamo proposto l’istituzione del Tavolo del Clima, vale a dire un ambito ove si instaura una dialettica fra le diverse componenti, da quella istituzionale, alle forme semplici o strutturate della cittadinanza, a quella scientifica, dove i dati ambientali vengono monitorati, analizzati ed elaborati in strategie di intervento condivise.

Purtroppo non vediamo alcuna portata innovativa nell’istituzione del Garante del Suolo, del Verde, dell’Ambiente, tantomeno in quella del Comitato dei Cittadini. Un’occasione persa, un’altra, intanto le emergenze ambientali e climatiche sono sempre più urgenti.

Raccolta differenziata: guardiamo i dati e la qualità del servizio

foto dalla pagina fb del comune di Cernusco

L’inserimento di Cernusco sul Naviglio in vetta alla classifica dei comuni ricicloni stilata ogni anno da Legambiente è stato celebrato con soddisfazione ed enfasi per i lusinghieri risultati ottenuti: 87% di raccolta differenziata, fra i comuni lombardi, quello con il maggior numero di abitanti (capoluoghi esclusi).

Merito dei cernuschesi che prestano attenzione a questo importante servizio che riguarda tutta la comunità. Tutto bene, dunque? Siamo andati a guardare un po’ di dati sull’andamento temporale della raccolta differenziata sui portali di CEM Ambiente, gestore del servizio di igiene urbana dal 2016, comparandoli con quelli del Catasto Rifiuti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale) ed abbiamo rilevato alcune divergenze:

come si rileva le percentuali di raccolta differenziata hanno un valore simile solo per il 2022, mentre per gli anni precedenti ci sono differenze ed anomalie, anche vistose.

Occorre segnalare che nel 2016 è entrata in vigore una diversa modalità di calcolo dei rifiuti (con l’inclusione nel conteggio di alcune nuove categorie di materiali che vengono avviate al recupero), che ha reso i dati degli anni precedenti a tale data non direttamente comparabili ed introdotto un incremento di quasi 15 punti percentuali.

Inoltre sempre dai dati ISPRA si rileva come la produzione di rifiuti urbani e la raccolta differenziata per Cernusco siano in diminuzione:

Un altro elemento importate è il costo della gestione dei rifiuti a Cernusco, che è passato da 96,3 euro/abitante*anno del 2016 a 105,3 nel 2019 sino a 129 euro bel 2021. A fronte di costi crescenti in questi nove anni dall’introduzione delle nuove modalità di raccolta ed all’appalto a CEM Ambiente, il servizio è migliorato?

In realtà non sembra cambiato dal 2016: non sono mai state introdotte quelle misure – da noi richieste da sempre – che dimostrano attenzione nei confronti dei cittadini, dai punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (stoviglie rotte, lampadine, olio vegetale, ecc), agli incentivi per gli esercizi commerciali che limitano gli imballi, ospitano aree per i prodotti alla spina, o destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale), ad una vera tariffa puntuale con meccanismi premiali e di tracciatura.

Per non parlare dell’osservatorio sui rifiuti.

C’è poi un tema più generale legato alla civiltà delle relazioni ed ai doveri degli amministratori: il sindaco non ha mai risposto alla lettera aperta di una cittadina che abbiamo pubblicato nell’aprile scorso (inviata anche per posta certificata) che esprimeva le difficoltà di una persona anziana, senza auto, che non può quindi recarsi alla piattaforma ecologica per smaltire tutti quei rifiuti che non vengono raccolti con la differenziata: dagli oli usati alle stoviglie rotte.

Con il nuovo anno vorremmo davvero un cambio, un servizio di igiene urbana dalla parte delle cittadine e dei cittadini, di tutte le età e più attento alle loro esigenze. Meno enfasi, più fatti.

COP28: un accordo politico

La COP28 si è chiusa con un accordo politico: l’obiettivo necessario era l’uscita dai combustibili fossili (phase-out) con la loro eliminazione in tempi definiti, il risultato  – ottenuto dopo oltre trecento ore di negoziato sull’orlo del fallimento in un contesto di lobbisti e conflitti d’interesse – è l’invocazione una transizione graduale dal fossile (transitioning away ).

E’ emerso con chiarezza il peso delle lobby del petrolio e la drammatica realtà delle nazioni insulari che saranno condannate all’emigrazione forzata dai loro territori se non si inverte la rotta delle emissioni climalteranti.

Finalmente il negazionismo è stato messo da parte accogliendo la tesi dell’lpcc secondo cui il riscaldamento globale è dovuto alle emissioni storiche cumulate nel corso degli anni come prodotto delle attività umane, vengono quindi riconosciute le premesse scientifiche per una giustizia climatica.

E’ anche il riconoscimento al valore dei moniti di tutti quegli ambientalisti sinora tacciati di ideologia, mentre erano semplicemente realisti, perché partivano da dati concreti e scientificamente provati per arrivare a definire un ideale, quello di garantire un futuro a chi verrà dopo di noi. Dunque d’ora in avanti c’è bisogno di politica, di tradurre l’invocazione politica in policies concrete.

Ma non c’è più molto tempo: questo decennio, secondo la comunità scientifica, è l’ultima finestra temporale per contenere la crisi climatica entro limiti gestibili.

Ogni paese, secondo modalità determinate a livello nazionale, sarà chiamato a contribuire agli sforzi globali. Vedremo qui in Italia e, noi lo seguiremo nel nostro piccolo osservatorio locale, come e quanto il messaggio politico della COP28 verrà messo in pratica.

il nostro bilancio sul parco Est delle Cave

PARERI SU RENDICONTO 2023 E PREVENTIVO 2024

1. Premessa

La presente nota viene redatta sulla base dei seguenti documenti inviati ai componenti il Forum di partecipazione del PLIS Est delle Cave:

  • Relazione – rendiconto 2023
  • Bozza Bilancio 2024
  • Ripartizione quote per singolo comune
  • Descrizione bilancio 2024
  • interventi e chiarimenti della riunione del Forum svoltasi in 6.11.2023.

Nell’intervento introduttivo della seduta il Presidente D. Veneroni ha dato lettura della Relazione annuale 2023 presentata al comitato di gestione svoltosi in ottobre.

Di tale relazione, alla data odierna ancora non disponibile sul portale web istituzionale, si richiede la messa a disposizione dei componenti il Forum di partecipazione che – si coglie l’occasione di ricordare – è anch’esso un organo del parco e come tale deve essere informato.

2. RENDICONTO DI BILANCIO 2023

Il rendiconto di bilancio predisposto dal Direttore A. Duca presenta le attività realizzate nel corso del 2023 ed una tabella riepilogativa con le spese sostenute.

2.1    valutazioni rendiconto bilancio

Il primo elemento che emerge è un problema di natura gestionale, dal momento che nel bilancio 2023 si consolida l’avanzo ereditato dall’anno precedente (25.347,73€) arrivando a quasi 30.000 €, pari ad un terzo della cifra complessiva, elemento che pone interrogativi sull’effettiva capacità di spesa del parco.

Anche la necessità di estendere la durata della validità del PPI (Piano Pluriennale di Intervento) di altri tre anni per completare le azioni previste sottende a problemi di natura gestionale: si tratta quindi di un rimedio formale che va a coprire una pianificazione inadeguata.

Le spese di gestione nel 2023 sono state il 53% del totale: si tratta di spese di segreteria che nel 2022 erano pari a 28.800€, mentre nel 2023 sono stati spesi 21.000€, c’è stata dunque una diminuzione significativa a fronte dello stesso numero di ore 25 settimanali, laddove nel 2021 per 16 ore settimanali il bilancio prevedeva 18.880€. Si rileva pertanto come il tasso orario nel corso degli ultimi tre anni risulti diminuito e la richiesta già avanzata lo scorso anno di avere maggiori dettagli su questo aspetto sia rimasta inevasa. Rinnoviamo dunque la richiesta di spiegazioni su come le attività di segreteria possano costare il 30% in meno da un anno all’altro, a numero di ore invariato.

Rileviamo con piacere che dopo la nostra sollecitazione è stato finalmente deciso di realizzare gli studi ambientali sul parco previsti dalle schede SC1-SC2 attraverso un incarico professionale per un importo di 9.500 € affidato a Università e Museo di Scienze Naturali di Milano. Si ricorda però che il PPI prevedeva per le azioni SC1-SC2 un impegno di spesa di 21.000€ a cui dovevano poi essere affiancate annualmente le attività di monitoraggio (6.500€), dunque la cifra stanziata appare inadeguata rispetto alle indicazioni di piano e mancano ancora gli studi sulla componente storico-architettonica. Si richiede di avere informazioni di dettaglio sugli incarichi affidati e sui tempi di realizzazione.

Quest’anno è stato dato seguito all’indicazione del PPI ed alla nostra richiesta, reiterata negli anni scorsi, di dedicare un capitolo di spesa ad una figura tecnica individuata al di fuori della dotazione organica dei Comuni: il nostro suggerimento era per la funzione di direttore del parco, è invece stato indetto un concorso che ha portato alla nomina di un coordinatore, il dottor A. Curcio, cui facciamo i nostri auguri di buon lavoro.

Prendiamo inoltre atto della sua dichiarazione secondo cui, per evitare conflitti d’interessi, non verranno più affidati da parte del parco incarichi per prestazioni professionali all’associazione di cui è vicepresidente. Rileviamo però che il suo primo atto pubblico è stata la risposta alla nostra richiesta di chiarimenti sui contenuti editoriali dei social media del parco. Dal momento che la gestione dei social media è un servizio affidato all’associazione di cui è vicepresidente, si è trattato di un intervento pervaso da conflitto d’interessi.

La voce relativa Incarichi professionali per aggiornamenti cartografici del 2023 è risultata sovradimensionata rispetto alla cifra previsionale (sono stati spesi 2.600€ rispetto ai 5.000 previsti): l’incarico professionale prevede la relazione per il riconoscimento dell’ampliamento dei territori del PLIS dei comuni di Cernusco sul Naviglio e Cologno Monzese da parte di Città Metropolitana di Milano e della Provincia di Monza e Brianza.

Nel ribadire la richiesta che il professionista incaricato fornisca dati certi e soprattutto comparabili e coerenti con quelli elaborati da altre istituzioni, in particolare i comuni del PLIS; ribadiamo anche quest’anno la nostra richiesta di inserire nella restituzione cartografica del parco l’indicazione degli immobili di proprietà pubblica e degli strumenti urbanistici in contrasto fra aree a cavallo di comuni contigui in modo che si possa intervenire per renderli omogenei. Si richiede inoltre la messa a disposizione degli elaborati finali.

La voce Attuazione delle schede presenti nel PPI non ricomprese nel POP dei singoli comuni fa capo alla Partecipazione a bandi di finanziamento complessi scheda GP4 del PPI. A questo riguardo nel 2022 erano previsti 15.000 € e nel 2023 12.000€. Si rileva che a fronte di una spesa di 27.000€ nel bienno 22-23 abbiamo vinto un solo al bando, quello regionale PSR 2014-2020, per un contributo netto di 3.580€, mentre tutti gli altri bandi cui il parco ha partecipato hanno avuto un esito negativo.

La partecipazione ai bandi è stata sinora gestita tramite incarico esterno affidato all’associazione di cui è vicepresidente l’attuale coordinatore che sarà chiamato ad occuparsi anche di questo aspetto: nel parere dello scorso anno si era evidenziata la necessità di un’analisi delle criticità incontrate nella partecipazione ai bandi e dei motivi d’insuccesso. La mancanza di tali elementi valutativi pone una ipoteca su questo settore d’intervento.

In ogni caso, sempre in relazione alla partecipazione a bandi di finanziamento, ribadiamo quanto già espresso negli anni scorsi rispetto alla necessità che tali risorse non siano sostitutive di interventi di natura gestionale poiché è importante che la funzione di indirizzo e controllo da parte del parco non venga sostituita dai soggetti finanziatori dei bandi.

Anche quest’anno è rimasta inattuata la costituzione delle guardie Ecologiche Volontarie: un elemento importate grazie al quale il parco potrebbe realizzare numerose iniziative.

Sulla base delle considerazioni sopraesposte sul rendiconto di bilancio 2023 esprimiamo parere negativo.

3.  ANALISI BILANCIO DI PREVISIONE 2024

L’analisi comparata dei bilanci di previsione degli ultimi quattro anni evidenzia il quadro evolutivo delle voci di spesa e la loro entità.

BILANCIO DI PREVISIONE PLIS EST DELLE CAVE

2021

2022

2023

2024

Segreteria PLIS 

18.400,00

28.800,00

21.000,00

21.000,00

Attività di promozione del PLIS

3.000,00

3.000,00

10.000,00

10.000,00

Attuazione delle schede presenti nel PPI non ricomprese nel POP dei singoli comuni

25.000,00

18.000,00

16.000,00

10.000,00

Attuazione art.6 della nuova Convenzione del 17/05/2021

 

26.000,00

26.000,00

26.000,00

Incarichi professionali per aggiornamenti cartografici

2.000,00

2.000,00

5.000,00

7.000,00

Attuazione GEV

     

4.000,00

PLIS delle Cave concessione di contributi

 

 

10.000,00

10.000,00

TOTALE

48.400,00

77.800,00

88.000,00

88.000,00

La dotazione finanziaria prevista per bilancio 2024 risulta invariata rispetto al 2023, senza gli incrementi legati all’adeguamento ISTAT annuale.

A questo riguardo si evidenza come nel convegno Le aree protette fra cambiamenti climatici ed uso delle risorse ambientali: il caso del Parco Est delle Cave organizzato da Bene Comune Cernusco, svoltosi lo scorso 16 settembre a Brugherio, sia emerso come tale cifra rappresenti poco più di 50 centesimi per abitante, laddove il parco PANE prevede una dotazione media per abitante di 1,50€/abitante/anno (per i dettagli Mostra e Convegno sul Parco Est delle Cave) e sia quindi in grado di realizzare un ampio numero di attività. Pertanto segnaliamo al comitato di gestione la necessità di un adeguamento di budget per arrivare ad una spesa di entità omogenea ad altri PLIS.

Si apprezza l’incremento di spesa verso voci non legate alla mera gestione amministrativa ma, a causa delle incognite alla realizzazione degli gli studi di base su fauna, vegetazione e la mancanza del censimento delle cascine e componente agricola (35.000 euro) e di voci dedicate ai monitoraggi (voci che comunque pesano solo per 15.000 euro/anno), permangono gli elementi di criticità rispetto all’inadeguatezza del sistema delle conoscenze utili ad elaborare una visione sistemica del parco.

Rispetto ai singoli capitoli di spesa si riprendono le valutazioni già espresse rispetto al consuntivo 2023, in particolare si rileva che nel capitolo dedicato agli aggiornamenti cartografici a cui sono stati aggiunti dei generici Incarichi professionali per consulenza tecnica che si richiede di precisare; così come si richiede di dettagliare le caratteristiche degli interventi per la valorizzazione territoriale.

Esprimiamo pertanto un parere negativo sul bilancio di previsione del 2024.

4. OSSERVAZIONI

Cogliamo l’occasione per sollecitare una maggiore collaborazione fra organi del parco e per un richiamo al rispetto delle regole, con particolare riferimento alle convocazioni del Forum (almeno tre all’anno) ed ai tempi di risposta del comitato di gestione rispetto a richieste delle associazioni.

Sempre in relazione alla comunicazione si rileva una carenza di flusso informativo fra gli organismi del parco: sul portale non vengono pubblicati con tempestività i documenti relativi all’attività dei suoi organi (comitati di gestione, forum), si richiede quindi che la documentazione venga trasmessa almeno via mail ai componenti il Forum di partecipazione, in modo da garantire un’informazione tempestiva ed efficace.

Una considerazione finale riguarda il sistema di tutela del PLIS che può essere modificato in funzione dell’evoluzione delle scelte di pianificazione comunale: a questo riguardo chiediamo un ruolo proattivo del PLIS rispetto alla variazione dei vincoli urbanistici di ciascun comune ed alle procedure di valutazione ambientale.

Cernusco sul Naviglio, 17 novembre 2023

Jasmine La Morgia – Bene Comune Cernusco

Raffaella Galli – Cernusco in Comune

Ernesto Luigi Pedrini  – Salviamo il Lago Gabbana

Mostra e Convegno sul Parco Est delle Cave

Foto vincitrice della sezione “Minori di 14 anni” – Samuele Tresoldi – cat. minori 14 anni

Si è conclusa sabato 23 settembre la mostra che ha ospitato nelle splendide gallerie di palazzo Ghirlanda Silva a Brugherio le foto ed i disegni vincitori della terza edizione del concorso di fotografia e disegno dedicato al “Parco Est delle Cave“.

Quest’anno il numero dei partecipanti si è ampliato e tutte le sezioni (Acqua, Mondo animale, Mondo vegetale, Indovina dove) hanno avuto un buon seguito, compresa quella dedicata al disegno e quella dedicata ai minori di 14 anni, segno che il contest dedicato al parco sta diventando un punto di riferimento per molti.

Tutte le foto ed i disegni li trovate nella sezione dedicata al concorso del sito di Bene Comune Cernusco.

Le foto ed i disegni ci raccontano il parco, o meglio raccontano come il Parco Est delle Cave è visto dalle persone che lo frequentano: una realtà che fa essenzialmente riferimento al Parco Increa, l’unica area che ha connotazioni di vero e proprio “parco” e come tale riconosciuto.

I soggetti ripresi nelle foto hanno messo in evidenza come fauna e flora siano spunti ricorrenti sui quali i partecipanti hanno espresso le loro capacità creative, ma non possiamo ancora dire che il concorso sia stato l’occasione per far emergere specie protette o in pericolo ascrivibili all’areale del parco.

Sono stati però efficaci indicatori dei problemi del parco testimoniando la presenza diffusa di specie alloctone (vedi il parrocchetto verde che ha vinto la sezione “Mondo animale”) e l’uso intenso dell’auto per arrivare al parco Increa (vedi il disegno che ha vinto questa sezione).

Si tratta di elementi sui quali invitiamo il comitato di gestione del parco ad una attenta riflessione che indirizzi la pianificazione verso azioni volte alla realizzazione di una mobilità che riduca o eviti l’uso dell’auto e verso campagne informative sulle gravi conseguenze negative legate all’introduzione di specie alloctone ed alla cattiva pratica di alimentare la fauna selvatica.

Insieme al concorso ed alla mostra, proprio per riflettere sul parco Est delle Cave, Bene Comune Cernusco ha organizzato il convegno Le aree protette fra cambiamenti climatici ed uso delle risorse ambientali: il caso del Parco Est delle Cave, svoltosi sabato 16 settembre nella sala conferenze di palazzo Ghirlanda Silva con una discussione che ha coinvolto più ambiti: dai rappresentanti del PLIS sino alla Regione Lombardia, passando attraverso i comuni e le associazioni.

Il Sindaco di Brugherio Roberto Assi, in apertura, ha sottolineato come le aree protette possano costituire un argine al consumo di suolo e come il parco abbia bisogno di un’identificazione con le sue comunità, in particolare ha evidenziato la sua vocazione agricola e come le vie d’acqua nel tempo siano state un elemento essenziale. Ha ricordato come il 30% del patrimonio arboreo del comune di Brugherio sia andato distrutto a seguito degli eventi meteorologici del luglio scorso.

Gianluca Comazziassessore al Territorio ed ai sistemi verdi della Regione Lombardia ha ricordato che il 22,83% del territorio lombardo è costituito da aree protette che comprendono: il Parco nazionale dello Stelvio, 24 parchi regionali, 67 riserve naturali regionali, 3 riserve naturali statali, 33 monumenti naturali e 245 siti Natura 2000, gestiti da 85 enti diversi (Parchi regionali, Comuni, Comunità Montane, Province, ERSAF e in alcuni casi associazioni ambientaliste e soggetti privati), oltre a 101 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS), fra cui il nostro PLIS Est delle Cave, gestiti da Comuni.

Queste aree protette offrono la possibilità di un turismo selettivo e riflessivo, sono luoghi che offrono occasioni di vivibilità per le famiglie e nello stesso tempo servizi di educazione ambientale, svolgendo un ruolo essenziale di tutela e conservazione. I parchi sono un’opportunità e l’obiettivo è di arrivare al 30% di superficie di aree protette, grazie anche ai PLIS ed al ruolo che svolgono i comuni.

Pier Giorgio Comelliassessore all’Ambiente del comune di Carugate, in rappresentanza del comitato di Gestione PLIS Est delle Cave, ha sottolineato il ruolo del PLIS quale elemento che limita la conurbazione dei comuni costituenti il parco con la città di Milano, citando l’esempio di quanto accaduto nel 1923 quando Milano ha aggregato a sé i nuclei di undici comuni. Oggi il parco Est delle Cave, dopo un lungo periodo di latenza post istituzione del 2009, ha iniziato da qualche anno alcune attività: la messa a dimora di piante in collaborazione con le scuole, la realizzazione di totem informativi agli ingressi dei 5 comuni del parco, eventi di valorizzazione (itinerari guidati, momenti di socializzazione legati alle realtà agricole locali). È infine in progetto la realizzazione di alcune aree di sosta.

Mariasilvia Agresta, vice Presidente del PLIS Parco Agricolo Nord Est, ha illustrato come questo parco sia nato nel 2017 dalla fusione dei parchi della Cavallera, del Molgora e del Rio Vallone in un unico soggetto istituzionale nella forma del consorzio che comprende più di venti comuni, articolati su 2 province (MB e LC) e Città Metropolitana, per una superficie complessiva di oltre 4000 ettari con un bacino di circa 200.000 abitanti. Le procedure di fusione degli organismi gestionali sono state complesse perché hanno implicato l’acquisizione delle esperienze preesistenti insieme alla ridefinizione amministrativa comune. Oggi il PANE è una realtà che, con una spesa di poco più di 1,50 €/abitante/anno, garantisce la manutenzione della rete sentieristica e delle aree naturalistiche di proprietà e in gestione, realizza l’educazione ambientale alle scuole del territorio, collabora e organizza eventi e manifestazioni anche in collaborazione con le realtà locali. Attraverso studi e monitoraggi ha cercato in questi anni di rilevare la presenza e la consistenza della componente animale, vegetale e degli habitat presenti nel suo territorio. Il PANE inoltre svolge attività di controllo sugli strumenti urbanistici dei comuni del consorzio, a questo riguardo Agresta ha evidenziato la necessità di una semplificazione procedurale che consenta di rendere meno complessi gli iter amministrativi e gestionali. Su tale necessità è intervenuto anche l’assessore Comazzi, rendendosi disponibile ad un tavolo tecnico di confronto in regione Lombardia.

Paolo Bonellifisico e meteorologo, e socio di Bene Comune Cernusco ha illustrato come i fenomeni meteorologici estremi siano conseguenza del riscaldamento globale: gli eventi meteorologici degli ultimi mesi (forti precipitazioni, grandine, trombe d’aria, downburst e raffiche di vento) sono stati causati da cumulonembi caratterizzati da forte instabilità verticale prodotta dalla rottura dell’equilibrio energetico fra La Terra ed il Sole. Infatti la temperatura media sulla superficie della Terra è aumentata da +15°C nel 1963 a +17°C nel 2023 a causa delle conseguenze dell’aumento delle concentrazioni di gas serra, in particolare CO2 e CH4, passate da 300 ppm a 420 ppm.

incremento temperatura media dal 1960 al 2023 e concentrazione gas serra (credit: Paolo Bonelli)

Quindi, se l’aumento della temperatura è un dato certo e documentato dalle osservazioni scientifiche attraverso un lungo intervallo temporale, non è possibile affermare che gli eventi estremi stiano aumentando in frequenza ed intensità poiché non ci sono dati documentali sufficienti, in particolare se si considerano i danni che producono, la cui entità è legata alla maggiore o minore antropizzazione delle aree colpite.

Jasmine La Morgia di Bene Comune Cernusco ha ricordato come il parco nasca nel 2009 ma inizi solo a partire dal 2014 a svolgere la sua attività. In questi anni però la sua identità è risultata debole, soprattutto stenta ad assumere la riconoscibilità di “parco”, connotazione che solo il parco Increa a Brugherio è riuscito a costruire attraverso un lavoro pluridecennale. E sono le cave, che danno il nome al PLIS in una sorta di corto circuito fra realtà estrattiva e tutela ambientale, ed i sei laghi che dalle cave derivano a costituire la vera identità del parco: tre a Vimodrone (Gabbana, Crivella, Gaggiolo); due a Cernusco (Aironi e dei pescatori), uno a Brugherio (Increa). Queste aree umide, che fungono anche da ricarica dell’acquifero, hanno però un futuro incerto: il lago Gabbana, che si trova su un’area privata anche se all’interno del PLIS, è al centro di un controverso progetto d’interramento; sul Gaggiolo è in atto un intervento di ripristino condiviso fra i comuni di Cernusco e Vimodrone; sul lago degli Aironi – dopo lunghi anni di abbandono – sono stati effettuati solo di recente interventi di manutenzione, mentre solo Increa – come già ricordato – è l’unica area che si connota come parco.

A questo quadro di incertezza si aggiunge la precarietà economica: il bilancio del parco prevede solo 88.000€, poco più di 50 centesimi per abitante (un terzo della dotazione del PANE), per una superficie di 843 ettari, pari a circa il 20% del territorio dei cinque comuni. Manca una visione globale, anche perché mancano gli elementi conoscitivi di base: occorre dunque investire in conoscenza attraverso studi naturalistici su fauna, flora e cascine in modo che contesti significanti e emergenze ambientali possano costituire gli elementi fondativi dell’identità del parco. Occorre affrontare i deficit di manutenzione e le situazioni di disordine faunistico e vegetazionale e soprattutto occorre una valutazione delle conseguenze che gli interventi producono nel parco: gli impatti sulla biodiversità, sugli equilibri ecologici e sociali, sul paesaggio e sulla sua articolazione ecosistemica.

Alla riflessione si è aggiunta la voce di Ernesto Pedrini dell’associazione Salviamo il lago Gabbana che ha sottolineato come l’interramento del lago Gabbana, solo a seguito delle proteste dei cittadini, ha visto acquisire alcuni elementi tecnici utili a ridefinire il progetto e a monitorarne l’andamento, mentre lo studio di fattibilità per la riqualificazione dell’area al termine dei lavori con la realizzazione di un’area umida rimane senza certezze temporali e coperture economiche. Soprattutto non esiste un progetto condiviso volto a preservare e valorizzare queste importanti risorse ecosistemiche, che diventano ancora più significativi elementi utili a ridurre gli effetti del riscaldamento globale.

Il convegno si è chiuso con la premiazione dei vincitori del concorso da parte del sindaco di Brugherio Roberto Assi.

VINCITORI

• Sezione “Minori di 14 anniSamuele TRESOLDI (papaveri)

• Categoria AcquaRaffaele PIAZZOLLA (controluce sull’acqua)

• Categoria Mondo VegetaleMauro GIRARDI (spighe di grano)

• Categoria Mondo AnimaleGrazia TASSELLI (parrocchetto verde)

• Categoria Indovina doveMaurizio Cesare D’Alterio  ()

• Sezione DisegnoTina FILIPPONE (Una domenica al Parco Increa – Acquerello)

la mostra si sposterà dal 6 al 13 ottobre 2023 a Cernusco, presso il ridotto dell’aula consiliare

Una nuova allerta meteo: e gli alberi?

Il platano del parcheggio fra via Buonarroti e via Caravaggio

C’è una nuova allerta meteo: nella notte arriveranno precipitazioni temporalesche che in alcuni settori lombardi potranno essere molto intense ed abbondanti. 

Potete consultare sia l’avviso emesso dalla Regione Lombardia che il

In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili, legati, palesemente, alle conseguenze del cambiamento climatico.
Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, al Nord, come al Centro, come nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti.
Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo.
Bisogna agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico.
Sappiamo che sarà un impegno difficile, su scala globale, i cui effetti vedremo nel tempo.
Dall’altro lato, è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori, che consentano di prevenire e attenuare gli effetti dei fenomeni che si verificano sempre più di frequente.

Abbiamo tutti sotto i nostri occhi gli effetti prodotti dagli ultimi eventi, colpiscono in particolare le decine (in alcuni comuni, centinaia e migliaia a Milano) di alberi sradicati o danneggiati, un vero proprio tesoro perduto.

Ci soffermiamo sugli alberi perché davvero sconcertano le loro condizioni: apparati radicali divelti e tronchi schiantati sono ovunque nelle nostre città, dai marciapiedi ai parchi. Ci si interroga sul perché alcuni alberi abbiano resistito ed altri invece siano stati abbattuti, con tronchi spezzati o divelti sin dalle radici.

Le piante sono nostre alleate nel contrasto al cambiamento climatico grazie alla loro capacità di catturare anidride carbonica, ma possono essere fragili ed esposte: dobbiamo imparare a prenderci cura del nostro verde e valutare le conseguenze che producono sulla salute futura della pianta e sulla sua stabilità un impianto sbagliato ed una cattiva manutenzione. E tutti possono fare la propria parte: dai cittadini, ai condomini, all’amministrazione comunale. A quest’ultima lanciamo un appello perché occorrono criteri nuovi di manutenzione del verde pubblico e privato. 

Bene Comune Cernusco ha proposto il mese scorso al parco Est delle Cave un progetto di mappatura degli alberi attraverso un applicativo software che consente di effettuare anche una prima valutazione di stabilità. Potrebbe essere esteso ai comuni in modo da consentire un censimento delle alberature stradali e degli alberi dei parchi. Nello stesso tempo riteniamo che agli alberi vada dedicata più cura ed attenzione e sia necessario introdurre anche sistemi di valutazione della stabilità (dall’osservazione visiva ai pulling test per stabilirne la resistenza ai venti). Potrà sembrare un oggi costo eccessivo, ma ci preserverà domani dalle spese necessarie a far fronte ai ripristini ed al risarcimento dei danni, oltre a conservare per il futuro le chiome dei nostri alberi.

Pannelli solari e consumo di suolo

Non si è ancora spenta l’eco della riduzione dell’area di rispetto del pozzo per l’acqua potabile di via Firenze (da 200 a 60 metri) che già si discute (con scarsi risultati, visto che probabilmente è già tutto deciso) di un nuovo intervento, richiesto da un privato, per l’installazione di circa 3000 pannelli solari su di un terreno agricolo, di proprietà del richiedente.

Si dirà: quindi? dov’è la brutta notizia? non è bello, e giusto, e positivo installare delle sorgenti di energia rinnovabile?
Certo che lo è, ma non quando il nuovo impianto va ad occupare un terreno agricolo, quindi un terreno che, oltre a poter produrre cibo per gli umani, o magari per gli animali, costituisce anche un serbatoio di naturalità, di biodiversità, di salvaguardia di forme di vita legate alla fertilità del terreno ed al concetto di “suolo naturale” che è incompatibile con l’installazione di una “copertura fotovoltaica” (si veda a tal proposito lo studio: Soil properties changes… dell’Università della Tuscia, finanziato dal Ministero dell’Educazione, Università e Ricerca, 2022).

L’insediamento di un tale impianto, inoltre, andrebbe ad erodere ulteriormente la quantità di “suolo” libero, già compromesso dalla continua edificazione di insediamenti antropici di vario tipo. Secondo ISPRA, infatti, la realizzazione di un impianto fotovoltaico su terreno agricolo costituisce a tutti gli effetti un consumo di suolo, esattamente come un capannone, un parcheggio, una strada, un condominio. ISPRA, giusto per ricordarlo, è la massima autorità in tema di protezione e ricerca ambientale, ente giuridico di diritto pubblico, istituito nel 2008 per supportare ed a servizio del Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE). E’ l’ente che misura in maniera ufficiale, ogni anno, il consumo di suolo comune per comune, continuando a denunciare, inascoltato, la gravità del fenomeno, in Italia, ma non solo.

Alcune considerazioni finali, che aiutano a capire meglio la questione del nuovo impianto fotovoltaico.

  • Il privato che sta chiedendo l’autorizzazione per installare i pannelli è Eurocommercial, in sostanza il centro commerciale Carosello. L’area interessata è l’unica porzione della enorme proprietà Eurocommercial che ricade nel territorio di Cernusco. Quindi, coprire il terreno agricolo, sebbene di proprietà, non è l’unica alternativa, visto che il centro commerciale ha superfici coperte e parcheggi che potrebbero essere utilizzati come alternativa al terreno agricolo.
  • Il fatto che nei conteggi ufficiali del consumo di suolo (come definito da ISPRA) rientrino anche le aree agricole destinate all’installazione di pannelli solari, rende incompatibile questo intervento con un Piano di Governo del Territorio (PGT) che, almeno nelle promesse della nostra amministrazione (a pagina 4), si vuole realizzare rendendo attuale il vincolo di “consumo di suolo zero“, che rimarrà, quindi solo una pia intenzione.
  • In ultimo, preoccupa e dispiace la lettera che una dozzina di organizzazioni “ambientaliste” ha indirizzato a ISPRA chiedendo di modificare la propria definizione di “consumo di suolo”, togliendo le aree destinate a pannelli fotovoltaici. Preoccupa perchè non vorremmo che questa posizione, assunta da tali organizzazioni, fosse una sorta di appiattimento sulle posizioni di un ambientalismo di facciata, caratterizzato da operazioni di “greenwashing” che non prendono nella dovuta considerazione le necessità di un pianeta sempre più compromesso e in difficoltà. Dispiace perchè in questa dozzina di organizzazioni compaiono nomi (WWF, Greenpeace, Legambiente) che per anni sono state la nostra più concreta speranza per un cambiamento che ci riportasse verso modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente e attenti alle azioni indispensabili per la sua salvaguardia. Ci associamo pertanto all’appello di Coalizione Articolo 9 per confermare piena fiducia in ISPRA, perchè continui nel suo monitoraggio attento e indipendente segnalando le criticità e suggerendo alternative per guarire questo nostro pianeta malato.

NO2: No grazie! Le misure

Sono stati resi noti, dopo lunga attesa dovuta alla grande partecipazione dei cittadini, i risultati delle analisi effettuate sui misuratori di NO2 (biossido di azoto) posizionati in vari punti della città metropolitana di Milano (e di Roma).

Anche noi di Bene Comune Cernusco, abbiamo preso parte alla campagna di misure, posizionando vicino alle scuole ed ai parchi di Cernusco alcuni misuratori – 6 per la precisione.

Nella tabella che segue (espandibile cliccandovi sopra) si vedono i valori misurati nelle varie posizioni, con un confronto – quando possibile – con quanto misurato nelle campagne precedenti (2018 e 2020).

Nella figura sono anche riportate le soglie con relativa colorazione sia per le medie mensili che per quelle annuali.

Come si può vedere, anche se c’è stato qualche piccolo miglioramento (non dappertutto), i valori rimangono sempre molto alti, ben oltre le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e delle norme europee.

Giusto per richiamare quali siano questi valori di riferimento, vediamo cosa sta avvenendo dopo la campagna del 2020:

Tutti i dettagli sulla campagna di misura del NO2 e l’interpretazione dei risultati, oltre che per le conseguenze per l’esposizione prolungata al biossido di azoto, si rimanda alla specifica pagina di Cittadini per l’aria

Il pozzo di via Firenze o della tutela degli interessi generali

ubicazione pozzo via Firenze ed area di rispetto

Verrà discussa al punto 9 dell’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario di lunedì 12 giugno la richiesta di “ridelimitazione con criterio temporale della zona di rispetto del pozzo pubblico ad uso idropotabile sito in via Firenze” 

Dietro questa formulazione asettica c’è la richiesta della società Tregenplast, una società che ricicla plastiche, di ridurre l’areale di 200 metri che costituisce la zona di rispetto posta intorno al pozzo di acqua potabile di via Firenze in modo da poter utilizzare in quell’area un capannone industriale come nuovo deposito di rifiuti plastici.

Si tratta di una questione molto delicata: l’area di rispetto intorno ai pozzi serve proprio a limitare i fattori di rischio, come quelli legati ad esempio ad uno stabilimento industriale, potenziale causa di infiltrazioni e quindi di contaminazione della zona di emungimento dell’acqua.

Per questo intorno ai pozzi dell’acquedotto la normativa impone un’area di dieci metri di raggio di tutela assoluta che deve essere adeguatamente protetta ed una zona di rispetto, costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, di forma circolare e dimensione fissa, pari ad un cerchio di 200 m di raggio avente il centro nel punto esatto della colonna di captazione.

Questa è la situazione di tutti i pozzi di Cernusco, anche del pozzo di via Firenze interessato dalla richiesta di variazione.

Il pozzo di via Firenze (150700011) è attivo dal 1985, è profondo 151 metri e presenta tre livelli di captazione dell’acquifero più profondo a 78 mt, da 100,50 a 101,50 e poi da 134,5 a 137 mt. Questo acquifero, da cui si attinge l’acqua che arriva nelle nostre case, risulta isolato dalle infiltrazioni grazie a livelli di argille impermeabili che però possono non essere continue e dunque eventuali inquinanti possono raggiungere comunque i livelli più permeabili ed essere causa di contaminazione. Per questo sono state istituite le aree di tutela e rispetto in modo da evitare che infiltrazioni arrivino ad interessare la zona di captazione.

Nella zona di rispetto la normativa impone che l’attuazione di eventuali interventi e attività sia “subordinata all’effettuazione di un’indagine idrogeologica di dettaglio che porti ad una riperimetrazione di tali zone secondo i criteri temporale o idrogeologico … o che, comunque accerti la compatibilità dell’intervento con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dia apposite prescrizioni sulle modalità di attuazione degli interventi stessi”. 

Quindi proviamo a ricostruire cosa è accaduto: all’ufficio tecnico del comune arriva la richiesta della Tregenplast di poter utilizzare un capannone per un deposito di rifiuti plastici, l’ufficio tecnico segnala che si trova nell’area di rispetto di 200 mt dal pozzo, la società chiede all’amministrazione di variare la zona di rispetto secondo un criterio “temporale”, richiesta ripresa e valutata congrua dall’amministrazione che porta la discussione in consiglio comunale per far approvare tale variazione.

Non abbiamo potuto valutare l’indagine idrogeologica di dettaglio e l’analisi a corredo della richiesta della Tregenplast che attesti la compatibilità del deposito di rifiuti plastici con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dei relativi impegni in relazione alle prescrizioni attuative, chiediamo per questo motivo e per trasparenza che tali documenti vengano messi a disposizione della cittadinanza e dei consiglieri comunali chiamati ad esprimersi.

Nello stesso tempo non possiamo non rilevare i gravi elementi di preoccupazione della vicenda: un deposito di rifiuti plastici verrà realizzato in un’area su cui oggi ci sono vincoli che tutelano la nostra salute, ma pure quella degli abitanti posti a valle del flusso della falda, in particolare Pioltello e Cassina.

direzione flusso della falda (estratto carta idrogeologica, Cernusco)

In caso di contaminazione sarebbero i primi a risentirne ed infatti i sindaci di Cassina e Pioltello hanno espresso irritazione per il mancato coinvolgimento e pure le locali forze politiche di questi comuni hanno fatto appello alla responsabilità dei singoli consiglieri di Cernusco nel prendere decisioni di questa portata.

Ancora una volta a Cernusco gli interessi generali di tutela dei beni comuni, e l’acqua è uno dei beni comuni più importanti, vengono subordinati agli interessi di privati, peggio, si baratta un principio di cautela collettivo per venire incontro ad interessi privati.

Si mettono in atto modifiche urbanistiche puntuali, senza alcun riferimento alla visione complessiva della gestione della risorsa idrica (tutti i pozzi a Cernusco hanno zone di rispetto basate su un criterio geometrico) ed alla vigilia della variante del PGT che dovrebbe proprio servire a rivedere regole e vincoli, anche quelli idrogeologici.

Si introduce inoltre una pesante ipoteca sul futuro: i cittadini si trovano di fronte ad una prassi ormai consolidata per cui basta chiedere per ottenere una variazione funzionale ai propri interessi. 

Si tratta di un una modalità che non tiene conto degli interessi generali, soprattutto sacrifica i beni comuni e non valuta le conseguenze future. Chiediamo quindi ai consiglieri comunali di bocciare la proposta di ridelimitare la zona di rispetto del pozzo di via Firenze.

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