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Lettera aperta a Don Antonio Novazzi contro il consumo di suolo a Cernusco

Lettera aperta a Don Antonio Novazzi
Vicario episcopale per la Zona VII – Cernusco sul Naviglio

Appello alla coscienza cristiana contro il consumo di suolo a Cernusco

Cernusco sul Naviglio, 09.07.2025

Caro Don Antonio,

ci rivolgiamo a Lei con profonda preoccupazione per il Piano Attuativo M1_3 – via Cevedale-Bassano a Cernusco sul Naviglio, la cui approvazione da parte della Giunta Comunale potrebbe avvenire nelle prossime settimane.

Il piano prevede la costruzione di nove palazzi, parcheggi, una piazza e un edificio pubblico, in una delle ultime aree agricole libere della città, a ridosso del Parco Est delle Cave e in una zona riconosciuta per la sua rilevanza ecologica, agricola e paesaggistica. Un intervento che comporterebbe la cancellazione definitiva del suolo fertile, la perdita della biodiversità, l’abbattimento di alberi storici e l’interruzione della continuità ecologica del territorio.

Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a un intervento irreversibile di distruzione del creato.

Siamo convinti che le parole di Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ ci interpellino direttamente:

«Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (LS, n. 139),

«Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. […] L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme» (n. 118)

Anche la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace si è espressa con grande chiarezza sul consumo di suolo in “Custodire le nostre terre. Il suolo bene comune”:

«Il suolo è una realtà viva, la cui distruzione equivale a un suicidio ambientale. È urgente un cambiamento culturale, economico e politico. Le istituzioni locali hanno una responsabilità fondamentale.»

Parole che ci sembrano profondamente disattese da quanto sta accadendo a Cernusco.

Come comunità cristiana, non possiamo ignorare la responsabilità morale e civile che ci chiama a custodire per le generazioni future il paesaggio rurale della Martesana – fatto di campi, rogge, filari, siepi e alberi storici – parte della nostra memoria collettiva e che rappresenta un bene comune. Cancellarlo in nome della rendita immobiliare, significa tradire la responsabilità che ci è stata affidata come custodi del creato.

Confidiamo nella Sua voce profetica, affinché richiami tutti a operare davvero per il bene comune e non per gli interessi di pochi.

Ci rivolgiamo a Lei, che da sempre rappresenta una guida spirituale attenta ai temi sociali e ambientali, affinché si faccia interprete presso gli amministratori pubblici di un richiamo etico forte e chiaro che restituisca voce a chi crede in una città più giusta, solidale e attenta ai beni comuni.

Un invito che trova fondamento nella nostra Costituzione, laddove l’art. 42 afferma con chiarezza che la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, ma deve avere una funzione sociale.
La proprietà e l’urbanistica non possono essere strumenti di rendita, ma devono essere orientati alla giustizia, all’equità e alla sostenibilità.

A sostegno di queste richieste, la petizione da noi promossa per salvare i campi di via Cevedale (vedi link in calce) ha già raccolto oltre 1400 firme in pochi giorni, a dimostrazione di una profonda sensibilità civica. Tra i firmatari vi è anche il climatologo Luca Mercalli.

La invitiamo a incontrare le associazioni e i cittadini firmatari, ad ascoltare le loro ragioni e a farsi promotore di una riflessione condivisa sul significato autentico di “abitare” e “costruire” in un tempo segnato dalla crisi ecologica e climatica.

La ringraziamo fin d’ora per l’ascolto e restiamo in attesa di un Suo riscontro.

Un cordiale saluto

Il presidente

Fabio Battagion

Bene Comune Cernusco ETS

La petizione è disponibile a questo link:

https://www.openpetition.eu/it/petition/online/p-a-cevedale-bassano-salviamo-lultimo-terreno-agricolo-dal-cemento

Il gelso di piazza Matteotti: un monito per la città

Martedì sera un evento meteorologico annunciato, ma che ha avuto un’intensificazione locale come spesso accade negli ultimi tempi, ha colpito Cernusco causando allagamenti in alcune zone della città e danneggiato irrimediabilmente il gelso di piazza Matteotti.

Alle ben note criticità idrauliche della città si aggiunge così un’emergenza legata alla perdita di un albero che rappresentava un pezzo di memoria collettiva: il gelso era stato piantato nella piazza centrale proprio per ricordare la presenza, nei campi di Cernusco, delle piante da cui si ricavavano le foglie per l’allevamento dei bachi da seta, i cui bozzoli venivano lavorati nella filanda. Una memoria legata alla storia produttiva e sociale della città di cui il gelso era diventato emblema.

Un albero importante e dunque meritevole di attenzione e cura o, almeno, di un monitoraggio costante delle sue condizioni, come si dovrebbe fare per ogni pianta della città, specie quelle che si trovano degli spazi pubblici e frequentati dalla cittadinanza. La rottura di una grossa branca, avvenuta nella notte, ha causato il crollo di gran parte della chioma, mostrando un deterioramento interno significativo.

L’amministrazione ha reso noto di aver fatto eseguire una perizia secondo cui il fusto risultava compromesso e così il gelso è stato abbattuto con la promessa di un reimpianto, non appena possibile.

La piazza vuota e la perdita di questa pianta ci portano ad alcune considerazioni:

si trattava di un albero situato al centro di una piazza pubblica, sotto le cui fronde si sono svolti negli anni eventi e manifestazioni, e che quindi richiedeva una valutazione attenta delle condizioni di stabilità, anche per la sicurezza delle persone.

La rottura è avvenuta durante la notte e dunque nessuno è rimasto coinvolto, ma se fosse accaduto di giorno?

La vice sindaca ha dichiarato che l’albero era monitorato, ma le gravi patologie interne non erano state rilevate. È lecito interrogarsi sull’efficacia dei controlli adottati, inoltre il gelso era stato sottoposto ad interventi di potatura, era circondato da una pavimentazione che lasciava pochissimo spazio alla base del tronco e, forse, l’apparato radicale era stato danneggiato nel corso dei lavori di sistemazione della piazza. Tutti elementi che possono averne compromesso la salute.

Da tempo insistiamo sulla necessità di prendersi cura del patrimonio arboreo urbano, attraverso azioni concrete: dal censimento delle alberature alla valutazione delle condizioni di stabilità, fino a una gestione professionale che comprenda pratiche corrette di manutenzione e potatura. Ricordiamo ancora una volta che potare non significa necessariamente mettere in sicurezza, anzi, spesso è una delle cause principali di indebolimento strutturale delle piante.

Con la perdita del gelso, oltre che il simbolo di Cernusco, sono venuti meno tutti i servizi ecosistemici forniti dalla pianta, da quelli legati alla funzione sociale a quelli di rilevanza ambientale, con una significativa perdita di immagine ed economica per la città.

Ci auguriamo che la perdita del gelso, simbolo di Cernusco, costituisca un monito per attivare una gestione del verde urbano realmente attenta e realizzata da professionisti, che abbia come obiettivo la tutela effettiva del patrimonio vegetale.

Registriamo inoltre il mancato apporto dei Garanti del Verde e del Comitato cittadino, istituti di partecipazione costituiti proprio per affrontare criticità come queste, ma che finora non hanno prodotto indicazioni pubbliche, neanche come linee guida utili a orientare l’azione della prossima amministrazione.

Infine, cogliamo l’occasione per segnalare la mancanza, a Cernusco, di un Piano del Verde: uno strumento di pianificazione da affiancare quello urbanistico e che molte città hanno già adottato per gestire e progettare la copertura vegetale.

Garante per la tutela del suolo, del verde e dell’ambiente e comitato cittadino: facciamo il punto

credits: comune di Cernusco sul Naviglio

Il Garante per la tutela del suolo, del verde e dell’ambiente anzi, i tre garanti, avevano avuto il via libera in consiglio comunale lo scorso gennaio 2024 dopo un travagliato iter che li aveva declassanti da organo tecnico a semplice istituto di partecipazione. La portata innovativa di questo organismo, molto sbandierata prima della sua istituzione, veniva dunque a ridimenzionarsi in un ambito meramente consultivo cui viene affiancato un comitato cittadino con la funzione di favorire la partecipazione attiva dei cittadini, di fatto una cassa di risonanza alle attività realizzate sui temi ambientali .

In ottobre, dopo nove mesi, finalmente arriva anche la nomina dei professionisti incaricati attraverso un bando ma, ricordiamo all’interno di una logica meramente spartitoria: su indicazione della vice sindaca il prof. Maurizio Bradasca, della maggioranza l’architetto Andrea Bellocchio e dell’opposizione il dott. Stefano Monti. I tre professionisti svolgono il loro ruolo senza remunerazione ed hanno attività professionali in contesti territoriali lontani da Cernusco.

In novembre si conclude pure l’iter per l’istituzione del comitato cittadino grazie ad un bando cui aderiscono diciotto persone.

Il primo incontro fra questi due nuovi istituti di partecipazione viene convocato il 2 dicembre 2024 alle 15.00, un orario inadeguato a favorire la partecipazione civica per chi lavora. Le richieste di spostamento di orario non vengono accolte, la riunione si tiene ugualmente, ma almeno emerge la necessità che occorre rimodulare i tempi su orari più compatibili per i soggetti che lavorano.

Il comitato cittadino si organizza e si riunisce con periodicità, definendo come preliminare la necessità di dare identità e riconoscibilità al comitato stesso e dunque negli incontri avuti con l’assessora alla Partecipazione Debora Comito e con l’assessore all’Ambiente e Verde Daniele Restelli in gennaio viene avanzata la richiesta di avere a disposizione una mail istituzionale e l’inserimento sul portale dell’amministrazione nella sezione dedicata agli istituti di partecipazione.

Emerge pure una difficoltà di interlocuzione fra i garanti (che si dimostrano elusivi) ed il comitato cittadino, resa più accentuata dalla mancanza di canali ufficiali e diretti di comunicazione.

Passano le settimane e le richieste del comitato rimangono inevase, sino ad arrivare al 3 marzo in cui finalmente si realizza una riunione on line fra due dei garanti, il comitato cittadino e l’assessora Comito in cui però emerge che i garanti non conoscono i problemi legati a verde, ambiente e territorio di Cernusco, né sono consapevoli che il loro mandato terminerà fra due mesi, con il rinnovo del consiglio comunale, mentre l’assessora, di fronte all’evidenza, ammette che non è stato dato alcun seguito alle richieste del comitato cittadino.

Arriva così il 6 marzo l’attivazione di un indirizzo email per il comitato, insieme all’inserimento del Garante per la tutela del suolo, del verde e dell’ambiente nella sezione “Chi Amministra” del sito del comune , forse per rimediare alla brutta figura.

La mancanza di conoscenza dei problemi di Cernusco da parte dei garanti e di operatività (a quattro mesi dall’istituzione non avevano attuato fra di loro alcuna forma di interlocuzione o scambio di idee), unita all’inazione da parte dell’amministrazione, mettono in evidenza ciò che avevamo sottolineato sin dall’inizio: si tratta di un’operazione di puro marketing ambientale, perché il comitato dei garanti ed il comitato cittadino sono istituti di partecipazione del tutto privi di incidenza, con funzioni di monitoraggio sull’evoluzione del consumo di suolo e la dotazione di superfici verdi, di alberi e lo stato dell’ambiente naturale sul territorio ed informative della cittadinanza. Ma l’indicazione che il Garante del Verde “…viene informato dagli uffici comunali sulle iniziative di compensazione legate al consumo di suolo, alla gestione del verde ed alle sue previsioni di incremento”, implicata che si dà per acquisito che il consumo di suolo possa essere compensato e dunque il parere dei garanti viene usato come un avallo.

Infine ma non ultimo, nel bilancio sociale di fine mandato 2022-2025 distribuito in questi giorni in tutte famiglie di Cernusco, non c’è una riga dedicata a tali istituzioni, nonostante vi compaia tutto ciò che rende la città efficiente, innovativa, ricca di offerta sportiva, culturale ed ambientale. Evidentemente svolgono un ruolo così marginale da non essere degni di citazione.

via Tonale, il ciliegio e la densificazione

La storia del ciliegio di via Tonale presenta aspetti che si legano alla sua vicenda urbanistica: era un campo di proprietà del comune con destinazione a verde comune nel PRG, poi nel 2010 con il PGT l’area viene trasformata a residenziale a bassa densità, nel frattempo la proprietà era passata alla società VAL.IM. srl attraverso una una permuta stipulata nel 2009 con cui veniva regolata la cessione della porzione delle ali di villa Alari, di proprietà del comune, in cambio del campo di via Tonale insieme ad un’altra area in via Aquileia e definito il relativo piano di lottizzazione.

La convenzione ha un iter complesso, viene periodicamente estesa, sino alla definitiva approvazione nel consiglio comunale del 17 aprile 2023, con un piano di lottizzazione aggiornato.

Non entreremo qui nei dettagli della parte relativa a villa Alari, ci soffermiamo sull’area di via Tonale che eradi proprietà del comune, con destinazione verde collettivo, ed è stata trasformata nel PGT in area edificabile.

E’ stato qui applicato il principio della densificazione, vale a dire costruire anche nel centro abitato utilizzando le poche aree libere rimaste, presentato come una scelta ecologista, ma che – come dimostra il caso di via Tonale – presenta conseguenze drammatiche per l’ecosistema urbano.

La perdita del ciliegio e delle altre piante presenti sull’area comporta la cancellazione delle funzioni ecologiche dei loro apparati radicali, la scomparsa degli insetti impollinatori, degli uccelli che si cibavano dei frutti, la perdita di produzione di ossigeno da parte delle foglie, delle funzioni di termoregolazione e di assorbimento delle acque meteoriche, vale a dire di tutti quelli che si chiamano servizi ecosistemici, elementi che la concessione del permesso di costruire e, prima, del piano attuativo non ha considerato.

Sono invece aspetti essenziali e non più trascurabili rispetto ai quali un’amministrazione che si preoccupa del bene della sua comunità e della conservazione dei suoi beni comuni, fra cui il suolo ed il verde costituiscono parte fondamentale, deve tenere conto.

La tutela del ciliegio di via Tonale costituisce l’occasione per segnare un’inversione di tendenza. Aspettiamo segnali concreti da parte dell’amministrazione.

URBAN NATURE 2024

Sabato 28 settembre

andremo in bici attraverso i parchi di Cernusco.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri – Sezione Ambiente e si svolge sotto l’egida del WWF, che ogni anno dedica una giornata al verde nelle città (Urban Nature).

La biciclettata, dedicata soprattutto ai bambini, partirà alle ore 15:30 davanti alla stazione Metro M2 di Cernusco sul Naviglio e seguirà un percorso attraverso i parchi cittadini, fino al Parco Azzurro dei Germani (in circa un paio di ore).

Racconteremo storie di alberi e non solo, osserveremo come la natura urbana può aiutarci a custodire un po’ di biodiversità, rifletteremo su come ci può difendere dagli eccessi meteorologici, ormai sempre più frequenti.

Portate con voi una piccola merenda, per recuperare le energie!

E’ gradita l’iscrizione a questo link: https://shorturl.at/OX5NO
oppure inquadrate il QR nella locandina qui sotto


Osservatorio per la tutela del suolo e del paesaggio del Nord Est Milanese

Senza cielo, Tullio Pericoli

Il 6 febbraio 2024 si è costituito l’Osservatorio per la tutela del suolo e del paesaggio del Nord Est Milanese.

L’osservatorio nasce per tutelare il suolo, un bene comune, risorsa fragile consumata dall’occupazione delle superfici verdi libere prodotta dalla speculazione edilizia e dalla proliferazione delle infrastrutture e per offrire una risposta concreta alle emergenze climatiche che mettono in pericolo la nostra esistenza sul Pianeta Terra.

L’Osservatorio è costituito da cittadini, rappresentanti di associazioni ambientaliste, culturali e naturalistiche della Zona omogenea Adda Martesana della Città Metropolitana di Milano che, consapevoli delle conseguenze sempre più pesanti del riscaldamento globale e del consumo di suolo, hanno deciso di unirsi e collaborare per costituire una rete coordinata per monitorare e valutare le attività di pianificazione e gestione del territorio delle nostre amministrazioni, analizzare gli effetti derivanti da strumenti di pianificazione inefficaci a tutelare il suolo e ad arrestarne il consumo.

L’Osservatorio è aperto a tutti coloro che riconoscono come fine da perseguire la conservazione delle aree verdi libere, degli ecosistemi e degli ambiti naturali, a cui si affiancano la salvaguardia delle aree agricole e dei boschi, la difesa della biodiversità, la tutela del paesaggio e la conservazione del patrimonio culturale, ambientale ed architettonico. Strumento essenziale è il monitoraggio del consumo di suolo del nostro territorio collegato alla mobilitazione contro le decisioni che mettono in pericolo questa risorsa essenziale.

Sono soci fondatori dell’Osservatorio: Bene Comune Cernusco, Cernusco in Comune, Custodi del Paesaggio Cassina de’ Pecchi, Salviamo il Lago Gabbana Vimodrone, Fulvio Carcano, Walter Piloni.

Per contatti, informazioni ed adesioni: telasuolonordestmi@gmail.com

Una nuova allerta meteo: e gli alberi?

Il platano del parcheggio fra via Buonarroti e via Caravaggio

C’è una nuova allerta meteo: nella notte arriveranno precipitazioni temporalesche che in alcuni settori lombardi potranno essere molto intense ed abbondanti. 

Potete consultare sia l’avviso emesso dalla Regione Lombardia che il

In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili, legati, palesemente, alle conseguenze del cambiamento climatico.
Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, al Nord, come al Centro, come nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti.
Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo.
Bisogna agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico.
Sappiamo che sarà un impegno difficile, su scala globale, i cui effetti vedremo nel tempo.
Dall’altro lato, è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori, che consentano di prevenire e attenuare gli effetti dei fenomeni che si verificano sempre più di frequente.

Abbiamo tutti sotto i nostri occhi gli effetti prodotti dagli ultimi eventi, colpiscono in particolare le decine (in alcuni comuni, centinaia e migliaia a Milano) di alberi sradicati o danneggiati, un vero proprio tesoro perduto.

Ci soffermiamo sugli alberi perché davvero sconcertano le loro condizioni: apparati radicali divelti e tronchi schiantati sono ovunque nelle nostre città, dai marciapiedi ai parchi. Ci si interroga sul perché alcuni alberi abbiano resistito ed altri invece siano stati abbattuti, con tronchi spezzati o divelti sin dalle radici.

Le piante sono nostre alleate nel contrasto al cambiamento climatico grazie alla loro capacità di catturare anidride carbonica, ma possono essere fragili ed esposte: dobbiamo imparare a prenderci cura del nostro verde e valutare le conseguenze che producono sulla salute futura della pianta e sulla sua stabilità un impianto sbagliato ed una cattiva manutenzione. E tutti possono fare la propria parte: dai cittadini, ai condomini, all’amministrazione comunale. A quest’ultima lanciamo un appello perché occorrono criteri nuovi di manutenzione del verde pubblico e privato. 

Bene Comune Cernusco ha proposto il mese scorso al parco Est delle Cave un progetto di mappatura degli alberi attraverso un applicativo software che consente di effettuare anche una prima valutazione di stabilità. Potrebbe essere esteso ai comuni in modo da consentire un censimento delle alberature stradali e degli alberi dei parchi. Nello stesso tempo riteniamo che agli alberi vada dedicata più cura ed attenzione e sia necessario introdurre anche sistemi di valutazione della stabilità (dall’osservazione visiva ai pulling test per stabilirne la resistenza ai venti). Potrà sembrare un oggi costo eccessivo, ma ci preserverà domani dalle spese necessarie a far fronte ai ripristini ed al risarcimento dei danni, oltre a conservare per il futuro le chiome dei nostri alberi.

Di che suolo parliamo?

Il 5 dicembre, giornata dedicata al suolo su iniziativa delle le Nazioni Unite e la FAO per far crescere la consapevolezza sulla sua importanza per la vita umana, è stato praticamente ignorato, sebbene l’erosione di suolo libero costituisca ormai un’emergenza: l’Italia perde 2 metri quadri di suolo al secondo e la progressiva impermeabilizzazione del territorio, collegata all’intensificazione dei fenomeni meteo estremi, determina conseguenze devastanti sulle aree più fragili.

Anche a Cernusco la giornata del suolo è passata sotto silenzio, un silenzio assordante dopo l’approvazione estiva della variante del Piano di Governo del Territorio con cui verranno costruiti sui prati di via Cevedale più di 10.000 mq di palazzi e un nuovo campo da baseball prenderà il posto del secolare campo del Gaggiolo.

Il tutto però, ci raccontano, a consumo di suolo zero, perché i campi di via Cevedale erano già considerati edificabili dal vecchio piano regolatore e il PGT non ne ha modificato la destinazione e dunque, dal punto di vista teorico, non c’è consumo di suolo. Una narrazione mistificante: la realtà è che fra qualche mese al posto dei campi verdi vedremo palazzi e al posto del prato del Gaggiolo dove cacciano gli insetti le rondini che nidificano nella vicina cascina, un campo da baseball. E nessuna compensazione potrà restituirceli.

Dal 2011, anno di approvazione del PGT, sono cambiate molte cose, soprattutto è cresciuta la consapevolezza culturale delle conseguenze che la perdita di aree verdi determina per l’ambiente e le comunità. In dieci anni e, soprattutto, nei tre anni di discussione sulla variante si potevano mettere in atto misure volte a preservare le aree verdi di Cernusco per sottrarle alla speculazione immobiliare e per evitare consumo di suolo per realizzare strutture che avrebbero potuto essere costruite su aree di minor pregio ambientale.

Sarebbe stata una scelta onerosa per il contenzioso da sostenere con gli immobiliaristi sui mancati guadagni, ma sono ormai diverse le amministrazioni coraggiose che hanno visto riconosciuta dal punta di vista giuridico la volontà di preservare le aree verdi rimaste come di interesse preminente per la comunità rispetto agli interessi privati.

Ma in gioco non ci sono solo gli interessi privati: capita che vengano sacrificate aree ancora verdi anche per strutture pubbliche. È accaduto con il polo scolastico di via Goldoni realizzato sui prati della cascina Galanta, accadrà per il già citato campo da baseball sui prati del Gaggiolo ed è in programma per il giardino della scuola primaria del plesso di via Don Milani su cui verrà costruito un nuovo nido.

Che siano strutture di pubblica utilità non cambia la sostanza: è il verde che sarà cancellato per sempre e con il verde perderemo la biodiversità che porta con sé.

Consideriamo grave la mancata valutazione delle alternative: in tutti i casi citati non sono state prese in considerazione soluzioni che prevedessero il riuso di altre aree già compromesse, di minor pregio ambientale o funzionalità sociale.

Realizzare il nuovo nido a spese del giardino della scuola primaria è l’indicatore esplicito di come vengano considerate le aree verdi e la biodiversità: significa che sono una merce a disposizione, da poter utilizzare in funzione di esigenze private e pubbliche.

Ma i beni ambientali sono beni comuni, non sono a disposizione: devono essere tutelati e, soprattutto, devono essere valutate tutte le alternative praticabili per la loro conservazione.

Il giardino della scuola di via Don Milano ha avuto il merito di rompere il silenzio sul consumo di suolo, ha fatto capire cosa significhi perdere un prato, perdere gli alberi sotto cui si gioca, reso palesi le conseguenze della perdita della funzione sociale di un bene ambientale.

Bene Comune Cernusco condivide le perplessità dei genitori del consiglio d’Istituto e del Comitato dei Genitori dell’Istituto Rita Levi Montalcini che chiedono all’amministrazione un ripensamento ed una più attenta valutazione del progetto.

Video conferenza con Pietro Maroè – 31 marzo 2022

A colloquio con Pietro Maroè, giovane argonauta che con passione studia e cura gli alberi, con un grande sogno, salvare il modo.

C’è ancora speranza per questo mondo. Dicono che sia sempre l’ultima a morire. Il cambiamento parte da ciascuno di noi, dalle scelte di ognuno di noi.

La vita è un’evoluzione continua e inarrestabile, un perpetuo adattamento, da quando veniamo al mondo a quando lo lasciamo. E la strada nel mezzo stabilisce chi sei.

Pietro Maroè ci racconta come ci sia bisogno di una nuova forma di società, che ci permetta di non estinguerci con le nostre stesse mani, dove gli alberi costituiscono un modello da seguire, un esempio di comunità organizzata dove le risorse vengono utilizzate in modo parsimonioso, senza che nulla vada buttato.

Dunque non sono affatto elementi dell’arredo urbano come spesso vengono considerati. Da qui la nostra provocazione del titolo.

Un’occasione da non perdere: giovedì 31 marzo – ore 21

di seguito le credenziali per la videoconferenza sulla piattaforma Zoom.

Entra nella riunione in Zoom 
https://us06web.zoom.us/j/88449731608?pwd=YmU2WHJHeGwvV29NWTlJSEZVWmdBZz09

ID riunione: 884 4973 1608 
Passcode: 738712 
Un tocco su dispositivo mobile 
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+390200667245,,88449731608#,,,,*738712# Italia

#viaggiofraglialberi: incontro con Pietro Maroè

Il rapporto fra gli alberi e la città è complicato: sono parte dell’identità stessa e della storia di molti quartieri, ma nello stesso tempo è proprio la loro manutenzione e conservazione che costituisce una sfida fra le esigenze delle piante e quelle dei cittadini che spesso dimenticano, fra foglie cadute e radici sporgenti, il ruolo essenziale degli alberi.

Ne parliamo giovedì 31 marzo alle 21,00 con Pietro Maroè, giovane arbonauta che ha deciso di studiare, misurare e soprattutto curare gli alberi.

A breve il link per il collegamento in video conferenza

Per gli alberi il tempo è un concetto relativo. Praticamente non muoiono se non per cause esterne e, anche in quel caso, sono talmente ben organizzati che non muoiono con facilità. Il tempo passa in secondo piano.

L’albero, semplicemente, aspetta.

Aspetta il momento giusto per germinare, per fare le foglie, per fiorire. Poi aspetta il momento giusto per fare i frutti e lasciarli cadere, così come per le foglie, come se anche quella che è la sua principale fonte di sostentamento fosse comunque qualcosa di effimero.

Forse anche noi dovremmo prendere esempio da questi custodi dell’azzurro del cielo.

anticipazione da “L’azzurro infinito degli alberi” di Pietro Maroè

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