
Lettera aperta a Don Antonio Novazzi
Vicario episcopale per la Zona VII – Cernusco sul Naviglio
Appello alla coscienza cristiana contro il consumo di suolo a Cernusco
Cernusco sul Naviglio, 09.07.2025
Caro Don Antonio,
ci rivolgiamo a Lei con profonda preoccupazione per il Piano Attuativo M1_3 – via Cevedale-Bassano a Cernusco sul Naviglio, la cui approvazione da parte della Giunta Comunale potrebbe avvenire nelle prossime settimane.
Il piano prevede la costruzione di nove palazzi, parcheggi, una piazza e un edificio pubblico, in una delle ultime aree agricole libere della città, a ridosso del Parco Est delle Cave e in una zona riconosciuta per la sua rilevanza ecologica, agricola e paesaggistica. Un intervento che comporterebbe la cancellazione definitiva del suolo fertile, la perdita della biodiversità, l’abbattimento di alberi storici e l’interruzione della continuità ecologica del territorio.
Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a un intervento irreversibile di distruzione del creato.
Siamo convinti che le parole di Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ ci interpellino direttamente:
«Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (LS, n. 139),
«Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. […] L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme» (n. 118)
Anche la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace si è espressa con grande chiarezza sul consumo di suolo in “Custodire le nostre terre. Il suolo bene comune”:
«Il suolo è una realtà viva, la cui distruzione equivale a un suicidio ambientale. È urgente un cambiamento culturale, economico e politico. Le istituzioni locali hanno una responsabilità fondamentale.»
Parole che ci sembrano profondamente disattese da quanto sta accadendo a Cernusco.
Come comunità cristiana, non possiamo ignorare la responsabilità morale e civile che ci chiama a custodire per le generazioni future il paesaggio rurale della Martesana – fatto di campi, rogge, filari, siepi e alberi storici – parte della nostra memoria collettiva e che rappresenta un bene comune. Cancellarlo in nome della rendita immobiliare, significa tradire la responsabilità che ci è stata affidata come custodi del creato.
Confidiamo nella Sua voce profetica, affinché richiami tutti a operare davvero per il bene comune e non per gli interessi di pochi.
Ci rivolgiamo a Lei, che da sempre rappresenta una guida spirituale attenta ai temi sociali e ambientali, affinché si faccia interprete presso gli amministratori pubblici di un richiamo etico forte e chiaro che restituisca voce a chi crede in una città più giusta, solidale e attenta ai beni comuni.
Un invito che trova fondamento nella nostra Costituzione, laddove l’art. 42 afferma con chiarezza che la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, ma deve avere una funzione sociale.
La proprietà e l’urbanistica non possono essere strumenti di rendita, ma devono essere orientati alla giustizia, all’equità e alla sostenibilità.
A sostegno di queste richieste, la petizione da noi promossa per salvare i campi di via Cevedale (vedi link in calce) ha già raccolto oltre 1400 firme in pochi giorni, a dimostrazione di una profonda sensibilità civica. Tra i firmatari vi è anche il climatologo Luca Mercalli.
La invitiamo a incontrare le associazioni e i cittadini firmatari, ad ascoltare le loro ragioni e a farsi promotore di una riflessione condivisa sul significato autentico di “abitare” e “costruire” in un tempo segnato dalla crisi ecologica e climatica.
La ringraziamo fin d’ora per l’ascolto e restiamo in attesa di un Suo riscontro.
Un cordiale saluto
Il presidente
Fabio Battagion
Bene Comune Cernusco ETS
La petizione è disponibile a questo link:
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