Categoria: qualità dell’acqua (Pagina 1 di 4)

Il pozzo di via Firenze o della tutela degli interessi generali

ubicazione pozzo via Firenze ed area di rispetto

Verrà discussa al punto 9 dell’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario di lunedì 12 giugno la richiesta di “ridelimitazione con criterio temporale della zona di rispetto del pozzo pubblico ad uso idropotabile sito in via Firenze” 

Dietro questa formulazione asettica c’è la richiesta della società Tregenplast, una società che ricicla plastiche, di ridurre l’areale di 200 metri che costituisce la zona di rispetto posta intorno al pozzo di acqua potabile di via Firenze in modo da poter utilizzare in quell’area un capannone industriale come nuovo deposito di rifiuti plastici.

Si tratta di una questione molto delicata: l’area di rispetto intorno ai pozzi serve proprio a limitare i fattori di rischio, come quelli legati ad esempio ad uno stabilimento industriale, potenziale causa di infiltrazioni e quindi di contaminazione della zona di emungimento dell’acqua.

Per questo intorno ai pozzi dell’acquedotto la normativa impone un’area di dieci metri di raggio di tutela assoluta che deve essere adeguatamente protetta ed una zona di rispetto, costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, di forma circolare e dimensione fissa, pari ad un cerchio di 200 m di raggio avente il centro nel punto esatto della colonna di captazione.

Questa è la situazione di tutti i pozzi di Cernusco, anche del pozzo di via Firenze interessato dalla richiesta di variazione.

Il pozzo di via Firenze (150700011) è attivo dal 1985, è profondo 151 metri e presenta tre livelli di captazione dell’acquifero più profondo a 78 mt, da 100,50 a 101,50 e poi da 134,5 a 137 mt. Questo acquifero, da cui si attinge l’acqua che arriva nelle nostre case, risulta isolato dalle infiltrazioni grazie a livelli di argille impermeabili che però possono non essere continue e dunque eventuali inquinanti possono raggiungere comunque i livelli più permeabili ed essere causa di contaminazione. Per questo sono state istituite le aree di tutela e rispetto in modo da evitare che infiltrazioni arrivino ad interessare la zona di captazione.

Nella zona di rispetto la normativa impone che l’attuazione di eventuali interventi e attività sia “subordinata all’effettuazione di un’indagine idrogeologica di dettaglio che porti ad una riperimetrazione di tali zone secondo i criteri temporale o idrogeologico … o che, comunque accerti la compatibilità dell’intervento con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dia apposite prescrizioni sulle modalità di attuazione degli interventi stessi”. 

Quindi proviamo a ricostruire cosa è accaduto: all’ufficio tecnico del comune arriva la richiesta della Tregenplast di poter utilizzare un capannone per un deposito di rifiuti plastici, l’ufficio tecnico segnala che si trova nell’area di rispetto di 200 mt dal pozzo, la società chiede all’amministrazione di variare la zona di rispetto secondo un criterio “temporale”, richiesta ripresa e valutata congrua dall’amministrazione che porta la discussione in consiglio comunale per far approvare tale variazione.

Non abbiamo potuto valutare l’indagine idrogeologica di dettaglio e l’analisi a corredo della richiesta della Tregenplast che attesti la compatibilità del deposito di rifiuti plastici con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee e dei relativi impegni in relazione alle prescrizioni attuative, chiediamo per questo motivo e per trasparenza che tali documenti vengano messi a disposizione della cittadinanza e dei consiglieri comunali chiamati ad esprimersi.

Nello stesso tempo non possiamo non rilevare i gravi elementi di preoccupazione della vicenda: un deposito di rifiuti plastici verrà realizzato in un’area su cui oggi ci sono vincoli che tutelano la nostra salute, ma pure quella degli abitanti posti a valle del flusso della falda, in particolare Pioltello e Cassina.

direzione flusso della falda (estratto carta idrogeologica, Cernusco)

In caso di contaminazione sarebbero i primi a risentirne ed infatti i sindaci di Cassina e Pioltello hanno espresso irritazione per il mancato coinvolgimento e pure le locali forze politiche di questi comuni hanno fatto appello alla responsabilità dei singoli consiglieri di Cernusco nel prendere decisioni di questa portata.

Ancora una volta a Cernusco gli interessi generali di tutela dei beni comuni, e l’acqua è uno dei beni comuni più importanti, vengono subordinati agli interessi di privati, peggio, si baratta un principio di cautela collettivo per venire incontro ad interessi privati.

Si mettono in atto modifiche urbanistiche puntuali, senza alcun riferimento alla visione complessiva della gestione della risorsa idrica (tutti i pozzi a Cernusco hanno zone di rispetto basate su un criterio geometrico) ed alla vigilia della variante del PGT che dovrebbe proprio servire a rivedere regole e vincoli, anche quelli idrogeologici.

Si introduce inoltre una pesante ipoteca sul futuro: i cittadini si trovano di fronte ad una prassi ormai consolidata per cui basta chiedere per ottenere una variazione funzionale ai propri interessi. 

Si tratta di un una modalità che non tiene conto degli interessi generali, soprattutto sacrifica i beni comuni e non valuta le conseguenze future. Chiediamo quindi ai consiglieri comunali di bocciare la proposta di ridelimitare la zona di rispetto del pozzo di via Firenze.

#viaggiofraglialberi: incontro con Pietro Maroè

Il rapporto fra gli alberi e la città è complicato: sono parte dell’identità stessa e della storia di molti quartieri, ma nello stesso tempo è proprio la loro manutenzione e conservazione che costituisce una sfida fra le esigenze delle piante e quelle dei cittadini che spesso dimenticano, fra foglie cadute e radici sporgenti, il ruolo essenziale degli alberi.

Ne parliamo giovedì 31 marzo alle 21,00 con Pietro Maroè, giovane arbonauta che ha deciso di studiare, misurare e soprattutto curare gli alberi.

A breve il link per il collegamento in video conferenza

Per gli alberi il tempo è un concetto relativo. Praticamente non muoiono se non per cause esterne e, anche in quel caso, sono talmente ben organizzati che non muoiono con facilità. Il tempo passa in secondo piano.

L’albero, semplicemente, aspetta.

Aspetta il momento giusto per germinare, per fare le foglie, per fiorire. Poi aspetta il momento giusto per fare i frutti e lasciarli cadere, così come per le foglie, come se anche quella che è la sua principale fonte di sostentamento fosse comunque qualcosa di effimero.

Forse anche noi dovremmo prendere esempio da questi custodi dell’azzurro del cielo.

anticipazione da “L’azzurro infinito degli alberi” di Pietro Maroè

#OcchiAperti: Un incontro inaspettato in Martesana

Nell’ultimo mese, sono state fatte alcune osservazioni di una specie animale la cui presenza sul nostro territorio è rara ed occasionale.
La specie in questione è lo smergo maggiore (Mergus merganser), un’anatra tuffatrice di grosse dimensioni (lunghezza compresa tra i 58 e i 68 cm) il cui areale di distribuzione comprende l’Europa, l’Asia settentrionale e il Nord America.

Smergo maggiore (Mergus merganser)
Fig. 1 – Un esemplare di Smergo maggiore (Mergus merganser) femmina
(©Federico Belloni – All Rights Reserved)

Negli ultimi anni la specie ha mostrato una tendenza demografica positiva in Europa centro-meridionale, sia come nidificazioni che come svernamento.
Il medesimo trend si è osservato nella regione alpina e prealpina, dove il numero di nidificazioni accertate risulta essere in costante incremento negli ultimi anni, così come anche la presenza di gruppi di smerghi maggiori svernanti.
I luoghi prediletti da questa specie per la nidificazione li troviamo in aree forestali, lungo fiumi e laghi, sia prealpini che artificiali, con presenza di alberi maturi ricchi di cavità dove poter costruire il proprio nido, ma anche anfratti situati in pareti rocciose verticali affacciate sui bacini lacustri.
Questo anatide è una specie nidificante di recente immigrazione in Italia, il cui primo evento accertato e documentato di nidificazione risale al 1996 in Veneto.
I luoghi di svernamento principali in Italia, attualmente, si trovano in Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia-Giulia, nei principali bacini e corsi d’acqua.

Osservazioni di Mergus merganser effettuate in Italia
Fig. 2 – Osservazioni di Mergus merganser effettuate in Italia e registrate sul sito iNaturalist.org

Nelle ultime settimane, si sono ripetuti più avvistamenti di questa specie:

  • 29 novembre 2020: due individui (femmina), osservati da Diana (*);
  • 30 dicembre 2020: un individuo (femmina), osservato da Diana(*) presso la Cava Gaggiolo;
  • 7 gennaio 2021: osservati 4 individui (1 maschio e 3 femmina);
  • 14 gennaio 2021: osservati 3 individui (femmina);
  • 16 gennaio 2021: un individuo (femmina), osservato da Federico(*).

È ancora da chiarire se si trattasse dei medesimi esemplari o di individui diversi che talvolta sono stati osservati in gruppo oppure isolati.
In tutti i casi, è altamente probabile che si trattasse di individui esclusivamente di passaggio, più che di individui svernanti nel nostro territorio, che magari hanno deciso di sfruttare il corso del Naviglio come corridoio in connessione con il fiume Adda, per poi spostarsi nei loro luoghi abituali dove superare l’inverno.

Inoltre, la presenza di diversi laghi di cava distribuiti all’interno del PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) Est delle Cave, potrebbe essere stata una forte attrattiva per questi anatidi, essendo potenzialmente delle ottime aree di sosta per riposarsi e rifocillarsi (gli smerghi maggiori si nutrono infatti di pesci, principalmente).

La pandemia e le restrizioni da zona rossa tuttavia non ci hanno permesso di monitorare al meglio la situazione nelle cave (molte delle quali inaccessibili ai “comuni” cittadini interessati al monitoraggio di specie così interessanti).

Ma arriviamo al punto: perché vi stiamo parlando di questo anatide?
L’osservare questa specie deve renderci più consapevoli delle ricchezze, in termini naturalistici e paesaggistici, che il nostro territorio potrebbe potenzialmente offrirci.
Questa consapevolezza dovrebbe riguardare tutti noi, grandi e piccoli, naturalisti e semplici appassionati, ma soprattutto, deve riguardare chi attualmente fa parte e gestisce il PLIS Est delle Cave. Non è comunque una novità che il nostro territorio custodisca delle vere e proprie bellezze, alcune meno comuni e più particolari di altre.

Tutto questo nonostante ci troviamo in un contesto altamente urbanizzato, come la città metropolitana, in cui purtroppo si persegue ancora una politica volta alla continua urbanizzazione a discapito, spesso, delle aree verdi.

Qualunque sia stato il motivo della visita da parte degli smerghi maggiori, sicuramente una cosa ci insegnano: dobbiamo, tutti, imparare a proteggere e valorizzare il nostro territorio e le zone verdi rimaste che ci circondano.
E, perché no, cominciare ad invertire il trend di continua cementificazione, tutelare le aree verdi e favorire il recupero delle aree dismesse.

(*) Autori:
Diana Sciandra, D.ssa naturalista
Federico Belloni, Dr. naturalista.

Bibliografia:

Arturo Gargioni et al. (2013): Prima nidificazione di Smergo maggiore Mergus merganser (Linnaeus 1758) in provincia di Brescia (Lombardia). Natura Bresciana Ann. Mus. Civ. Sc. Nat., Brescia, 38: pp. 133-134.

BirdLife International (2018): Mergus merganser. The IUCN Red List of Threatened Species. International Union for Conservation of Nature and Natural Resources.

Enrico Viganò et al. (2006): Prima nidificazione di Smergo maggiore Mergus merganser in Lombardia. Picus 32: pp. 115-116.

Fabio Saporetti (2019): Lo svernamento dello Smergo maggiore Mergus merganser in Lombardia nel periodo 2002-2018. Bollettino Ornitologico Lombardo online, numero 1.

Lars Svensson, Killian Mullarney, Dan Zetterstrӧm (2015): Guida degli uccelli d’Europa, nord Africa e vicino oriente. Ricca Editore.

Marco Zenatello et al. (1997): Prima nidificazione di Smergo maggiore Mergus merganser in Italia. Riv.Ital.Orn. 66: pp. 207-210.

Marco Zenatello et al. (2009): Lo Smergo maggiore Mergus merganser nidificante in Italia: 1996-2008. Alula XVI (1-2): pp. 491-496.

Sitografia:

www.iucnredlist.org/species/22680492/132054083
www.iucn.it/scheda.php?id=-378269316
www.inaturalist.org
www.ornitho.it

Stazione meteo di Cernusco: 1° webinar 17 giugno ore 18

Mercoledì 17 Giugno 2020 dalle ore 18 – alle 19:30 

Primo webinar sul progetto di riqualificazione della stazione meteorologica di Cernusco sul naviglio a cura del meteorologo Paolo Bonelli che presenterà il progetto per la riqualificazione in chiave didattica e volontaria della stazione meteorologica del Parco dei Germani di Cernusco, in abbandono da molti anni e ne discuterà con i partecipanti.

Il 21 maggio scorso il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità la mozione su questo progetto promosso dal comitato Bene Comune Cernusco e questa vuole essere la prima iniziativa di scienza attiva volta a coinvolgere i cittadini interessati e a promuovere la cultura ambientale della nostra città.

per collegarsi:

inviare una mail a: paolob087@gmail.com  oppure a benecomunecernusco@gmail.com

 

Stazione meteo di Cernusco: 1° webinar 17 giugno ore 18


La stazione meteorologica del Parco dei Germani è rimasta abbandonata per molti anni e come associazione Bene Comune Cernusco intendiamo ripristinarla. A questo proposito un anno e mezzo fa abbiamo presentato al Comune di Cernusco sul naviglio un progetto per la sua riqualificazione in chiave didattica e volontaria.
Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità nei giorni scorsi una mozione che lo impegna a dar seguito al nostro progetto e ci aspettiamo a breve la possibilità di iniziarne le attività.

Il nostro criterio guida è un ripristino basato sul volontariato e motivato da interessi culturali nelle varie discipline: dal monitoraggio della qualità dell’aria alla meteorologia, dall’elettronica all’informatica. Pertanto vorremmo formare un gruppo di persone, non necessariamente esperte, che prendano a cuore questo progetto dando un contributo di tempo e passione.

Ne parleremo in dettaglio in un seminario on line (webinar) mercoledì 17 Giugno 2020 dalle ore 18 – alle 19:30

Ci sarà la presentazione del progetto sulla realizzazione della stazione meteo di Cernusco sul naviglio,  con l’indicazione degli obiettivi, dei costi, il programma didattico e poi seguirà la discussione.

Chi è interessato può mandare la sua mail (necessaria per connettersi al webinar) a:

paolob087@gmail.com

o

benecomunecernusco@gmail.com

Stazione meteorologica: un importante risultato


Tutti i consiglieri comunali hanno sottoscritto la mozione, presentata grazie al consigliere Claudio Gargantini, che chiede di dare seguito al progetto proposto da Bene Comune Cernusco e CoScienza Ambientale che prevede la realizzazione di strumentazione per la stazione meteo, affiancando al rilevamento ed alla diffusione dei dati, iniziative di formazione tecnico-scientifica nel campo ambientale, meteorologico, informatico ed elettronico.

A più di un anno e mezzo dalla presentazione del progetto in un incontro pubblico svoltosi in biblioteca nell’ottobre 2018 che aveva visto la partecipazione dell’assessore all’Ambiente e raccolto la sua adesione, ieri nel consiglio comunale tutti i consiglieri hanno aderito con favore e sollecitato l’iniziativa.

Da parte dell’amministrazione comunale ora vanno superati gli impedimenti burocratici che sino a questo momento avevano impedito la stipula della convenzione, mentre sta a noi cittadini e a tutti coloro che hanno voglia di imparare e mettere a disposizione un po’ del loro tempo, realizzare questo progetto.

I dati ambientali sono importanti: ci raccontano cosa accade all’aria e all’acqua del nostro territorio, ci danno la possibilità di valutare l’effettiva variabilità del clima, dimensionare correttamente gli impianti (da quelli termici, di irrigazione alla rete fognaria), valutare le aree a maggiore rischio. Nello stesso tempo l’elaborazione dei dati e, in primo luogo la realizzazione diretta della strumentazione, offrono occasione uniche di formazione in ambiti che vanno dall’elettronica, all’informatica, alla statistica.

A breve organizzeremo un incontro – magari su web – per raccontarvi il progetto e le modalità di partecipazione. Seguiteci.

 

Giornata dell’acqua – facciamo il punto


Nella giornata mondiale dell’acqua facciamo il punto su ciò che sappiamo dell’acqua di Cernusco.

Dal portale del gestore del servizio idrico sappiano che sono in esercizio otto pozzi, dalla relazione della AST del 2016 (ma relativa al monitoraggio dei pozzi dell’anno 2015) si rileva che sono stati chiusi i pozzi di via Firenze, Don Sturzo e Vespucci a causa delle eccessive concrezioni di Cromo.


Riportiamo di seguito l’andamento del Cromo, estrapolato dai dati riportati nelle relazioni ATS degli ultimi cinque anni, da cui si rileva come in quasi tutti i pozzi di Cernusco i valori di Cromo siano sopra i 10 μg/l.

Nella stessa relazione  si legge che che AST ha richiesto di valutare l’utilizzo di nuove tecnologie di decontaminazione per ridurre le concentrazioni presenti.

I valori delle analisi relative ai singoli pozzi per Cernusco non sono disponibili, sono riportate sul portale del gestore del servizio le medie ponderate per gli ultimi tre anni

da cui si rileva che la concentrazione media ponderata è migliorata da 8 μg/l del 2015 a 6 del 2017.

I valori di Cromo delle case dell’acqua riportano per il 2017 valori di Cromo di 11  μg/l


Segnaliamo come in molte città si sia cercato di far riferimento a concentrazioni inferiori a 5  μg/l in modo cautelare e siano disponibili in rete per i cittadini i dati relativi alle analisi dei pozzi (vedi ad esempio Brescia e Treviglio).

Sarebbe inoltre interessante conoscere l’andamento delle case dell’acqua, vale a dire se si sono osservate differenze nel tempo rispetto ai litri erogati,  le variazioni nel consumo medio cittadino e gli obiettivi che l’amministrazione si pone rispetto alla riduzione dei consumi pro capite, alla possibilità di utilizzare le acque di prima falda per l’irrigazione di strutture sportive e giardini pubblici e privati, alla verifica dell’efficienza della rete (qual è la percentuale di perdite dell’acquedotto e come varia negli anni)

Nella giornata mondiale per l’acqua auspichiamo che l’amministrazione eserciti i suoi doveri di vigilanza e controllo nei confronti del gestore del servizio idrico e rivendici per sé e per i suoi cittadini il diritto ad un’informazione completa.

La giornata mondiale dell’acqua – 22 marzo 2018

Domani sarà la giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 per evidenziare l’importanza dell’acqua e la necessità di preservarla e renderla accessibile a tutti. Il tema di quest’anno riguarda come si possano ridurre inondazioni, siccità ed inquinamento utilizzando soluzioni che già si trovano in natura. 

Il riscaldamento climatico ed il consumo di suolo sono fattori che incrementano eventi estremi come inondazioni e siccità, mentre l’inquinamento delle falde compromette la qualità dell’acqua che beviamo.

Nel nostro piccolo il tema dell’inquinamento dell’acqua che beviamo è sempre stato al centro della nostra attenzione ed attività. A noi si deve la proposta della Carta d’intenti per la qualità dell’acqua, protocollo procedurale fra gestore del servizio, amministrazione ed associazioni volto a garantire a noi cittadini il diritto all’informazione sull’acqua.

Il bilancio dopo quattro anni di questa iniziativa è negativo proprio sul quello che doveva essere l’obiettivo primario: il diritto del cittadino  all’informazione sulla qualità dell’acqua. Di fatto gli elementi conoscitivi per valutare l’andamento degli inquinanti nei diversi pozzi della rete idrica cittadina non sono disponibili, né è disponibile la relazione aggiornata della ATS sul monitoraggio dei pozzi.

fonte: CAP Holding

Sono disponibili solo i valori medi relativi alle case dell’acqua, ove per Cernusco si rileva per il 2017 un valore di Cr pari a 10 µg/l, valore che è nei limiti di legge solo perché lo scorso 6 luglio il ministero della Sanità ha esteso ha prorogato l’entrata in vigore delle modifiche all’Allegato I del D.Lgs. 31/2001 al 31.12.2018  che stabilisce limiti più stringenti di concentrazione massima per il Cromo esavalente nell’acqua dei nostri acquedotti (di fatto molti dei pozzi di Cernusco, sarebbero fuori legge).

Avevamo auspicato nel luglio scorso che l’informazione per i cittadini sulla qualità fosse uno dei criteri guida della nuova amministrazione, in autunno in un incontro con l’assessore all’ecologia Daniele Restelli abbiamo di nuovo fatto presente questo tema, ma ad oggi rileviamo che non c’è nessuna iniziativa in campo da parte dell’amministrazione.

L’inquinamento da Cromo interessa da decenni interessa il nostro acquifero, eppure non è stato ancora affrontato il tema della bonifica delle aree da cui arriva né sono stati adottati per i pozzi quei dispositivi per l’abbattimento del Cromo a valori più bassi usati in altre città (vedi Brescia). Le amministrazioni interessate dal problema dovrebbero far pressione insieme perché finalmente si intervenga per la bonifica.

Speriamo che domani in occasione della giornata mondiale per l’acqua venga almeno pubblicata sul portale dell’amministrazione la relazione aggiornata della AST.

Vedi alla voce Cromo per le case dell’acqua di Cernusco

fonte: portale isituzionale CAP Holding

Valori medi ponderati – I semestre 2016 – case dell’acqua di Cernusco

Come si vede, la concentrazione di Cromo totale, valutata come media ponderata per il primo semestre 2016, è di 13 µg/l.
Qual è la concentrazione del Cromo esavalente? Quali sono i valori aggiornati al primo semestre 2017 della qualità dell’acqua dei pozzi di Cernusco e delle due case dell’acqua?
L’amministrazione chieda al gestore del servizio i valori aggiornati. Acqua ed informazione sono beni comuni da tutelare.

Il sortilegio e le elezioni

Alla vigilia elettorale Cernusco si guarda allo specchio e l’immagine riflessa, a seconda dei candidati, diventa un racconto sospeso fra incanto, nostalgia e disincanto. Una città da cartolina, tutta verde, sport e concerti che rende felici (!) i cittadini  grazie alla sua grande bellezza attuale oppure una città dallo smalto perduto che va riconquistato per ristabilire la primazia nella Martesana (!).

Più banalmente e prosaicamente è una città che negli ultimi quindici anni ha visto un notevole incremento della popolazione (circa il 15% ) grazie ad un’espansione urbanistica andata a saturare le poche aree verdi rimaste libere. Cernusco è infatti l’approdo privilegiato di una domanda immobiliare che non può permettersi i prezzi della metropoli e quindi cerca nella sua periferia nuove costruzioni in un contesto urbanistico in parte preservato dall’espansione edilizia del secolo scorso. Le case costano meno che a Milano centro, sebbene molto di più che nel resto della periferia urbana, così interi quartieri sono stati costruiti là dove c’erano campi, in un crescendo di consumo di suolo e territorio e di problemi connessi ad un così rapido incremento della popolazione.

A cominciare dalla gestione dei servizi di interesse collettivo, come la raccolta dei rifiuti – ripensata da un anno a questa parte con l’introduzione del sacco rosso (falsamente) tracciabile – che non prevede forme di aiuto per quelle famiglie o situazioni che si trovano a dover smaltire molto più rifiuto indifferenziato a causa di pannoloni e pannolini per i quali non è previsto alcun ritiro dedicato come accade in molti altri comuni, più attenti e solidali con chi ha problemi. Così come non esistono forme di solidarietà fiscale della tariffa sui rifiuti destinate a chi è in difficoltà, né forme di attenzione per chi non può recarsi in piattaforma ecologica, né attivazione quelle misura di incentivazione della raccolta differenziata legate all’informazione  con il coinvolgimento delle scuole e  del civismo organizzato, all’adozione di incentivi per gli esercizi commerciali  per la riduzione e l’uso di imballaggi a minor impatto,  la creazione  di aree di vendita dei prodotti sfusi, la promozione di  prodotti  più sostenibili (lettiere ecologiche, pannolini riciclabili) , sino all’importante centro del riuso.  Nulla di tutto ciò è stato messo in atto e per di più  l’assoluto rifiuto di dialogo ha prodotto un  vero e proprio corto circuito con la cittadinanza: se da una parte con il sacco rosso la raccolta differenziata è arrivata all’85%, dall’altra c’è stato un peggioramento della qualità del multipack e del decoro complessivo della città per i numerosi abbandoni di rifiuti .  E neppure un bilancio  dell’andamento vero si può fare per i dati farlocchi che vengono forniti ai cittadini.

Eppure un osservatorio sui rifiuti, strumento che come comitato Bene Comune Cernusco avevamo proposto sin dall’inizio del sacco rosso, sarebbe molto utile, soprattutto per effettuare verifiche di efficacia del servizio e conciliazione  delle parti in gioco.

Nella bella perla della Martesana  (cit.) si respira però un’aria cattiva (le concentrazioni di polveri sottili sono elevate e nel periodo invernale sempre a livelli fuori dai limiti) e si beve acqua che presenta concentrazioni elevate – sebbene nei limiti, ma ancora per poco – di Cromo. Eppure l’entità di tali inquinamenti per Cernusco non è un dato disponibile perché non ci sono stazioni di rilevamento della qualità dell’aria e per l’acqua i dati degli inquinanti dei pozzi non sono disponibili.

Così come non è noto l’indice di consumo di suolo, indicatore fondamentale per capire come è cresciuta la  città e verso quale modello  di sviluppo intenda andare. Sino a cinque anni fa era circa il 30 % del territorio ma, fra l’avanzare delle case costruite e delle aree di escavazione, la percentuale  di suolo libero oggi sarà notevolmente più bassa, senza che questo rientri  fra gli elementi di allarme ed induca ad adottare piani di blocco del consumo del suolo entro tempi definiti .

A questo riguardo è emblematica la volontà da parte dell’amministrazione di vendere di una porzione del parco degli aironi ad un fondo immobiliare con sede in Olanda per consentirgli di ampliare il centro commerciale Carosello. Il comitato Bene Comune Cernusco  è sempre stato contrario a tale operazione che trasforma un bene comune con funzione sociale di parco in una merce, ne ha ribadito la sua contrarietà dopo che l’atto d’indirizzo è stato riproposto nel gennaio scorso in consiglio comunale e la ribadisce oggi, alla vigilia elettorale.

I cittadini hanno poche occasioni per far sentire la loro voce,  le elezioni sono una di queste,  e con il voto  di oggi possono disegnare il futuro di Cernusco. E’ bene ricordare che  il parco degli Aironi è stato lasciato in abbandono ed ora si spaccia l’intervento del privato come una panacea grazie al ripristino ambientale del parco di cui si farebbe carico e per i benefici economici dell’operazione (sette milioni di euro). Si tratta al contrario di urbanistica contrattata volta a far cassa (Cernusco non ne avrebbe neppure bisogno, non è un comune in dissesto, anzi) e a favorire interessi di privati.

Il ritiro dell’atto di indirizzo ed il rigetto dell’accordo di programma sull’ampliamento del centro commerciale Carosello sono pertanto condizioni essenziali per la tutela del bene comune della città, sia in relazione ai beni materiali (suolo, territorio, aria) che immateriali (aspetti compensativi ed etici).

Dalla trappola che vuole la città, a partire dal parco degli Aironi, trasformata in un divertificio si può uscire: la città non è più quella di un tempo, le sue radici rurali sono ormai quasi perdute ed è avviata verso  un processo di  progressiva gentrification.  Così non è con la patetica  e stucchevole forzatura del recupero di un lontano ricordo letterario trasformato in gastronomico che si recupera il passato, ma con l’attenzione e la cura per le sue testimonianze. Guardate a come sono ridotte oggi le cascine di Cernusco, tutte assediate da nuove costruzioni e nuove strade senza alcuna fascia di rispetto, mentre si sprecano iniziative e progetti per il divertimento.

La cancellazione delle testimonianze del passato e l’alienazione del patrimonio comune privavano le comunità del loro senso collettivo. E’ oggi l’occasione per rompere  il sortilegio .

 

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