Eravamo in piena pandemia, forse per questo qualcuno se n’è dimenticato. Ma il 21 maggio del 2020 il Consiglio Comunale, all’unanimità, aveva approvato una mozione, presentata dal consigliere Claudio Gargantini, che prevedeva “il ripristino della stazione meteorologica” e la predisposizione di “apposita convenzione regolativa” con la nostra Associazione, in accordo al progetto, presentato l’1/12/2018 che “non prevedeva oneri per l’amministrazione comunale“.
Noi, soddisfatti ed entusiasti, dopo aver descritto questo riconoscimento in un articolo di allora, abbiamo atteso la convocazione da parte dell’assessore Restelli. Che non è arrivata in quell’anno, e nemmeno nel successivo, poi nel 2022 le nuove elezioni ed è passato anche il 2023. A giugno del 2024, abbiamo chiesto lumi: con una istanza all’assessore Restelli (riconfermato anche nella nuova Giunta) ci attendavamo, come previsto dallo Statuto Comunale, una risposta entro 60 giorni.
Ma anche questa non è arrivata.
Ci siamo rivolti all’Ispettorato della Funzione Pubblica, organo dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (in pratica la Meloni), riportando tutta la sequenza di domande e di silenzi, dal 2018 in poi. L’ispettorato ha girato la richiesta all’Amministrazione di Cernusco, che, forse spaventata dalla mail ricevuta (arrivava da “mailbox.governo.it” !), ha messo insieme una risposta, che suona così:
la vecchia centralina non era economicamente recuperabile (troppo costoso ripararla);
la pandemia ha rallentato le attività non urgenti (in realtà a maggio 2020 e nei mesi successivi, la pandemia aveva diminuito la sua pressione);
nel 2022 [nuova amministrazione – ndr] è stato progettato un orto botanico al posto della vecchia centralina, che quindi andava spostata;
nel 2024 sono stati intensificati gli sforzi per risolvere la questione [negli anni dispari, evidentemente l’Amministrazione non se la sente di fare qualcosa – ndr]
il 18 dicembre 2024 è stato autorizzato l’acquisto di una nuova centralina, che sarà gestita dal Centro Meteo Lombardo e dovrebbe essere disponibile entro gennaio 2025 [che in realtà è passato e non si vede ancora la centralina – ndr].
Non possiamo che essere nuovamente orgogliosi e felici di questa conclusione, che finalmente doterà il Comune di Cernusco di un punto di rilevamento di dati meteorologici particolarmente utili in questi anni di eventi atmosferici estremi.
Peccato che non saremo noi a gestire la centralina, che avremmo installato a nostre spese e senza alcun costo per il Comune di Cernusco. Evidentemente, siamo così invisi a questa Amministrazione, che pur di non concederci questa soddisfazione, spende i soldi di tutti per una finalità che avrebbe potuto avere a costo zero. Ce ne faremo una ragione, ma l’importante è che la centralina ci sia e funzioni [passaggio a dir la verità non ancora avvenuto – ndr]
Si avvicina velocemente la fine dell’anno ed è naturale, in questo momento, guardare indietro e fare un po’ il bilancio dell’anno che sta per finire.
E’ stato un anno faticoso, segnato da eventi che non avremmo voluto vedere: le guerre, con tutto il loro seguito di morte e distruzione; i disastrosi fenomeni atmosferici, in Italia ed in varie altre parti del mondo, anch’essi portatori di distruzione e soprattutto di grande preoccupazione per il futuro; ed il mondo continua a rimandare le soluzioni che ci potrebbero aiutare ad evitare il peggio, come si è visto nella recente COP29, che si è chiusa con un nulla di fatto.
Fortunatamente, nel nostro piccolo, possiamo ricordare anche qualche attività iniziata o conclusa nel modo migliore. La più importante è stato l’avvio dell’Osservatorio per la Tutela del Suolo e del Paesaggio nel Nord Est milanese: con altre associazioni della nostra zona, abbiamo lanciato questo gruppo che, passo dopo passo, sta approfondendo i temi legati alla gestione del territorio, vigilando su varianti e proposte delle amministrazioni comunali della Martesana e presentando le proprie proposte di miglioramento, anche se spesso inascoltate. Obiettivo dell’Osservatorio è coinvolgere realtà simili alla nostra per attivare i cittadini nel controllo e nella gestione di un bene fragile e limitato, come il suolo, adottando chiavi di lettura e soluzioni uniformi in tutta l’area ad est di Milano.
Nella scorsa primavera abbiamo partecipato al “Bioblitz 2024”: guidati dalla nostra esperta naturalista, Diana, siamo andati per farfalle, fotografando e conteggiando varie specie, testimoni della biodiversità che spesso un occhio non allenato non riesce a riconoscere.
Nel corso del 2024 è partita la quarta edizione del nostro Concorso fotografico e di Disegno nel Parco Est delle Cave. Il concorso è tuttora aperto e, concentrandosi su luoghi e specie particolari, ci invita a conoscere il parco ed a coglierne aspetti peculiari che a prima vista possono sfuggire.
Il bilancio di fine anno, inevitabilmente, richiede anche di pensare a cosa fare nell’anno che inizierà tra poco. Le idee ed i propositi, che di certo non ci mancano, devono poi scendere a compromessi con le energie, con le forze a disposizione. Quindi vedremo cosa effettivamente riusciremo a portare avanti. Tra le nostre priorità, comunque, ci sono tante attività, magari già iniziate negli anni scorsi, che vogliamo continuare e migliorare.
Il 2025 sarà l’anno del rinnovo della nostra amministrazione: appuntamento particolarmente importante per tutte le scelte urbanistiche e di gestione del territorio che ne conseguiranno. Non mancheremo perciò di avanzare e rendere pubbliche le nostre richieste e priorità ai candidati sindaci per difendere ogni metro quadrato del nostro verde e possibilmente per aumentarlo.
Non ridurremo il nostro impegno per conoscere nei dettagli, con tutte le sue ricchezze e peculiarità, l’ambiente che ci circonda, a partire dal Parco Est delle Cave (che da anni riceve la nostra primaria attenzione), ma proseguendo anche verso strutture fuori dal nostro stretto perimetro, come il Parco Agricolo Nord Est oppure il Parco Nord Milano. Potremo raccogliere spunti e suggerimenti utili per la nostra più limitata realtà locale.
Da alcuni anni raccogliamo, con gli strumenti che ci siamo costruiti, i dati di concentrazione delle polveri sottili; nelle prossime settimane, con la guida di un esperto, capiremo come agiscono e quanto possono essere pericolose per la salute, soprattutto per i bambini. Sarà il primo appuntamento di una serie di “SOS” che vogliamo lanciare per richiamare l’attenzione sulle risorse basilari del nostro ambiente: l’aria, l’acqua, il suolo, l’energia.
Nel 2025 si concluderà anche il Concorso Fotografico e di Disegno nel Parco Est delle Cave e, come ormai tradizione, premieremo chi ha meglio saputo cogliere le peculiarità del nostro parco, mettendo in mostra le foto ed i disegni più belli.
Aldilà delle attività pratiche che riusciremo a svolgere, però, quello che più ci sta a cuore è provare a comunicare a tutti, e soprattutto ai più giovani tra noi, l’attenzione e la cura per l’ambiente, la preoccupazione per un modello di sviluppo non sostenibile, l’importanza di comportamenti virtuosi che non mettano a repentaglio la salute e perfino la sopravvivenza nostra e di chi verrà dopo di noi.
Recenti studi stanno mostrando quanto sia in aumento una forma di ansia legata alle mutazioni climatiche, all’incertezza del futuro legata al riscaldamento globale. È altrettanto provato che il modo migliore per combattere questa “eco-ansia” è attivarsi nel volontariato ambientale, aderendo ad organizzazioni che si occupano di questa emergenza. Bene Comune Cernusco è una di queste organizzazioni, è uno dei modi possibili per “fare qualcosa”, per occuparsi della casa che ci ospita, cercando di capire i problemi e di immaginare soluzioni adeguate, pur nel piccolo della nostra città. Chi vorrà darci una mano, quindi, sarà più che benvenuto e se saremo in molti, riusciremo a fare molto.
L’augurio, che estendiamo a tutti, per il nuovo anno è che sempre più persone, sempre più giovani prendano coscienza delle urgenze legate al clima ed agli stili di vita non sostenibili, decidendo di attivarsi, in qualunque modo, per fermare questa pericolosa emergenza: c’è bisogno di tutti, c’è bisogno di “fare qualcosa”.
Si avvicina la fine dell’anno e nei negozi (per non parlare del mercato nero) compaiono botti e fuochi di ogni tipo: perchè l’anno nuovo deve essere accolto a suon di scoppi fragorosi e di fumogeni colorati?
Da anni mostriamo, con i nostri strumenti che misurano la concentrazione di polveri sottili (PM), come nelle prime ore dopo la mezzanotte del 31 dicembre l’aria si riempia di fumo maleodorante e pericoloso per i nostri polmoni.
Le immagini qui sotto mostrano quale sia l’effetto di questa malaugurata abitudine; si può notare come, allo scoccare della mezzanotte, la concentrazione di PM aumenti improvvisamente di oltre 5 volte, superando quota 400 ug/m3 e rimanendo in zona di allarme per parecchie ore (l’immagine si riferisce al 1° gennaio 2023).
Come sempre, noi ci auguriamo che da una lato l’amministrazione comunale imponga dei divieti a questa usanza dannosa per la salute e per l’ambiente (e naturalmente li faccia rispettare), dall’altro che le persone si rendano conto di quanto questa sia un’abitudine pericolosa per le persone (il bollettino medico del giorno dopo è sempre tragico) e inquinante per l’aria e per i rifiuti che vengono sparsi.
Potrete controllare l’andamento di quest’anno, collegandovi nelle ore successive alla mezzanotte del 31 dicembre, a questo link
Inizia oggi, 11 Novembre 2024, la COP29, il vertice sul clima che si terrà a novembre 2024 a Baku (Azerbaigian) e già si percepisce una certa inquietudine tra i partecipanti. Questo summit, cruciale per monitorare i progressi verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e per definire nuove strategie climatiche, si inserisce in un contesto politico e sociale estremamente delicato. La recente rielezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti ha suscitato timori profondi tra i leader globali e la comunità scientifica, oltre che presso tutto il mondo ambientalista, preoccupati che il ritorno di Trump possa rallentare o addirittura invertire i passi avanti compiuti nella lotta contro la crisi climatica.
La COP29: un appuntamento decisivo per il pianeta
La Conferenza delle Parti (COP) rappresenta ogni anno il più importante momento di confronto e negoziazione per affrontare il riscaldamento globale. Durante la COP29 (qui si può trovare l’agenda completa della Conferenza), i delegati provenienti da quasi 200 nazioni discuteranno strategie cruciali come la riduzione delle emissioni di gas serra, l’aumento del sostegno economico ai Paesi in via di sviluppo e il rafforzamento degli impegni nazionali per limitare il riscaldamento entro il limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Tuttavia, l’incertezza sul ruolo che gli Stati Uniti assumeranno in questo contesto rischia di complicare i negoziati. La presenza di Trump alla Casa Bianca alimenta il timore di un’America nuovamente isolata e contraria a politiche climatiche ambiziose, in netto contrasto con la spinta internazionale verso la sostenibilità.
Il primo mandato di Donald Trump è stato caratterizzato da un insieme di deregolamentazioni e scelte energetiche che hanno sollevato profonda preoccupazione tra gli ambientalisti e la comunità scientifica. Uno dei provvedimenti più discussi è stato il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi nel 2017, seguito da una serie di iniziative volte a ridurre o eliminare le regolamentazioni ambientali. Tra queste, l’abrogazione del Clean Power Plan del 2015, voluto dall’amministrazione Obama, che puntava a limitare le emissioni di CO₂ dalle centrali elettriche. Trump ha sostituito questo piano con una regolamentazione più permissiva, che concedeva maggiore libertà all’industria del carbone e agli impianti a combustibili fossili di continuare le loro attività senza adeguarsi a standard più rigidi.
Inoltre, Trump ha ordinato l’eliminazione di regole che limitavano le emissioni di metano, un gas serra particolarmente potente, consentendo così alle aziende del settore energetico di ridurre i costi operativi ma aumentando l’impatto climatico. Ha anche allentato le restrizioni sull’inquinamento dell’acqua potabile attraverso la revisione della Waters of the United States Rule, permettendo a molte aziende di scaricare sostanze chimiche in corsi d’acqua senza dover rispettare controlli rigorosi. Queste scelte hanno avuto un impatto profondo sulla salute pubblica e sull’ambiente, compromettendo la qualità dell’aria e dell’acqua in diverse regioni.
Un altro aspetto cruciale dell’amministrazione Trump è stato il sostegno massiccio al fracking, o fratturazione idraulica. Questa tecnica, usata per estrarre petrolio e gas naturale da rocce di scisto, comporta l’iniezione di grandi quantità di acqua, sabbia e sostanze chimiche nel sottosuolo per fratturare le rocce e liberare idrocarburi. Sebbene il fracking abbia contribuito a ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni di petrolio, ha causato gravi problemi ambientali e sanitari. Le sostanze chimiche utilizzate nel fracking possono contaminare le falde acquifere, mettendo a rischio le risorse idriche locali, mentre le emissioni di metano e altre sostanze tossiche aumentano i rischi per la salute e contribuiscono al riscaldamento globale.
Sotto l’amministrazione Trump, il fracking è stato incentivato sia attraverso sussidi fiscali, sia con l’apertura di nuove aree di esplorazione su terreni pubblici e protetti. In particolare, l’Alaska e parte dell’Artico sono stati resi disponibili per trivellazioni, suscitando proteste da parte delle comunità indigene e degli ambientalisti, preoccupati per la distruzione di ecosistemi preziosi e per i danni permanenti che il fracking può provocare al paesaggio e alla biodiversità.
Gli Stati Uniti sono il secondo maggiore emettitore di CO₂ a livello globale, e ogni loro scelta in campo ambientale influenza le dinamiche mondiali. Un eventuale disimpegno americano non solo comprometterebbe il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma rischierebbe di demotivare altri Paesi. L’atteggiamento statunitense influenza spesso le politiche di grandi emettitori come Cina, India e Russia, con il rischio che il rallentamento degli impegni americani possa rappresentare una giustificazione per altri Paesi che hanno mostrato titubanza nel compiere sacrifici economici per la causa climatica. Questo scenario potrebbe indebolire la spinta verso una transizione ecologica globale, che richiede invece il massimo della cooperazione e dell’impegno internazionale.
La pressione delle organizzazioni ambientaliste e della società civile
Di fronte a questa prospettiva, molte organizzazioni ambientaliste e gruppi della società civile stanno intensificando la pressione su governi e istituzioni internazionali affinché non si facciano scoraggiare. L’opinione pubblica globale sta aumentando il proprio livello di consapevolezza e mobilitazione, spingendo i propri governi a mantenere impegni stringenti e ambiziosi. Gli attivisti chiedono che, anche in presenza di un atteggiamento scettico degli Stati Uniti, gli altri Paesi si uniscano per creare una “coalizione del clima” in grado di stabilire standard elevati e vincolanti.
Le Nazioni Unite e altri enti sovranazionali giocano un ruolo chiave in questa dinamica, ricordando ai partecipanti della COP29 che l’umanità non ha più tempo da perdere. L’aumento delle temperature globali, l’innalzamento del livello del mare e il susseguirsi di eventi climatici estremi dimostrano chiaramente che non sono accettabili compromessi su una questione così urgente. Alcuni analisti ritengono che la COP29 potrebbe essere l’occasione per gli altri Paesi di riaffermare la propria leadership morale e ambientale, mostrando che il mondo può progredire anche senza il supporto degli Stati Uniti.
La spinta dell’Europa e delle nazioni vulnerabili
L’Unione Europea, insieme a molti Paesi insulari e nazioni particolarmente vulnerabili agli effetti della crisi climatica, si è finora impegnata a mantenere alta la pressione per un’azione concreta durante le precedenti COP. Anche in Europa, però, si iniziano a sentire voci critiche nei confronti di progetti di contenimento delle emissioni clima-alteranti contenute nel Green Deal. Alcuni nuovi leader europei (e noi ne sappiamo qualcosa), hanno ribadito la propria volontà di ridiscutere gli obiettivi climatici, mettendo in discussione l’attuale progetto di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Ora, spalleggiati dagli Stati Uniti, potrebbero sentirsi ancor più sostenuti nel rinunciare ad una politica decisamente ecologista, adducendo la scusa che gli investimenti e le politiche europee necessitano di totale supporto internazionale per ottenere un impatto significativo su scala globale, supporto che ora sembra venir meno.
Conclusioni: un bivio decisivo per il futuro
La COP29 si presenta quindi come un vero e proprio banco di prova per la comunità internazionale. In un momento in cui il pianeta si trova di fronte a sfide climatiche senza precedenti, l’esigenza di una cooperazione globale e di impegni ambiziosi è più forte che mai. La possibile ostilità degli Stati Uniti sotto la guida di Trump rappresenta una minaccia concreta, ma molti governi e organizzazioni sono determinati a proseguire la lotta per un futuro sostenibile, facendo appello alla responsabilità di ciascun Paese e soprattutto al sostegno della società civile, che è indispensabile e determinante.
Se il mondo riuscirà a dimostrare unità e decisione, la COP29 potrebbe rappresentare un punto di svolta. Ma senza un impegno serio da parte dei maggiori inquinatori, il rischio è che l’umanità perda una delle ultime opportunità per contrastare efficacemente la crisi climatica. La COP29 sarà quindi una prova di volontà e di visione: o si aprirà una nuova era di impegno collettivo per il clima, o si confermeranno le difficoltà di un sistema ancora troppo frammentato per affrontare sfide globali con una risposta unitaria.
Il 14 ottobre, tre giorni fa, il Consiglio Europeo, composto dai Capi di Stato o di Governo della comunità europea, ha adottato formalmente la Direttiva che stabilisce i nuovi standard di Qualità dell’aria in tutta la UE, già votata dal Parlamento Europeo nel maggio 2024. I nuovi valori di attenzione sono in linea con quelli richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e sono decisamente migliorativi rispetto a quelli in vigore in Italia al momento.
Nelle tabelle che seguono, il confronto tra i valori attuali e quelli approvati dall’Europa.
Come si può vedere, la nuova Direttiva stabilisce dei limiti nettamente più stringenti rispetto a quelli attuali e soprattutto introduce una soglia anche per la concentrazione massima giornaliera del PM2.5, attualmente totalmente assente dalla normativa italiana, nonostante il particolato PM2.5 sia molto più pericoloso del PM10 (lo si deduce anche dai valori delle soglie stabilite) per quanto riguarda la malattie respiratorie, soprattutto per i bambini.
La direttiva europea stabilisce nuovi limiti anche per altri inquinanti, come il biossido di azoto (NO2), l’ozono (O3), il biossido di zolfo (SO2) e molti altri gas e metalli presenti nell’atmosfera (CO, benzene, mercurio, cadmio, piombo, arsenico,…). Ciascuno di questi dovrà essere monitorato, misurato e mantenuto entro i limiti.
La nuova direttiva garantisce anche un accesso giusto ed equo alla giustizia per le persone che risentono o che è probabile che risentano dell’attuazione della direttiva. Gli Stati membri devono garantire che i cittadini abbiano il diritto di chiedere e ottenere un risarcimento quando la loro salute ha subito un danno a causa di una violazione delle norme in materia di qualità dell’aria stabilite nella direttiva.
Ora le nazioni UE, entro due anni, dovranno recepire nella normativa interna i nuovi limiti. Ma soprattutto dovranno fare in modo che i nuovi valori vengano rispettati, mettendo in campo tutte le azioni necessarie a ridurre l’inquinamento da polveri sottili.
Qualora vi sia il rischio che i nuovi standard non vengano raggiunti entro il 2030, le nazioni dovranno redigere un piano dettagliato che dimostri come riusciranno a raggiungerli entro il decennio successivo (2040). L’obiettivo finale, comunque, è quello di arrivare ad inquinamento zero (o almeno ad un livello ritenuto non pericoloso per la salute) entro il 2050.
L’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa, in quanto gli inquinanti possono essere estremamente nocivi sia per gli esseri umani che per l’ambiente. Circa 300 000 decessi prematuri in Europa ogni anno sono dovuti all’inquinamento atmosferico. L’obiettivo della direttiva è di azzerare questo numero, facendo in modo che la qualità dell’aria sia ottimale per chi vive (e respira) in Europa.
La nostra Associazione continuerà a monitorare la Qualità dell’Aria con la nostra rete di strumenti che contiamo di ampliare a breve. E’ un esempio di “citizen science” che ci consente di monitorare, giorno per giorno e in tempo reale, l’andamento delle polveri sottili: anche se questa rete non può essere direttamente paragonabile a quella istituzionale (ARPAL), ci consente di avere un’idea di come variano queste concentrazioni e di riscontrare l’efficacia delle azioni che le amministrazioni, a tutti i livelli, metteranno in campo per raggiungere gli obiettivi della Direttiva europea.
andremo in bici attraverso i parchi di Cernusco. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri – Sezione Ambiente e si svolge sotto l’egida del WWF, che ogni anno dedica una giornata al verde nelle città (Urban Nature).
La biciclettata, dedicata soprattutto ai bambini, partirà alle ore 15:30 davanti alla stazione Metro M2 di Cernusco sul Naviglio e seguirà un percorso attraverso i parchi cittadini, fino al Parco Azzurro dei Germani (in circa un paio di ore).
Racconteremo storie di alberi e non solo, osserveremo come la natura urbana può aiutarci a custodire un po’ di biodiversità, rifletteremo su come ci può difendere dagli eccessi meteorologici, ormai sempre più frequenti.
Portate con voi una piccola merenda, per recuperare le energie!
E’ gradita l’iscrizione a questo link: https://shorturl.at/OX5NO oppure inquadrate il QR nella locandina qui sotto
E’ partita la nuova edizione del nostro tradizionale Concorso Fotografico e di Disegno nel Parco Est delle Cave. Da oggi, 15 luglio, è già possibile iniziare a caricare le foto, anche se il periodo per la consegna di foto e disegni è molto ampio e si concluderà a maggio 2025.
Avrete modo così di cercare le specie vegetali che abbiamo inserito come obiettivo della ricerca, che fioriscono in stagioni diverse. E anche per gli animali da cercare potrete attendere il momento migliore o la luce più indicata.
Tutti i dettagli nella brochure, che potete scaricare, mentre il regolamento vi spiega tutte le regole da rispettare per la partecipazione.
Foto vincitrice della sezione “Minori di 14 anni” – Samuele Tresoldi – cat. minori 14 anni
Si è conclusa sabato 23 settembre la mostra che ha ospitato nelle splendide gallerie di palazzo Ghirlanda Silva a Brugherio le foto ed i disegni vincitori della terza edizione del concorso di fotografia e disegno dedicato al “Parco Est delle Cave“.
Quest’anno il numero dei partecipanti si è ampliato e tutte le sezioni (Acqua, Mondo animale, Mondo vegetale, Indovina dove) hanno avuto un buon seguito, compresa quella dedicata al disegno e quella dedicata ai minori di 14 anni, segno che il contest dedicato al parco sta diventando un punto di riferimento per molti.
Le foto ed i disegni ci raccontano il parco, o meglio raccontano come il Parco Est delle Cave è visto dalle persone che lo frequentano: una realtà che fa essenzialmente riferimento al Parco Increa, l’unica area che ha connotazioni di vero e proprio “parco” e come tale riconosciuto.
I soggetti ripresi nelle foto hanno messo in evidenza come fauna e flora siano spunti ricorrenti sui quali i partecipanti hanno espresso le loro capacità creative, ma non possiamo ancora dire che il concorso sia stato l’occasione per far emergere specie protette o in pericolo ascrivibili all’areale del parco.
Sono stati però efficaci indicatori dei problemi del parco testimoniando la presenza diffusa di specie alloctone (vedi il parrocchetto verde che ha vinto la sezione “Mondo animale”) e l’uso intenso dell’auto per arrivare al parco Increa (vedi il disegno che ha vinto questa sezione).
Si tratta di elementi sui quali invitiamo il comitato di gestione del parco ad una attenta riflessione che indirizzi la pianificazione verso azioni volte alla realizzazione di una mobilità che riduca o eviti l’uso dell’auto e verso campagne informative sulle gravi conseguenze negative legate all’introduzione di specie alloctone ed alla cattiva pratica di alimentare la fauna selvatica.
Insieme al concorso ed alla mostra, proprio per riflettere sul parco Est delle Cave, Bene Comune Cernusco ha organizzato il convegno Le aree protette fra cambiamenti climatici ed uso delle risorse ambientali: il caso del Parco Est delle Cave, svoltosi sabato 16 settembre nella sala conferenze di palazzo Ghirlanda Silva con una discussione che ha coinvolto più ambiti: dai rappresentanti del PLIS sino alla Regione Lombardia, passando attraverso i comuni e le associazioni.
Il Sindaco di BrugherioRoberto Assi, in apertura, ha sottolineato come le aree protette possano costituire un argine al consumo di suolo e come il parco abbia bisogno di un’identificazione con le sue comunità, in particolare ha evidenziato la sua vocazione agricola e come le vie d’acqua nel tempo siano state un elemento essenziale. Ha ricordato come il 30% del patrimonio arboreo del comune di Brugherio sia andato distrutto a seguito degli eventi meteorologici del luglio scorso.
Gianluca Comazzi, assessore al Territorio ed ai sistemi verdi della Regione Lombardia ha ricordato che il 22,83% del territorio lombardo è costituito da aree protette che comprendono: il Parco nazionale dello Stelvio, 24 parchi regionali, 67 riserve naturali regionali, 3 riserve naturali statali, 33 monumenti naturali e 245 siti Natura 2000, gestiti da 85 enti diversi (Parchi regionali, Comuni, Comunità Montane, Province, ERSAF e in alcuni casi associazioni ambientaliste e soggetti privati), oltre a 101 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS), fra cui il nostro PLIS Est delle Cave, gestiti da Comuni.
Queste aree protette offrono la possibilità di un turismo selettivo e riflessivo, sono luoghi che offrono occasioni di vivibilità per le famiglie e nello stesso tempo servizi di educazione ambientale, svolgendo un ruolo essenziale di tutela e conservazione. I parchi sono un’opportunità e l’obiettivo è di arrivare al 30% di superficie di aree protette, grazie anche ai PLIS ed al ruolo che svolgono i comuni.
Pier Giorgio Comelli, assessore all’Ambiente del comune di Carugate, in rappresentanza del comitato di Gestione PLIS Est delle Cave, ha sottolineato il ruolo del PLIS quale elemento che limita la conurbazione dei comuni costituenti il parco con la città di Milano, citando l’esempio di quanto accaduto nel 1923 quando Milano ha aggregato a sé i nuclei di undici comuni. Oggi il parco Est delle Cave, dopo un lungo periodo di latenza post istituzione del 2009, ha iniziato da qualche anno alcune attività: la messa a dimora di piante in collaborazione con le scuole, la realizzazione di totem informativi agli ingressi dei 5 comuni del parco, eventi di valorizzazione (itinerari guidati, momenti di socializzazione legati alle realtà agricole locali). È infine in progetto la realizzazione di alcune aree di sosta.
Mariasilvia Agresta, vice Presidente del PLIS Parco Agricolo Nord Est, ha illustrato come questo parco sia nato nel 2017 dalla fusione dei parchi della Cavallera, del Molgora e del Rio Vallone in un unico soggetto istituzionale nella forma del consorzio che comprende più di venti comuni, articolati su 2 province (MB e LC) e Città Metropolitana, per una superficie complessiva di oltre 4000 ettari con un bacino di circa 200.000 abitanti. Le procedure di fusione degli organismi gestionali sono state complesse perché hanno implicato l’acquisizione delle esperienze preesistenti insieme alla ridefinizione amministrativa comune. Oggi il PANE è una realtà che, con una spesa di poco più di 1,50 €/abitante/anno, garantisce la manutenzione della rete sentieristica e delle aree naturalistiche di proprietà e in gestione, realizza l’educazione ambientale alle scuole del territorio, collabora e organizza eventi e manifestazioni anche in collaborazione con le realtà locali. Attraverso studi e monitoraggi ha cercato in questi anni di rilevare la presenza e la consistenza della componente animale, vegetale e degli habitat presenti nel suo territorio. Il PANE inoltre svolge attività di controllo sugli strumenti urbanistici dei comuni del consorzio, a questo riguardo Agresta ha evidenziato la necessità di una semplificazione procedurale che consenta di rendere meno complessi gli iter amministrativi e gestionali. Su tale necessità è intervenuto anche l’assessore Comazzi, rendendosi disponibile ad un tavolo tecnico di confronto in regione Lombardia.
Paolo Bonelli, fisico e meteorologo, e socio di Bene Comune Cernusco ha illustrato come i fenomeni meteorologici estremi siano conseguenza del riscaldamento globale: gli eventi meteorologici degli ultimi mesi (forti precipitazioni, grandine, trombe d’aria, downburst e raffiche di vento) sono stati causati da cumulonembi caratterizzati da forte instabilità verticale prodotta dalla rottura dell’equilibrio energetico fra La Terra ed il Sole. Infatti la temperatura media sulla superficie della Terra è aumentata da +15°C nel 1963 a +17°C nel 2023 a causa delle conseguenze dell’aumento delle concentrazioni di gas serra, in particolare CO2 e CH4, passate da 300 ppm a 420 ppm.
incremento temperatura media dal 1960 al 2023 e concentrazione gas serra (credit: Paolo Bonelli)
Quindi, se l’aumento della temperatura è un dato certo e documentato dalle osservazioni scientifiche attraverso un lungo intervallo temporale, non è possibile affermare che gli eventi estremi stiano aumentando in frequenza ed intensità poiché non ci sono dati documentali sufficienti, in particolare se si considerano i danni che producono, la cui entità è legata alla maggiore o minore antropizzazione delle aree colpite.
Jasmine La Morgia di Bene Comune Cernusco ha ricordato come il parco nasca nel 2009 ma inizi solo a partire dal 2014 a svolgere la sua attività. In questi anni però la sua identità è risultata debole, soprattutto stenta ad assumere la riconoscibilità di “parco”, connotazione che solo il parco Increa a Brugherio è riuscito a costruire attraverso un lavoro pluridecennale. E sono le cave, che danno il nome al PLIS in una sorta di corto circuito fra realtà estrattiva e tutela ambientale, ed i sei laghi che dalle cave derivano a costituire la vera identità del parco: tre a Vimodrone (Gabbana, Crivella, Gaggiolo); due a Cernusco (Aironi e dei pescatori), uno a Brugherio (Increa). Queste aree umide, che fungono anche da ricarica dell’acquifero, hanno però un futuro incerto: il lago Gabbana, che si trova su un’area privata anche se all’interno del PLIS, è al centro di un controverso progetto d’interramento; sul Gaggiolo è in atto un intervento di ripristino condiviso fra i comuni di Cernusco e Vimodrone; sul lago degli Aironi – dopo lunghi anni di abbandono – sono stati effettuati solo di recente interventi di manutenzione, mentre solo Increa – come già ricordato – è l’unica area che si connota come parco.
A questo quadro di incertezza si aggiunge la precarietà economica: il bilancio del parco prevede solo 88.000€, poco più di 50 centesimi per abitante (un terzo della dotazione del PANE), per una superficie di 843 ettari, pari a circa il 20% del territorio dei cinque comuni. Manca una visione globale, anche perché mancano gli elementi conoscitivi di base: occorre dunque investire in conoscenza attraverso studi naturalistici su fauna, flora e cascine in modo che contesti significanti e emergenze ambientali possano costituire gli elementi fondativi dell’identità del parco. Occorre affrontare i deficit di manutenzione e le situazioni di disordine faunistico e vegetazionale e soprattutto occorre una valutazione delle conseguenze che gli interventi producono nel parco: gli impatti sulla biodiversità, sugli equilibri ecologici e sociali, sul paesaggio e sulla sua articolazione ecosistemica.
Alla riflessione si è aggiunta la voce di Ernesto Pedrini dell’associazione Salviamo il lago Gabbana che ha sottolineato come l’interramento del lago Gabbana, solo a seguito delle proteste dei cittadini, ha visto acquisire alcuni elementi tecnici utili a ridefinire il progetto e a monitorarne l’andamento, mentre lo studio di fattibilità per la riqualificazione dell’area al termine dei lavori con la realizzazione di un’area umida rimane senza certezze temporali e coperture economiche. Soprattutto non esiste un progetto condiviso volto a preservare e valorizzare queste importanti risorse ecosistemiche, che diventano ancora più significativi elementi utili a ridurre gli effetti del riscaldamento globale.
Il convegno si è chiuso con la premiazione dei vincitori del concorso da parte del sindaco di Brugherio Roberto Assi.
VINCITORI
• Sezione “Minori di 14 anni: Samuele TRESOLDI (papaveri)
Non si è ancora spenta l’eco della riduzione dell’area di rispetto del pozzo per l’acqua potabile di via Firenze (da 200 a 60 metri) che già si discute (con scarsi risultati, visto che probabilmente è già tutto deciso) di un nuovo intervento, richiesto da un privato, per l’installazione di circa 3000 pannelli solari su di un terreno agricolo, di proprietà del richiedente.
Si dirà: quindi? dov’è la brutta notizia? non è bello, e giusto, e positivo installare delle sorgenti di energia rinnovabile? Certo che lo è, ma non quando il nuovo impianto va ad occupare un terreno agricolo, quindi un terreno che, oltre a poter produrre cibo per gli umani, o magari per gli animali, costituisce anche un serbatoio di naturalità, di biodiversità, di salvaguardia di forme di vita legate alla fertilità del terreno ed al concetto di “suolo naturale” che è incompatibile con l’installazione di una “copertura fotovoltaica” (si veda a tal proposito lo studio: Soil properties changes… dell’Università della Tuscia, finanziato dal Ministero dell’Educazione, Università e Ricerca, 2022).
L’insediamento di un tale impianto, inoltre, andrebbe ad erodere ulteriormente la quantità di “suolo” libero, già compromesso dalla continua edificazione di insediamenti antropici di vario tipo. Secondo ISPRA, infatti, la realizzazione di un impianto fotovoltaico su terreno agricolo costituisce a tutti gli effetti un consumo di suolo, esattamente come un capannone, un parcheggio, una strada, un condominio. ISPRA, giusto per ricordarlo, è la massima autorità in tema di protezione e ricerca ambientale, ente giuridico di diritto pubblico, istituito nel 2008 per supportare ed a servizio del Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE). E’ l’ente che misura in maniera ufficiale, ogni anno, il consumo di suolo comune per comune, continuando a denunciare, inascoltato, la gravità del fenomeno, in Italia, ma non solo.
Alcune considerazioni finali, che aiutano a capire meglio la questione del nuovo impianto fotovoltaico.
Il privato che sta chiedendo l’autorizzazione per installare i pannelli è Eurocommercial, in sostanza il centro commerciale Carosello. L’area interessata è l’unica porzione della enorme proprietà Eurocommercial che ricade nel territorio di Cernusco. Quindi, coprire il terreno agricolo, sebbene di proprietà, non è l’unica alternativa, visto che il centro commerciale ha superfici coperte e parcheggi che potrebbero essere utilizzati come alternativa al terreno agricolo.
Il fatto che nei conteggi ufficiali del consumo di suolo (come definito da ISPRA) rientrino anche le aree agricole destinate all’installazione di pannelli solari, rende incompatibile questo intervento con un Piano di Governo del Territorio (PGT) che, almeno nelle promesse della nostra amministrazione (a pagina 4), si vuole realizzare rendendo attuale il vincolo di “consumo di suolo zero“, che rimarrà, quindi solo una pia intenzione.
In ultimo, preoccupa e dispiacela lettera che una dozzina di organizzazioni “ambientaliste” ha indirizzato a ISPRA chiedendo di modificare la propria definizione di “consumo di suolo”, togliendo le aree destinate a pannelli fotovoltaici. Preoccupa perchè non vorremmo che questa posizione, assunta da tali organizzazioni, fosse una sorta di appiattimento sulle posizioni di un ambientalismo di facciata, caratterizzato da operazioni di “greenwashing” che non prendono nella dovuta considerazione le necessità di un pianeta sempre più compromesso e in difficoltà. Dispiace perchè in questa dozzina di organizzazioni compaiono nomi (WWF, Greenpeace, Legambiente) che per anni sono state la nostra più concreta speranza per un cambiamento che ci riportasse verso modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente e attenti alle azioni indispensabili per la sua salvaguardia. Ci associamo pertanto all’appello di Coalizione Articolo 9 per confermare piena fiducia in ISPRA, perchè continui nel suo monitoraggio attento e indipendente segnalando le criticità e suggerendo alternative per guarire questo nostro pianeta malato.
E’ iniziata la terza edizione dell’ormai tradizionale concorso fotografico e di disegno naturalistico di Bene Comune Cernusco.
Dal 1° Aprile al 20 Luglio si possono caricare le foto o consegnare i disegni a tema Parco est delle Cave. Tutte le informazioni a riguardo ed il Regolamento del concorso si possono trovare nella pagina dedicata, cui si accede anche dal menu principale del sito www.benecomunecernusco.it
Le categorie per la sezione “fotografia” sono ancora quattro, ma con una novità:
ACQUA
MONDO VEGETALE DEL PARCO
MONDO ANIMALE DEL PARCO
INDOVINA DOVE
Quest’ultima categoria (Indovina dove) invita a scoprire luoghi insoliti e nascosti del Parco. La foto o il disegno più bello è quello che stimola la curiosità di chi lo guarda, chiedendosi dove sia quel luogo, come raggiungerlo, come farlo conoscere. Chi riuscirà a farlo nel modo migliore e più curioso?
Per la sezione “disegno” le quattro categorie sono raggruppate in una unica, denominata “Il Parco Est delle Cave”, privilegiando quindi le riproduzioni di quanto è presente nel parco. Per tutte le categorie, saranno valutate, oltre alla qualità delle foto e dei disegni, anche elementi di novità come la riconoscibilità, l’originalità del luogo di ripresa o di spunto per il disegno e la capacità di osservazione dell’ambiente naturale.
Dopo l’estate, ci sarà la consueta Mostra (luogo e date saranno comunicate appena possibile) con la premiazione dei vincitori.
Bene Comune Cernusco è un Ente del Terzo Settore (ETS), quindi le donazioni in suo favore godono dei benefici fiscali previsti dalla legge.
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