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L’acqua della casa dell’acqua perde trasparenza

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Queste sono le analisi sulla qualità dell’acqua della Casa dell’acqua di via Buonarroti disponibili oggi sul portale di Cap Holding, gestore del servizio idrico, nella sezione destinata proprio alla qualità dell’acqua.

Tale sezione era stata realizzata proprio per rispondere ad uno degli impegni assunti da Cap Holding con la sottoscrizione della Carta d’intenti per la qualità dell’acqua, il protocollo che impegna gestore e comuni ad una informazione puntale e periodica sulla qualità dell’acqua erogata dalla rete idrica.

Come vedete sono riportate solo le analisi microbiologiche, mentre la scheda inviataci Amiacque nel 2014 in occasione dell’inaugurazione della Casa dell’acqua riporta l’analisi completa, sia quella microbiologica che quella chimica con tutti i parametri, Cromo totale compreso.

La Carta d’intenti per la qualità dell’acqua doveva servire a garanzia di maggiore informazione per i cittadini. Abbiamo segnalato in numerose occasione al gestore e all’amministrazione (Cernusco fa da comune pilota al progetto) che la Carta è stata disattesa, anche per quanto riguarda l’informazione sull’acqua emunta dai pozzi di Cernusco. Abbiamo anche sollecitato un incontro con il sindaco e l’assessore all’ecologia, richieste rimaste inevase. La mancanza di trasparenza non è mai una buona presentazione, neppure per chi la copre.

Casa dell’acqua: no, grazie, senza informazione

Presto avremo a Cernusco un’altra casa dell’acqua e sarà un lascito dell’Expo 2015 perché il comune di Cernusco è fra i vincitori del concorso di idee con cui CAP Holding (il gestore del servizio idrico della provincia di Milano) ha deciso di ridistribuire sul territorio le case dell’acqua costruite per l’Expo (per inciso, costate 850.000 euro).

“Le Case dell’acqua non saranno buttate e siamo orgogliosi di dire che il nostro impegno non si esaurisce con Expo”, dice il presidente del Gruppo Cap, Alessandro Russo.

E ci mancherebbe che venissero buttate con quello che sono costate! Riutilizzarle era solo e soltanto doveroso.

Ma torniamo a Cernusco, ove lo scorso anno è stata inaugurato la prima casa dell’acqua (in prossimità degli impianti sportivi di via Buonarroti) che sembra avere incontrato il favore della cittadinanza perché c’è sempre qualcuno che riempe le bottiglie, specie con l’acqua gassata. Però ad un anno di distanza varrebbe la pena fare il bilancio di questa opera, comunque costata 50.000 euro, che era previsto che dovesse erogare almeno 1500 litri di acqua al giorno per coprire i costi dell’appalto della manutenzione.

Qual è stata la risposta della cittadinanza? Senza dati non si può capire se nel corso del tempo è cambiato il gradi di confidenza nei confronti dell’acqua di rete, se i cittadini hanno iniziato a comprare meno acqua minerale perché la crisi ha ridotto i consumi oppure perché si fidano di più dell’acqua che arriva nelle case e casette.

Comportamenti più virtuosi ed attenti alla riduzione della produzione di plastica e dei consumi energici necessari al trasporto delle bottiglie sono importanti, ma occorre ricordare che non c’è motivo per preferire l’acqua delle casette a quella di casa, a meno che non si abbia un problema di tubature, perché si tratta della stessa acqua. Inoltre un aspetto da non trascurare è legato ad eventuali problemi di contaminazione di bottiglie e caraffe che, anche se ben sciacquate, non sono sterili e l’acqua delle casette, come quella del rubinetto, va consumata in giornata o al massimo entro 48 ore.

Pertanto va garantita in primo luogo la qualità dell’acqua di rete, attraverso investimenti sul piano dei trattamenti di depurazione e soprattutto sull’informazione ai cittadini.

A questo riguardo da mesi il comitato Bene Comune Cernusco, che del protocollo Acqua in comune (teso proprio a fornire l’informazione ai cittadini sulla qualità dell’acqua che bevono) è stato l’ispiratore, chiede a CAP Holding la divulgazione dei dati completi relativi all’acqua dei pozzi di Cernusco, così come previsto dal protocollo sottoscritto un anno fa, senza ancora ad ottenere dati diversi da quelli già noti dell’etichetta dell’acqua.

Ricordiamo che i pozzi di Cernusco attingono da un acquifero vulnerabile, soggetto a diversi inquinanti tanto che l’acqua subisce dei trattamenti in tutti i pozzi prima di essere immessa in rete e, per alcuni di essi, ci sono valori troppo vicini a quelli soglia stabiliti dalla normativi. Inoltre nei prossimi anni a causa dell’aumento della profondità di escavazione della cava vicino al centro commerciale Carosello gli studi indicano un aumento del 20% di drenanza verso l’acquifero, aumento che potrà implicare una variazione nei livelli di concentrazione degli inquinanti.

Per questo torniamo a sollecitare il rispetto della Carta d’intenti per la qualità dell’acqua della provincia di Milano sottoscritta un anno fa. Cittadini informati hanno comportamenti più attenti.

Senza dati, ad un’altra casa dell’acqua, preferiamo più informazione. 

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L’acqua della casa dell’acqua di Cernusco

La prima acqua della casa dell'acqua di CernuscoL’acqua della “casa dell’acqua” di Cernusco arriva dai due pozzi dell’acquedotto posti in via Buonarroti. Arriva in rete filtrata da carboni attivi che servono a trattenere alcune sostanze presenti nell’acquifero in quantità eccessiva (essenzialmente soventi clorurati e microinquinanti – pesticidi). Si tratta di un’acqua sottoposta a molti controlli, sia da parte del gestore che dell’ASL. Di seguito i dati* relativi ai due pozzi: si tratta di acqua di buona qualità anche se dura per la presenza di calcare.

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L’amministrazione ha realizzato le opere necessarie alla predisposizione dell’area con un progetto interno per un importo complessivo di 32.000 euro, CAP Holding mette a disposizione del comune la casa dell’acqua all’interno di un progetto di promozione dell’uso dell’acqua di rete come acqua da bere (costo della casa circa 21.500 euro).

L’amministrazione ha il compito della manutenzione, solo l’acqua gasata verrà erogata a pagamento, la ricarica della CO2 è affidata ad una ditta esterna.

L’ufficio tecnico del comune ha stimato in 1.500 litri al giorno la previsione di erogazione, cifra che dovrebbe consentire il recupero dei costi della gestione, oltre che un sensibile beneficio in termini di riduzione delle bottiglie di plastica.