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Rifiuti – lettera aperta al Sindaco

Gentile Sindaco Ermanno Zacchetti

è da tempo che pensavo di scriverLe per sottoporre alla Sua attenzione alcune osservazioni che nascono dalla considerazione che il sindaco, nell’assumere la carica di primo cittadino, diventa il sindaco di tutti e, se non ricordo male, è stata anche la sua promessa.

Il cosiddetto Sindaco di tutti dovrebbe essere responsabile del benessere di tutti i suoi concittadini:

TUTTI……………. e non soltanto della parte che l’ha votato.

TUTTI……………. e non soltanto di ciclisti e sportivi, ai quali Lei dedica tanto tempo, tante attenzioni e per i quali viene speso molto denaro che però arriva da TUTTI I CITTADINI, anche di quelli anziani dei quali Lei e la Sua Amministrazione sembrate esservi dimenticati.

Cittadini che spesso sono messi in difficoltà proprio dalle disposizioni imposte dalla gestione del servizio di igiene urbana approvato dall’amministrazione.

La invito dunque, a riflettere su come dovrebbe intervenire il SINDACO DI TUTTI, modificando finalmente il regolamento sull’Equo Sacco, almeno nelle sue parti più inadeguate tenendo conto che:

  • la popolazione di Cernusco è composta in gran parte da:
  • persone anziane,
  • persone che non guidano 
  • persone che non vanno in bicicletta,
  • che non hanno nessuno che le aiuti e che le porti in discarica a buttare ciò che CEM non raccoglie porta a porta.

Il sistema di raccolta della spazzatura, adottato per Cernusco nel 2016 e mai sinora modificato o ripensato, è palesemente iniquo perché non tiene in nessun conto le categorie che le ho ricordato che vengono così discriminate e messe in difficoltà, sebbene paghino anche loro le imposte sui rifiuti. Avrebbero perciò diritto, come tutti, di affidare i rifiuti al servizio di igiene urbana nel rispetto delle regole. Ma non sempre questo è possibile, specie per alcune tipologie di rifiuti e chi non può si arrangia, dal momento che le disposizioni del regolamento di igiene urbana non sono sempre compatibili con tutte le categorie di cittadini.

Le faccio un esempio che mi auguro chiarisca il concetto: 

– se un’Amministrazione stabilisse che il pattume vada riportato in cima al monte Bianco, è ovvio che non lo farà nessuno.

– se tali disposizioni non venissero osservate, la colpa non potrebbe essere attribuita al cittadino oggettivamente impossibilitato, ma al cattivo decisore ed estensore delle regole.

Per chi, come me, non guida, non va in bici, non ha nessuno che la possa accompagnare, la piattaforma ecologica CEM è come il Monte Bianco.

È vero che ci sono i cittadini disordinati per vocazione o per calcolo, ma non si possono penalizzare tutti per colpa di costoro.

Dunque:

è l’Amministratore che deve predisporre regole per migliorare la qualità della vita ed utili alla nostra comunità, accompagnate da un sistema di controlli e sanzioni per chi non le rispetta.

Ma l’amministrazione fa l’esatto contrario.

Alcuni esempi:

  • Tra i tanti articoli che dovrebbero essere riportati in discarica c’è per esempio l’olio usato domestico, presente in tutte le nostre cucine, ma che è uno dei peggiori inquinanti, come ci è stato ampiamente spiegato e che va portato nell’apposto contenitore della piattaforma ecologica.

Ma Lei sa, Sindaco, come fanno le persone che non possono andare in discarica a buttare questo olio? Io, che parlo con i miei vicini e concittadini, non con i suoi interlocutori privilegiati, so che in moltissimi casi finisce nel W.C. o nel lavandino.

  • L’elenco dei materiali difficili da smaltire è lungo, segnalo solo la bulloneria, le cartucce della stampante, i piccoli elettrodomestici rotti ed i materiali elettrici.

Le disposizioni amministrative finiscono così per produrre comportamenti scorretti, invece che favorire buone pratiche rispettose dell’ambiente.

Insieme ai problemi, vorrei esporle anche delle possibili soluzioni:

  • accordi con negozi e supermercati, come già avviene per la raccolta delle pile esauste, che mettano a disposizione contenitori dedicati come accade in tante altre città;
  • dei punti di ritiro (come già fatto con quelli dedicati alla raccolta degli abiti  usati) posti in vari punti del paese (ottima sarebbe la piazza del mercato).

Queste proposte, che sarebbero davvero semplici da mettere in atto, erano state avanzate sin dal 2016, ma non sono mai state realizzate. Perché? Forse è un problema di costi che dovrebbero sostenere gli esercizi commerciali?  A questo riguardo l’amministrazione potrebbe pensare a tariffe agevolate o pubblicità dedicate per quei negozi che si prestassero alla raccolta dei rifiuti da eliminare (compatibile con la tipologia dei prodotti da loro venduti).

A Voi decisori compete trovare le soluzioni più idonee.

Le ho scritto questa mia lettera aperta, perché forse – a breve – verrà ridiscusso il contratto di servizio per la raccolta dei rifiuti e penso che questi problemi riguardino tutta la nostra comunità. Spero perciò che Lei voglia accettare questi consigli da una semplice cittadina di Cernusco e dare una risposta che esponga soluzioni che rendano il servizio migliore per tutti.

Poiché vorrei avere anche un riscontro diretto e personale a questa mia lettera aperta, ma non attraverso i social che non frequento, le riporto anche la mia mail.

La ringrazio per l’attenzione.

                                                         Elena Maria Chiara Sirtori

la piattaforma ecologica di Cernusco: difficile da raggiungere per chi non ha mezzi di trasporto

#occhiapertielezionicomunali: approfondimenti sull’ecuosacco

Abbiamo visto nel recente post sul servizio di Igiene Urbana, che i dati presentati dall’Amministrazione subito dopo l’introduzione del sacco rosso non hanno chiarito tutti i dubbi su questo importante servizio cittadino.

Abbiamo perciò voluto conoscere più in dettaglio la materia, utilizzando le informazioni disponibili presso un ente terzo e aperte a tutti: ARPA Lombardia, dove tra l’altro sono da poco comparsi i dati relativi al 2020.
Qui di seguito alcuni aspetti che abbiamo colto e che ci sembrano poco chiari.

Iniziamo con l’analizzare l’andamento della popolazione e delle utenze del nostro comune, dal 2010 al 2020. Il grafico qui sotto mette in evidenza tali andamenti.

Come si vede, sia gli abitanti, sia le utenze sono in costante crescita in questo decennio. Di conseguenza, ci si attende anche una crescita della quantità di rifiuti urbani e, naturalmente, anche della quota di raccolta differenziata (RD). Questi andamenti sono mostrati nella figura seguente.

Contrariamente alle attese, il totale di rifiuti urbani ha un andamento quasi piatto negli anni, attorno a 16 mila tonnellate, mentre la quota parte di rifiuti differenziati, stabile attorno a 10 mila ton fino al 2015, sale per effetto dell’introduzione dell’ecuosacco nel 2016 e 2017, finendo nel 2020 in lieve crescita. L’andamento percentuale è mostrato qui sotto; come si vede, coincide abbastanza con le informazioni ufficiali diffuse dall’Amministrazione.

In realtà, il discorso è più complicato.
Come abbiamo scritto nel precedente post, nel 2016 cambia il metodo di misura della RD, con l’inclusione nel conteggio di alcune nuove categorie di materiali che vengono avviate al recupero. Sempre nel 2016, entra in vigore il sacco rosso nel nostro comune. I dati di ARPA (inviati da ogni singolo comune) iniziano a tener conto del nuovo metodo dal 2017, ma sul sito di ARPA continuano ad essere presenti anche i dati calcolati col metodo precedente, per cui è possibile fare un confronto tra i due, come mostra la figura qui sotto.

La linea arancio mostra l’andamento della raccolta differenziata col metodo pre – 2016. Tra il 2016 ed il 2017 la crescita è legata naturalmente all’introduzione dell’ecuosacco, ma la percentuale arriva al massimo a 80%, addirittura con una diminuzione negli ultimi due anni.

In realtà, si potrebbe obiettare che il metodo attuale ci posiziona sopra al 85% ed è il metodo ufficiale al momento. E’ vero, però allora dovremmo proiettare all’indietro il metodo corrente e vedremmo che negli anni precedenti al 2017 saremmo stati da 5 a 8 punti percentuali sopra alla linea arancio, quindi vicini al 70% di R.D.

In conclusione, il beneficio del sacco rosso si traduce in un incremento di RD di 15 punti percentuali, non dei 20 e più pubblicizzati a suo tempo.

Oltre a questo, ci sono altri due aspetti che meritano attenta considerazione e che se non prontamente affrontati, possono farci sensibilmente regredire.
Il primo punto è relativo al recupero complessivo (di materiali e di energia) che deriva dalla nostra RD. I materiali conferiti ad ogni frazione, non sono “puri”, ma ci sono degli scarti, che di fatto non possono essere riciclati. La parte “energia” invece indica quanto viene ottenuto dall’incenerimento del residuo non differenziabile (ecuosacco più scarti della RD). I dati ARPA mostrano un declino complessivo, soprattutto per la parte “materiali”, che meriterebbe di essere meglio indagato. Una nostra ipotesi è che la qualità della RD non sia ottimale, che alcuni materiali siano erroneamente mischiati ad altri o attribuiti nella frazione sbagliata, in maniera crescente. Il grafico qui sotto mostra questo andamento.

Il secondo punto, ma certamente non meno importante, riguarda il costo del servizio di igiene urbana, che generalmente viene mostrato come “costo per abitante” o costo pro-capite. Ecco il grafico che mostra l’andamento.

Si vede chiaramente come, dopo una discesa anche significativa fino al 2016, successivamente l’andamento sia molto incerto, con un aumento drastico nel 2020, primo anno della pandemia. Non abbiamo dati sufficienti per analizzare questo improvviso aumento del costo pro capite, ma ci aspettiamo dai nostri amministratori (attuali e futuri) qualche spiegazione e soprattutto qualche azione per rimettere sotto controllo i costi del servizio di igiene urbana.
Come già ribadito nel precedente articolo, non sarebbe ora di istituire l’osservatorio sui rifiuti?

Ribadiamo ancora che tutti i dati mostrati provengono dal sito di ARPA, dove possono essere liberamente consultati e confrontati da chiunque a questo indirizzo

#occhiapertielezionicomunali: la raccolta differenziata

Il 5 febbraio di venticinque anni fa entrava in vigore il decreto Ronchi sulla raccolta differenziata che, sulla scia delle direttive europee in materia di rifiuti, sanciva un passaggio culturale importante: dallo smaltimento dei rifiuti si passa al loro recupero e circolarità. Così a partire dal 1997 la raccolta differenziata diventa l’elemento cardine della gestione dei rifiuti che viene progressivamente adottata in tutti i comuni italiani, con formule e modalità via via più articolate.

Anche Cernusco subisce la stessa evoluzione: dopo l’emergenza lombarda del 1995, si passa dalle isole ecologiche ai margini delle strade alla raccolta porta a porta, sino al maggio del 2016 in cui viene introdotto come innovazione della raccolta differenziata l’ecuosacco, un sacco rosa dotato di identificativo numerico in cui conferire i rifiuti indifferenziati. Lo scopo è infatti quello di aumentare le quantità di rifiuti selezionati dai cittadini in modo che nel sacco rosa finisca solo ciò che non si può differenziare. I sacchi rosa sono infatti forniti in numero limitato in funzione dei componenti familiari, anche se la presenza di bambini ed anziani dà diritto ad una piccola quota integrativa di sacchi necessari per lo smaltimento dei pannolini. Chi dunque non ha comportamenti attenti e butta tutto insieme, una volta esauriti i sacchi a disposizione, deve acquistarne altri, inoltre il codice identificativo sul sacco porterebbe a risalire all’utenza in caso di rifiuti non conformi.

Con questa innovazione, secondo quanto dichiara a fine 2016 l’amministrazione comunale, la raccolta differenziata passa dal 65% all’84% e la produzione di rifiuti si riduce del 60,5%.


Questi dati però non ci avevano mai troppo convinto, soprattutto avevamo segnalato la mancanza di misure di compensazione e solidarietà sociale da affiancare all’ecuosacco (dalle raccolte dedicate per pannoloni e pannolini, olio vegetale e la necessità di istituire un osservatorio sui rifiuti) e di meccanismi premiali rispetto ai comportamenti virtuosi.

Nessuno dei nostri suggerimenti proposti è stato adottato, nel frattempo abbiamo tenuto d’occhio i dati sulla raccolta differenziata, almeno per quanto è stato possibile, perché CEM Ambiente (gestore del servizio di igiene urbana) ha messo a disposizione i dati statistici – per tutti i comuni su cui eroga il servizio – per poco tempo e solo in relazione agli impianti ed oggi la pagina dedicata ai dati è vuota.

Ci sono però quelli pubblicati dall’ARPA relativi alla produzione e gestione dei rifiuti in Lombardia da cui è possibile estrapolare per Cernusco alcuni elementi significativi. Che vi proponiamo:

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

La raccolta differenziata dal 2017 non ha fatto ulteriori progressi (è ferma all’85%)

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

mentre la produzione di rifiuti, dopo un calo iniziale, dal 2019 è in netta ripresa. Purtroppo non sono ancora disponibili i dati del 2020, primo anno di pandemia, da cui si potrebbe valutare come abbia influito il covid nella produzione di rifiuti.

C’è inoltre da tener presente un elemento importante: a partire dal 2017 sono state modificate le modalità di calcolo della raccolta differenziata, introducendo nel conteggio anche altre tipologie di rifiuti (ingombranti, spazzamento strade, inerti da demolizione conferiti da utenze domestiche, compostaggio domestico e rifiuti recuperati da parte dei produttori), elementi che aumentano le percentuali di raccolta differenziata, a prescindere dall’ecuosacco.

A sei anni dall’introduzione dell’ecuo sacco è giunto il momento di fare il punto sul servizio di igiene urbana, valutandone i risultati attraverso fonti terze rispetto al gestore ma, come dicevamo, da tempo CEM Ambiente non pubblica più i dati su rifiuti e raccolta differenziata e dunque non è purtroppo possibile fare confronti diretti fra le diverse fonti di dati. Avere dati certi ed attendibili è fondamentale, perché è proprio sulla base di questi indicatori forniti da CEM Ambiente all’amministrazione che si basano le tariffe della tassa sui rifiuti. E sono in gioco milioni di euro.

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

Secondo i dati dell’ARPA il costo della gestione dei rifiuti a Cernusco è cresciuto, passando da 96,3 euro/abitante*anno del 2016 a 105,3 nel 2019. La nostra domanda è quindi: a fronte di costi maggiori, il servizio è migliorato? Vorremmo avere i vostri pareri.

Ricordiamo inoltre che il contratto di servizio stipulato – per nove anni – con il gestore prevede per l’amministrazione precisi doveri di vigilanza e controllo, oltre che obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini. E dunque vorremmo avere dei riscontri concreti rispetto a tali indicazioni.

Come pure vorremmo capire se tutte quelle misure che dimostrano attenzione nei confronti dei cittadini, dai punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (tazzine rotte, lampadine, olio vegetale, ecc), agli incentivi per gli esercizi commerciali che limitano gli imballi, ospitano aree per i prodotti alla spina, o destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale). Per non parlare dell’osservatorio sui rifiuti.

A pochi mesi dalle elezioni comunali, il servizio di igiene urbana è uno dei temi su cui si misureranno le risposte di chi si candida a governare la città.

L’insostenibile leggerezza dell’ecuosacco – 2a puntata

leggerezza Quarta leggerezza insostenibile.
A dispetto o nonostante l’adeguata informazione, la città appare più sporca ed alle lamentele dei cernuschesi sull’ecuosacco l’amministratore unico di CEM, invece che verificare e tener conto delle segnalazioni, ha risposto con un giudizio di valore sui cernuschesi (hanno la puzza sotto il naso). Una battuta infelice ed inopportuna che il Sindaco non si è neppure sentito in dovere di stigmatizzare per difendere i suoi concittadini.

Quinta leggerezza insostenibile.
Lo hanno chiamato ecuosacco, forse perché dovrebbe coniugare insieme ecologia ed equità. Ciò che sin dalle elementari avrebbero segnato come un errore di ortografia, viene proposto come elemento d’innovazione. In realtà è un’operazione di marketing aziendale che non pare essere in linea con gli obiettivi annunciati.
Partiamo dalla riduzione dei rifiuti secchi. Nel documento Il progetto Ecuo Sacco a Cernusco: dati e info utili, presentato nell’incontro pubblico del 17 maggio si legge che grazie all’introduzione del sacco rosso i rifiuti secchi nel 2015 hanno subito una riduzione del 66% e tutte le altre tipologie di rifiuti un incremento (umido 14%, multipack 43% e carta 22%).
Dati più che confortanti quindi. Eppure c’è qualcosa che non torna: i comuni coinvolti nel 2014, primo anno di sperimentazione sono tre (Bellusco, Grezzago e Mezzago), nel 2015 se ne aggiungono sette (Camparada, Cambiago, Caponago, Carugate, Cassano d’Adda, Lesmo e Vaprio d’Adda) e quindi il confronto su dati omogenei da un anno all’altro si potrebbe fare solo per i primi tre rispetto al 2013, invece vengono tutti messi insieme in un unico calderone.

Ma c’è di più, accade che due cittadini (SyS) poco convinti da questa approssimazione si siano dati la briga e pure il gusto di andare a verificare i dati proposti. Hanno così controllato le tabelle relative ai rifiuti per ciascun comune pubblicate da CEM Ambiente mettendo insieme migliaia di valori e ricomponendo le tipologie di rifiuti. Un lungo e paziente lavoro di analisi che ha portato a risultati diversi da quelli presentati: la riduzione dei rifiuti secchi dopo l’introduzione del sacco rosso rispetto al 2013 è del 52%, l’incremento dell’umido del 51%, il multipack 43%, la carta il 37%. Molto meno se si valuta il solo 2014: 8% di riduzione del secco, l’incremento dell’umido del 36%, il multipack 10%, la carta il 13%.
Quindi la riduzione dei rifiuti secchi c’è, ma solo a partire dal 2015 ed è del 20% inferiore a quella dichiarata.

Sesta leggerezza insostenibile.
Tali valori sono però stati ripresi anche nella relazione tecnica di accompagnamento alla delibera istitutiva del “progetto sperimentale ecuosacco”, datata 24 maggio 2016 a supporto dell’efficacia del progetto. Relazione curata dall’ufficio tecnico del comune di Cernusco ma che è praticamente uguale a quella del comune di Brugherio redatta l’anno precedente quando anche Brugherio entra a far parte del progetto. Quindi in due comuni nessuno è andato a controllare i dati forniti da CEM, è stato fatto un copia/incolla della loro relazione che è stata pure ulteriormente scopiazzata da un ufficio tecnico all’altro.

2a puntata – continua

L’insostenibile leggerezza dell’ecuosacco – 1a puntata

leggerezzaChe dietro l’ecuosacco ci fosse una insostenibile leggerezza lo si era capito sin dall’inizio, quando la giunta comunale era stata costretta ad emettere in tutta fretta i dispositivi amministrativi istitutivi cinque giorni prima dell’avvio della nuova modalità di raccolta, dopo che nell’assemblea pubblica di presentazione un cittadino* ne aveva segnalato la mancanza mentre il sindaco  dichiarava che c’erano, ma di non ricordarli.
Ed è la prima leggerezza insostenibile.

Seconda leggerezza insostenibile
Sempre all’ambito amministrativo appartiene la leggerezza del mancato riferimento alla normativa sulla privacy nella modulistica necessaria per richiedere ecuosacchi supplementari, rispetto a quelli previsti per tipologia di composizione famigliare, per chi ha la necessità di smaltire pannoloni e presidi sanitari. Così come solo dopo le numerose segnalazioni al Garante della Privacy, anche CEM Ambiente si è adeguata ed ha inserito l’informativa sulla privacy il 18 luglio 2016, un mese e mezzo dopo l’ introduzione del sacco rosso.

Terza leggerezza insostenibile.
Ma torniamo all’inizio: vale a dire all’informazione della nuova modalità di raccolta dei rifiuti urbani ai cittadini: “il progetto Ecuosacco si sta dimostrando nei fatti la più importante campagna di formazione e informazione in tema di differenziazione e di attenzione ambientale mai predisposta a Cernusco“ scrive il Sindaco. Singolare quindi che in un progetto di così ampio respiro ed ambizione sia mancato proprio il coinvolgimento diretto dei cittadini che hanno avuto solo due occasioni pubbliche di confronto con amministrazione e gestore del servizio.

Come invece  dimostra l’esperienza consolidata ormai in numerose realtà, quando si chiede alle persone di cambiare le proprie abitudini è opportuno accompagnare tali richieste con un percorso di ascolto, confronto e raccolta delle criticità nei diversi quartieri e fra le diverse tipologie di utenze.

In questo modo si sarebbe capito meglio e prima che nella zona industriale la distribuzione non copriva tutte le utenze, i giri di raccolta erano e sono ancora effettuati nel giorno sbagliato, che i condomini ad elevata concentrazione di stranieri avrebbero avuto bisogno di un’informazione multilingue, oltre che di una mediazione culturale a cui si ricorrerà tardivamente solo ora.

1a puntata

I cernuschesi hanno la puzza sotto il naso: 100 giorni di ecuo sacco

volantino_pe_CASSINA Giovedì 22 settembre alle 21, presso la biblioteca civica Penati, via Fatebenefratelli 12 a Cernusco faremo il punto sull’ecuo sacco, la nuova modalità di raccolta differenziata a 100 giorni dalla sua introduzione.

Raccoglieremo le testimonianze e le proposte dei cittadini, insieme alla presentazione di un dossier sulla raccolta differenziata e di contributi dall’assessore all’ecologia del comune di Cernusco e dall’assessora all’ambiente del comune di Segrate
Cem Ambiente è stata invitata.

Il grado di soddisfazione degli utenti e dei cittadini è uno degli elementi chiave per valutare l’andamento di un servizio. Facciamo valere la nostra voce.

Vi aspettiamo giovedì 22 settembre alle 21.

#ecuosaccoleaks: i dati sul secco che non ci sono

portaleCEM

Il comitato Bene Comune Cernusco ha inviato richiesta formale al comune di Cernusco perché eserciti le sue funzioni di vigilanza e al controllo nei confronti di CEM Ambiente, la società cui è stato affidato dal 1° gennaio 2016 il servizio di igiene urbana del comune di Cernusco.

Ricordiamo che la società affidataria è tenuta a fornire:

a) il prospetto mensile riepilogativo dei servizi effettuati;
b) il consuntivo mensile dei dati, espressi in unità di peso (o, qualora lo suggeriscano la logica e/o le consuetudini, in pezzi), concernenti le singole frazioni di rifiuto raccolte
c) un’adeguata campagna informativa, atta ad instaurare reali rapporti di collaborazione con l’utenza e poter conseguire miglioramenti dei servizi per qualità e quantità
d) l’aggiornamento del sito internet

mentre a tutt’oggi nelle sezioni DATI STATISTICI ANNO CORRENTE e DATI STATISTICI ANNI PRECEDENTI del portale internet di CEM Ambiente il foglio dati relativi al SECCO R.D. è completamente privo di dati per tutti i comuni serviti.

Ricordiamo che la mancata possibilità di reperire e confrontare i dati relativi alla raccolta differenziata impedisce la possibilità di valutare efficacia ed efficienza del servizio fornito da CEM Ambiente rispetto al monitoraggio degli indicatori di contesto, efficienza ambientale, efficienza economica-gestionale per raccolta e trasporto che servono per valutare la qualità del servizio ecuo sacco.

Pertanto il comitato Bene Comune Cernusco ha invitato il comune di Cernusco ad adempiere ai suoi doveri di vigilanza e controllo nei confronti della società affidataria affinché gli obblighi di informazione nei confronti dell’utenza vengano rispettati.

Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore gli interessi della cittadinanza a sollecitare CEM Ambiente a mettere a disposizione  i dati relativi al secco da raccolta differenziata  sia per l’anno corrente che per gli anni precedenti. Tali dati sono molto importanti per la valutazione dell’efficacia dell’ecuo sacco, la nuova modalità di raccolta differenziata del secco attraverso il sacco rosso introdotta dal 1 giugno.

Vi invitiamo pertanto a scrivere a:

info@cemambiente.it

con in copia il comune di Cernusco urp@comune.cernuscosulnaviglio.mi.it ed il nostro comitato benecomunecernusco@gmail.com

chiedendo di pubblicare i dati sulla raccolta del secco.

#ecuosaccoleakes: come/dove va il secco

comevailsecco_0616
Ci abbiamo provato ad estrarre i dati dell’andamento del secco dal portale di CEM ambiente. Quelli che vedete sono i risultati che si ottengono per il SECCO DA RACCOLTA DIFFERENZIATA.

Per una migliore visualizzazione abbiamo messo in evidenza solo Cernusco, ma la pagina è completamente priva di dati. Ora, anche ammesso che non vengano aggiornati con continuità, non è possibile che dall’inizio dell’anno non ci nessun valore per nessuno dei comuni serviti da CEM.

Come si fa a valutare l’adeguatezza del servizio se non ci sono elementi di comparazione fra prima che iniziasse l’ecuo sacco e dopo la sua introduzione? Come fa l’ufficio ecologia del comune a valutare se c’è qualcosa che non va nel servizio?

Ricordiamo qui cosa prevede il contratto di servizio con CEM:

Schermata 2016-07-17 alle 22.00.15
Ci aspettiamo che venga fatto rispettare e che qualcuno controlli che venga rispettato. Cosa che non ci pare si sia verificata in questo caso.

#ecuosaccoleaks: l’andamento del secco

RSU_trend_ton_agg.JPG Dopo settimane di ripetute richieste all’assessorato all’ecologia di rendere pubblici i dati relativi ai rifiuti RSU (secco indifferenziato) per gli ultimi due anni, ci sono stati appena inviati e ve li presentiamo in anteprima.

RSU_trend_perc_aggiornato.JPG

Come si rileva dall’elaborazione, per il 2016 CEM il nuovo gestore del servizio prevede una riduzione del 28% in termini di tonnellate.

Segnaliamo però che nella relazione tecnica illustrativa allegata alla recente delibera di giunta (n. 135-25.05.2016) è indicato un obiettivo del 35%.

Inoltre per poter verificare a fine anno l’efficacia del servizio affidato al nuovo gestore mancano ancora i dati relativi alla spesa procapite per il 2014 e 2015 e tutti quelli utili alla determinazione degli obiettivi di risultato per CEM Ambiente.

Schermata 2016-05-16 alle 21.02.18

Alla prossima puntata.

PS: manca la fonte – i dati riferiti al 2014 e 2015 da chi arrivano? Cernusco Verde? ARPA? E’ importante per verificare in futuro se sono confrontabili.

Ecuo sacco o della democrazia dai rifiuti

asssemblea17052016
Sudditi viziati. Così sono stati considerati gli abitanti di Cernusco perché godono del privilegio della raccolta due volte la settimana dei rifiuti secchi, mentre gli altri comuni serviti dal gestore del servizio di igiene urbana ne hanno una sola. Ma a partire dal 1 giugno, come hanno comunicato insieme il sindaco e l’assessore all’ecologia nell’assemblea convocata mercoledì 17 maggio per informare i cittadini della novità, la raccolta differenziata subirà un cambiamento strutturale con l’introduzione dell’ecuo sacco: alle famiglie verranno distribuiti sacchetti per i rifiuti indifferenziati in numero contingentato, calcolati proprio sulla base di una sola raccolta la settimana.
Far cambiare abitudini ad una comunità è sempre difficile, soprattutto se gli effetti positivi di lungo respiro della modifica non sono ben definiti e se ne percepiscono solo i contingenti aspetti negativi. Per questo sarebbe stato importante rendere partecipe del progetto la comunità cernuschese attraverso un percorso in primo luogo di comunicazione e poi di sperimentazione. Inoltre poiché la gestione dei rifiuti è un servizio di interesse collettivo, sarebbe stato l’ambito ideale di sperimentazione di quelle buone pratiche partecipative che stavano fra le promesse con cui si era presentata questa amministrazione.
Il sindaco ha invece trattato i suoi concittadini da sudditi cui comunicare solo le decisioni prese nel palazzo ed ha dichiarato di non credere affatto alla “democrazia assembleare”. Eppure proprio ad un’assemblea ha fatto ricorso per rivolgersi ai cernuschesi, perché in questo modo – come sanno bene tutti, specie quando le regole le stabilisce chi la conduce – la partecipazione dei cittadini diventa uno sfogatoio privo di incidenza concreta. La differenza fra comandare e governare sta nel modo con cui si assumono decisioni e se l’amministrazione comunale ha fatto ricorso alla democrazia assembleare piuttosto che alla democrazia partecipativa è perché preferisce evitare il percorso definito e regolato di dialettica fra la sfera dei decisori e quella degli altri soggetti coinvolti.
Gli elementi di debolezza del progetto sono emersi chiaramente. A cominciare dal motto “Chi inquina paga” usato (per il momento) come slogan di riferimento per la campagna dall’amministrazione e dal gestore. Le dirette conseguenze di ogni approccio punitivo legato a sanzioni sono sempre che chi ha i soldi inquina quanto vuole; chi fa il furbo non paga mai, nemmeno quando inquina; anche se ne becchi uno che ha infranto le regole, il ricorso favorevole è scontato e alla fine non paga mai nessuno. Meglio sarebbe passare al motto opposto: “chi non inquina viene premiato”: ad esempio, con un’applicazione solo un po’ più evoluta della CEM card si può fare il conteggio dei diversi conferimenti di ciascuna utenza a cui corrispondono poi degli sgravi fiscali o altre forme di incentivi.
Gli amministratori hanno dichiarato che la riduzione del servizio ad una sola raccolta settimanale del secco consente un risparmio di 30 mila Euro (su più di 4 milioni), disagio che sarebbe compensato da un’intensificazione di altri servizi (raccolta con mezzi piccoli nel centro, ampliamento dei giorni di raccolta post festivi, diserbo aggiuntivo). E’ quindi chiaro che non sarebbero i 30.000 euro a far saltare il banco, quanto la mancata omologazione alla scala dei comuni serviti da CEM dell’architettura complessiva del sistema di raccolta che è calibrato su costi di un solo giro ogni sette giorni.
Tale riduzione della frequenza non tiene però conto delle criticità che può comportare la conservazione in casa (o nei locali condominiali) per una settimana di pannolini, pannoloni usati e pure delle lettiere dei gatti. Ci sono categorie di persone con esigenze particolari per le quali occorreva prevedere clausole di salvaguarda con raccolte mirate, oppure – come è stato previsto in altri comuni – modalità diverse per i condomini più grandi. Così come sarebbe stato opportuno prevedere forme agevolate dal punto di vista procedurale e degli oneri urbanistici per l’adeguamento dei locali tecnici dedicati allo stoccaggio dei rifiuti.
Sarebbe stato un vero segnale di attenzione e cura da parte dell’amministrazione comunale. Ora c’è solo una vaga rassicurazione a rifare il punto della situazione fra qualche mese.
Infine, ma non ultime, le forme con cui è stata condotta l’assemblea, ove assessore all’ecologia e soprattutto il sindaco, invece che spiegare ai cittadini la bontà politica ed economica della scelta di un gestore del servizio rispetto ad un altro, si sono messi a discutere del numero di sacchetti, giorni e lettiere di gatto mentre i tecnici CEM facevano da guardaspalle. Così a difendere quella che è una scelta tecnico-operativa del gestore è stato il sindaco, che invece avrebbe dovuto convincere i cittadini della bontà di una scelta politica rivolta alla riduzione dei rifiuti e al miglioramento del sistema di raccolta.
Il risultato è stato l’incapacità di controllare l’ira funesta del pubblico e soprattutto delle signore, cui verrà dimezzata l’igiene domestica, per niente convinti dalle prevedibili e precostituite risposte del sindaco e più interessati agli interventi dei tecnici CEM.
L’ecuo sacco comunque dimostra come si possano attuare o meno buone pratiche di democrazia anche a partire dalla monnezza , un esempio di democrazia dai rifiuti.

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