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La variante al PGT in pillole – Il PLIS delle Cave

La seconda variante al PGT di Cernusco dedica un intero capitolo al PLIS Est delle Cave ed alle variazioni che lo interessano.
Un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) è un’area che si estende nel territorio di vari comuni adiacenti, a cui dovrebbero essere applicate particolari regole per tutelare la naturalità e l’ambiente agricolo, costituendo una fascia verde di separazione tra i tessuti urbani dei vari comuni che lo circondano.
Il PLIS Est delle Cave, condiviso da Cernusco con Cologno, Vimodrone, Brugherio e Carugate, fu istituito nel 2009 per “garantire, a fronte dell’intensificarsi di un alquanto disordinato sviluppo insediativo, una continuità del sistema ecologico nord-sud nell’est Milano, dal Parco delle Cascine fino al canale Villoresi, attraverso il Martesana”.
Dicevamo “dovrebbero essere applicate” perché in realtà il sistema delle tutele è molto debole, al punto che uno qualsiasi dei comuni coinvolti può modificarne i confini, per includere o escludere una qualunque area.
E’ quanto sta avvenendo con questa seconda variante al PGT di Cernusco, in cui uno degli interventi più significativi (l’ampliamento del centro sportivo) vede appunto la sottrazione di un’area agricola di più di 20.500 mq al PLIS, cambiandone la destinazione da “parchi e giardini” a “servizi per lo sport” (vedi foto 8.2.3 qui sotto, presa, come le altre, dal documento di Valutazione Strategica della variante).
Un’altra area in sottrazione sarà in Via Olmo (la strada che va a Cologno), dove un rettangolo di terreno, all’altezza della cava Gaggiolo, sarà adibito a parcheggio (vedi foto 8.2.2).
Entrambe queste aree fanno attualmente parte delle “Aree di tutela dei corridoi ambientali” (le frecce verdi che si vedono nelle foto) secondo il documento di Piano delle Regole (art. 17). Tali riduzioni implicano una netta restrizione delle aree che fungono da corridoio ecologico sul margine ovest del tessuto urbano consentendo la connessione diretta con il parco del Molgora, il Parco delle Cascine e il parco Media Valle del Lambro e per via indiretta con altri due parchi regionali vicini Parco Agricolo Sud Milano e Parco Nord Milano.
Si tratta di aree naturali importanti per la conservazione dell’ecosistema e della biodiversità poiché permettono il passaggio di specie migratrici ma anche gli spostamenti quotidiani di molte specie animali
Proseguendo nell’analisi dell’impatto della variante sul PLIS, si scoprono alcuni aggiustamenti (in sottrazione ed ampliamento) attorno alla piattaforma ecologica in via Resegone e lungo la Provinciale 121, relativamente alla nuova stazione di controllo del metanodotto SNAM.
Il totale delle aree sottratte ammonta alla fine a 37.000 mq, mentre i documenti della variante parlano di un totale di aree proposte in ampliamento per 65.500 mq. Apparentemente, quindi, sembra esserci un aumento della superficie del PLIS di 28.500 mq.

Andando però ad analizzare i dettagli degli ampliamenti, vi si trovano due aree che erano già nella proposta di ampliamento del PGT 2010, ma non conferite poi effettivamente e quindi ci sembrerebbe corretto non conteggiarle una seconda volta, per non mischiare i fatti con le intenzioni.
La prima delle due aree in questione è un triangolo nel Parco degli Aironi (foto 8.2.1), oggetto della prevista espansione del centro Carosello, fortunatamente abbandonata per l’opposizione di cittadini e associazioni (anche la nostra). In totale, 10.000 mq promessi al PLIS dal PGT 2010, ma mai conferiti. La seconda area è una parte del cannocchiale davanti al ex albergo Melghera, che sarebbe collegato al resto del PLIS da un ridicolo corridoio largo 2 metri e costituito dal fosso lungo la Statale 11 (si vede nella foto 8.2.3), fino al confine con Vimodrone: in totale 30.000 mq, promessi dal PGT 2010, ma mai conferiti. Per quest’ultima area, poi, ci si chiede perché venga promessa solo la metà del cannocchiale e non l’intera superficie fino all’ex albergo.
Questi 40.000 mq quindi vengono inseriti nei conteggi per compensare la sottrazione dell’area necessaria all’ampliamento del centro sportivo, ma ci sembra un’operazione scorretta e inutile. Anche perchè tutte queste aree sono già verdi perciò non aggiungono valenza ambientale alla variante parziale; al contrario, la sottrazione di quanto necessario al centro sportivo trasformerà un’area naturale in antropizzata, con una perdita secca di naturalità, oltre ai danni previsti al corridoio ecologico ed alla relativa fauna presente e passante.
In conclusione, ci sembra che la Cernusco “città europea dello sport” non possa farsi a spese dell’ambiente, della perdita dell’ecosistema costituito da un grande prato naturale, con la conseguente diminuzione di insetti e definitiva scomparsa di qualche specie animale. Per l’incremento delle strutture sportive, si possono cercare altre soluzioni, meno impattanti sull’ambiente e magari puntando sul recupero di aree abbandonate, che in città non mancano.
Insistere sulle proposte della variante, ci sembra una scelta in netta controtendenza rispetto agli impegni di sostenibilità ambientale assunti nei mesi scorsi anche in consiglio comunale ed agli indirizzi di pianificazione più recenti volti a privilegiare l’incremento e la valorizzazione degli ambiti di naturalità rispetto alle dotazioni di servizi, fossero anche strutture di pubblica utilità, come lo sport.

Elezioni e beni comuni: 1a parte – suolo e territorio

Il bilancio sui beni comuni

L’immagine con cui viene presentata Cernusco è quella di una città verde e ricca di servizi, ma se solo si prova a fare un bilancio in relazione ai beni comuni, diventa in realtà più opaca.

Trasparenza

Per fare un bilancio serio, non basato su percezione o propaganda, occorrono dati, vale a dire termini certi di riferimento per la situazione attuale da comparare con quella del passato.

Uno dei principali problemi infatti è costituito dalla difficoltà a reperire i dati, specie quelli legati alla qualità ambientale, in modo che sia possibile valutarli nella loro evoluzione temporale.

Il tema è quindi quello più generale della trasparenza, un bene immateriale  cui deve ispirarsi chi intende amministrare nel segno della buona politica. L’accesso ai dati sulla qualità dell’ambiente e del territorio è quindi condizione essenziale perché si possa sviluppare la conoscenza dei problemi. Pensiamo che un cittadino informato e consapevole svolga un ruolo essenziale per la sua comunità e l’amministrazione dovrebbe essere sua alleata nel percorso di formazione della conoscenza.

Su questo tema la strada da percorrere è ancora molta, perché la quantità e la qualità dei dati resi disponibili in rete dall’amministrazione è ancora troppo piccola ed esile, laddove dovrebbe essere elemento preliminare di confronto con la cittadinanza.

 

Gli elementi alla base della valutazione di ambiente e territorio riguardano la qualità dell’aria, dell’acqua e del consumo di suolo. Partiamo proprio da quest’ultimo.

Suolo

Solo il 30% percento del territorio comunale è rimasto libero da costruzioni, infrastrutture o cave, ma si tratta di un dato del 2012  di cui non è disponibile l’aggiornamento. Negli ultimi cinque anni, nonostante la crisi abbia coinvolto pure il settore edilizio, si è continuato a costruire da parte dei privati, ma anche l’edilizia pubblica ha fatto la sua parte con il nuovo polo scolastico.

Tutti elementi dei quali non conosciamo che incidenza abbiano avuto sulla percentuale di consumo di suolo (vedi alla voce trasparenza del precedente capitolo). Segnaliamo che la Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Governo del Territorio prescriveva la valutazione dell’andamento temporale del consumo di suolo, elemento invece del tutto disatteso.

Un’amministrazione davvero attenta all’ambiente deve porsi in un’ottica conservativa rispetto al consumo di suolo: a Cernusco ormai le aree verdi o agricole che dovrebbero svolgere la funzione di corridoio ecologico fra un comune e l’altro, fra un tessuto urbano e l’altro, si sono ridotte sempre più, a causa dalle nuove urbanizzazioni realizzate dai privati ma pure dalla pubblica amministrazione (vedi nuovi insediamenti scolastici) e dalle cave che continuano la loro l’attività estrattiva per milioni di metri cubi di materiale.

E’ quindi giunto ora il momento di fare un atto coraggioso: Cernusco può porre fine al consumo del suo territorio scegliendo di conservarlo per le generazioni che verranno.

In quest’ottica è quindi davvero dissennata la scelta di voler addirittura vendere una parte del parco degli Aironi ad un operatore privato per consentire l’ampliamento del centro commerciale Carosello. Dell’operazione da parte dell’amministrazione si minimizza l’impatto (cessione di “mezzo campo di calcio”) a fronte dei benefici in termini economici (circa sette milioni di euro) ed occupazionali (320 di posti di lavoro), ma non c’è alcun accenno agli aspetti critici: la cessione dell’area degli Aironi significa trasformare in una merce una parte di patrimonio indisponibile che ha, per di più, funzione sociale di parco. L’operazione è un esempio di urbanistica contrattata: attraverso la compensazione ambientale richiesta per i 5000 mq consumati si introducono elementi impropri di discrezionalità da parte dell’amministrazione a causa dell’individuazione delle aree oggetto della transazione e di opacità in relazione alle plusvalenze che derivano dalla triangolazione per la cessione delle aeree che si realizza attraverso un soggetto terzo. Ricordiamo inoltre che le aree sono già agricole e quindi non ci sarebbe alcun incremento di superfici verdi a favore dell’amministrazione.

Il progetto prevede un ampliamento delle superfici di vendita per 28.000 mq proprio per incrementare il numero di clienti (già dell’ordine di decine di migliaia al giorno) con un conseguente aumento di traffico veicolare su una viabilità che è ormai al collasso, con tutti i problemi correlati all’inquinamento.

C’è poi un aspetto del tutto sottaciuto legato all’intraprendere da parte del Comune una trattativa con un soggetto costituito da un fondo di investimento immobiliare con sede legale in Olanda, ove vige un regime fiscale agevolato per le società*. Non appare eticamente appropriato che un soggetto pubblico faccia affari con un soggetto privato che utilizza in modo opportunistico il regime fiscalmente più favorevole di un altro paese.

L’amministrazione di Cernusco pone l’accento sulla necessità di partecipare al tavolo della trattativa sull’ampliamento che, realizzandosi in gran parte sul territorio di Carugate, vede questo comune come capofila dell’accordo di programma. Ma il tema è proprio quello dell’inopportunità di sedersi ad un tavolo con un interlocutore che ha stabilito la sua sede fiscale in Olanda per non pagare le tasse.

Il ritiro dell’atto di indirizzo ed il blocco dell’accordo di programma sull’ampliamento del centro commerciale Carosello sono pertanto condizioni essenziali per la tutela del bene comune della città, sia in relazione ai beni materiali (suolo, territorio, aria) che immateriali (aspetti compensativi ed etici).

continua

  • “As a Dutch fiscal investment institution, Eurocommercial is zero rated for corporate income tax”, da Eurocommercial Factsheet

La giornata del paesaggio a Cernusco

dove c’erano i campi, prima degli impianti sportivi (foto di L. Asperti)

Il 14 marzo è Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita quest’anno dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo per promuovere la cultura del paesaggio e sensibilizzare i cittadini riguardo i temi e i valori della salvaguardia dei territori. La dedichiamo ai paesaggi perduti o che si perderanno della nostra città, a partire dal parco degli Aironi sul quale pesa il progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello ed i terreni agricoli della cascina Galanta, sacrificati per la costruzione del nuovo polo scolastico.

Vi invitiamo a segnalare i paesaggi perduti o in pericolo

dove c’erano i campi, prima degli impianti sportivi (sullo sfondo la cascina Galanta) (foto di Luigia Asperti)

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Carosello: un anno dopo

consiglio280714

consiglio comunale Cernusco – 28.07.2014

“Due piccoli comuni della provincia di Milano impediscono l’espansione di uno dei più importanti centri commerciali italiani”.

Proviamo ad immaginare cosa sarebbe accaduto lo scorso anno se invece di approvare l’atto d’indirizzo che avvia la procedura per l’ampliamento del centro commerciale Carosello, i due consigli comunali di Carugate e Cernusco sul Naviglio avessero bocciato la proposta dell’Eurocommercial. Sarebbe stata una notizia da prima pagina nazionale, porre limiti ad un centro commerciale – uno dei più grandi del centro-Nord – che vuole allargarsi a spese di un pezzo di parco pubblico avrebbe destato scalpore, perché è un evento piuttosto raro. Nella maggior parte dei casi accade il contrario: le amministrazioni, anzi i politici che le amministrano, preferiscono i benefici contingenti che arrivano da queste decisioni al difficile cammino di chi sceglie di percorrere le strade non battute dell’alternativa al modello corrente.

Secondo un copione abbastanza prevedibile, dunque, Cernusco e Carugate si sono adeguate, le poche voci dei cittadini ed associazioni ambientaliste contrari sono state coperte dalla soddisfazione di politici, imprenditori e corifei vari per le dichiarate e non dimostrate ricadute occupazionali ed economiche.

Vale la pena ripercorrere i passaggi significativi che hanno segnato la vicenda dal 28 luglio 2014:

  • in settembre viene presentata dalla commissione territorio a Cernusco la proposta di perimetrazione del PLIS Est delle cave che chirurgicamente esclude dal vincolo ambientale le aree oggetto di ampliamento;
  • il 3 ottobre l’assessore al territorio Giordano Marchetti ed il sindaco Eugenio Comincini di Cernusco presentano il progetto in un incontro pubblico a Cernusco dove il contraddittorio con i cittadini si limita a repliche di tre minuti, un po’ poco rispetto al percorso partecipato promesso;
  • il 20 novembre la sentenza (resa però nota nel gennaio 2015) con cui il TAR accoglie il ricorso della società Eurocommercial che contesta il vincolo agricolo introdotto dalla provincia di Milano in uno dei suoi ultimi atti prima della sua abolizione;
  • il 16 dicembre, solo grazie ad un’audizione presso la IV commissione regionale sollecitata dal Forum Ambiente Area Metropolitana, viene illustrato il progetto di ampliamento, che non era stato allegato alle delibere consiliari (votare in consiglio comunale un progetto così importante senza conoscerne i dettagli può accadere solo per dabbenaggine o calcolo, scegliete voi il male minore);
  • il 22 dicembre la IV Commissione consiliare della Regione Lombardia approva una mozione in cui si chiede di non dare seguito all’ampliamento;
  • la Eurocommercial deposita a Carugate e poi a Cernusco (il 23 dicembre) la documentazione progettuale;
  • il 25 febbraio in un incontro a Carugate il sindaco di Carugate Umberto Gravina, insieme al rappresentate dell’Eurocommercial Fabrizio De Rin ed al progettista Leonardo Cavalli illustrano al pubblico il progetto di ampliamento del centro commerciale attraverso un videoclip con le soluzioni proposte;
  • il 19 maggio in nel convegno organizzato dal nostro comitato dedicato al suolo, il sindaco Comincini sollecitato sul Carosello, indica nello scambio compensativo fra le aree di ampliamento del centro commerciale ed i terreni lungo l’asse della Martesana – ora privati ma destinati a far parte del costituendo PLIS della Martesana – l’interesse dell’amministrazione.
  • in giugno l’esecutivo della Città Metropolitana ignora le numerose sollecitazioni a ricorrere al consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sulle aree agricole.

Questa vicenda è emblematica e contiene in sé numerose questioni che riguardano le comunità, il loro territorio, le decisioni ed il modo con cui si prendono le decisioni e quindi la rappresentanza, i beni comuni la loro gestione e conservazione.

Cominciamo dai preliminari che poi sono essenziali: un parco per una comunità ha un valore legato all’uso ed all’esperienza delle persone che lo frequentano, ma anche di quelle che non lo utilizzano e pure delle generazioni future. La preoccupazione nei confronti di un bene comune dovrebbe essere legata soprattutto alla sua conservazione per le generazioni future. Ed il fatto che un bene comune quale il Parco degli Aironi sia stato mercificato, trasformando il suo valore d’uso e d’esperienza in valore di scambio, è un passaggio di grave responsabilità perché preclude alle generazioni future l’uso di tale bene .

Per realizzare l’ampliamento è necessaria la modifica da parte dei comuni di Cernusco e Carugate degli strumenti urbanistici vigenti, dal momento che le aree oggetto di ampliamento sono soggette a vincoli ambientali che la Conferenza dei Servizi andrebbe a modificare. Anche in questo caso gli elementi di conservazione previsti dal Piano di Governo del Territorio a tutela degli interessi collettivi vengono cancellati a favore di un interesse privato.

Inoltre la compensazione ambientale volta ad acquisire la proprietà di aree lungo il Naviglio in modo da garantire continuità al parco della Martesana è un elemento di grande opacità per le plusvalenze che genera la cessione/acquisizione fra privati delle aree coinvolte, aggravata dalla discrezionalità con cui l’amministrazione individua queste ultime. A ciò si aggiunge il fatto che il proprietario dei terreni oggetto di compensazione ambientale è anche presidente del consorzio proprietario dei terreni ceduti all’amministrazione sui quali verrà costruito il nuovo polo scolastico. Caso perfetto di conflitto/convergenza d’interessi.

In ogni caso da questa scelta emerge con nettezza la visione che si disegna per il futuro della città: un centro commerciale enorme che funge da richiamo per milioni di visitatori che vi arrivano in auto ed attratti, più che dalle proposte commerciali, dalla possibilità di trascorrervi il tempo. Il fattore tempo è essenziale in questo progetto: i clienti del centro commerciale non comprano (solo) merci, ma pagano il tempo libero che trascorrono lì grazie ai servizi offerti legati al piacere (loisir). E fondamentali a questo scopo sono appunto il cinema, i ristoranti, la vetrata ed il tetto verde panoramici sul lago previsti dall’ampliamento.

Quale progetto di città sta dietro questo modello? A fine anno Cernusco dovrà rivedere il suo Piano di Governo del Territorio, le regole che definiscono lo sviluppo della città. Pensiamoci bene prima di essere trasformati da cittadini in clienti.

#Caroselloleaks: come (rin)negare il PGT

… “L’obiettivo strategico è stato quello di evitare la saldatura edificata tra il territorio di Cernusco sul naviglio e quello degli altri comuni. In questo modo abbiamo creato una sorta di corona costituita dal Plis, a ovest e a nord, e dalle aree agricole che vanno verso Bussero così da bloccare una ipotetica futura espansione edificatoria” … (Giordano Marchetti, assessore al Territorio, Fuori dal comune, giugno 2015)

Peccato che proprio la corona del Plis delle Cave presenti ben due ferite, le aree destinate all’ampliamento del centro commerciale Carosello. E si fa cattiva informazione non ricordando che a Nord di Cernusco la struttura commerciale e tutta la viabilità commessa  costituiscono un vulnus rispetto al principio guida del PGT di lasciare corridoi ecologi di salvaguardia.

Il centro commerciale Carosello è – e diventerà ancora di più con l’ampliamento che comporta anche la cessione di un pezzo del parco degli Aironi – un elemento di risucchio teso a cancellare le già esili barriere presenti.

Aree agricole Carosello: #statetranquilli

statetranquilli «State tranquilli», anzi #statetranquilli, così rassicura il sindaco di Cernusco sul Naviglio Eugenio Comincini sul conflitto d’interessi che lo riguarda dal momento che è anche vicesindaco metropolitano nonché consigliere delegato al Piano Strategico Triennale del Territorio Metropolitano ed alla Pianificazione territoriale generale e paesistico-ambientale (sic).
In questa duplice/triplice veste deve occuparsi del ricorso al Consiglio di Stato per la sentenza con cui il TAR ha accolto lo scorso novembre il ricorso presentato dalla società Eurocommercial nei confronti della provincia di Milano per la classificazione ad Ambito Agricolo Strategico attribuita alle aree contigue al centro commerciale Carosello.

La provincia non c’è più dal 31 dicembre, (parte degli) scopi e funzioni sono passati alla Città Metropolitana che dovrebbe quindi occuparsi anche di difenderne gli atti amministrativi contestati. Però Comincini è anche sindaco di Cernusco, la cui amministrazione ha approvato lo scorso 28 luglio l’atto d’indirizzo che avvia l’iter procedurale per l’ampliamento del centro commerciale Carosello ed ha rinnegato i principi guida del suo PGT per quanto riguarda l’area in questione.

Il meccanismo decisionale in questi casi prevede che della questione si occupi un altro sindaco e ci appare un’aggravante che i sindaci componenti il consiglio finiscano tutti per avere “conflitti d’interesse”. Più che un conflitto, sembra una convergenza d’interessi completamente sottratta alla dialettica ed al confronto dal momento che i cittadini non hanno eletto nessuna di queste figure istituzionali, né sono previsti ambiti di valutazione condivisi. Trasparente quindi, proprio no.

#nonstiamotranquilli, i termini del ricorso scadano il 21 giugno. Niente è più efficace del silenzio.

Ricominciamo dal suolo: note a margine

libro_pgt_cernusco2 Un libro da portare sotto braccio ai convegni e da tenere in bella evidenza sul tavolo. Ecco cosa resterà del Piano di Governo del Territorio  di Cernusco sul Naviglio.
Il bel libro sul PGT di Cernusco è infatti rimasto sul tavolo nell’incontro “Ricominciamo dal suolo” organizzato martedì 19 maggio dal nostro comitato Bene Comune Cernusco, insieme ad ACLI, ProLoco e WWF locali.

Il 2015 è l’anno del suolo e ci era sembrato importante proporre spunti di analisi e proposte su suolo e territorio proprio a Cernusco, città che con il suo PGT aveva scelto di ridurre la dissennata espansione urbanistica della città, ma che oggi è al centro del controverso progetto di espansione del centro commerciale Carosello a spese di un pezzo del parco degli Aironi.

Abbiamo così scelto di ripartire dai fondamentali – suolo e territorio, appunto – chiedendo a due docenti del Politecnico di Milano, Maria Agostina Cabiddu e Paolo Pileri – di aiutarci ad inquadrarli dal punto di vista della pianificazione ambientale e del diritto urbanistico, insieme ad un’interlocuzione con il sindaco di Cernusco Eugenio Comincini.

Il sindaco Comincini, nella sua presentazione, ha rivendicato la scelta di non aver voluto più considerare il suolo merce di scambio e di non usare più gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente, laddove la legge 12/2005 aveva istituzionalizzato l’urbanistica contrattata.

Per Paolo Pileri  (professore associato di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano ed autore di Che cosa c’è sotto, Altreconomia) occorre non solo fermare la cementificazione, ma arrivare ad un’idea di rispetto dell’ambiente e della città. Suolo in tedesco si dice boden che vuol dire corpo, perché è proprio ciò che dà corpo a tutto ciò che c’è sopra. Ricorda i dati impressionanti di consumo di suolo – 70 ettari di suolo l’anno, 8 metri quadrati di suolo fertile al secondo – a causa dell’edilizia e della nuova viabilità, specie autostradale. E tutto questo su una scala che non è in relazione alla grandezza dei comuni coinvolti, anzi spesso sono proprio i comuni più piccoli a consumare percentualmente più suolo. Suggerisce quindi Pileri di ridurre la frammentazione amministrativa e di ridisegnare le competenza sull’uso del suolo. Segnala inoltre come le proteste dei cittadini stiano diventando più “fini”: hanno capito che il suolo è in relazione con il paesaggio che frequento e quindi il consumo di suolo ci riguarda direttamente dal momento che il suolo non è una commodity ma un commons. Anche perché i danni derivanti dal consumo del suolo incidono pesantemente sulla spesa pubblica. La capacità di negoziazione dei comuni in Italia ha margini stretti, laddove ad esempio a ‎Berlino‬ gli oneri di urbanizzazione incidono per circa il 30% del valore commerciale dell’immobile, mentre a ‪‎Milano‬ dal 4 all’8%. Ma soprattutto occorre ricordare che il suolo perduto, è perduto per sempre.

Maria Agostina Cabiddu (professore ordinario di diritto pubblico al Politecnico di Milano ed autrice de Il Governo del territorio, Laterza), è meno ottimista sugli effetti regolativi di una legge urbanistica nazionale rispetto alla frammentazione amministrativa, poiché dal progetto di riforma urbanistica del 1962, voluto dal ministro Fiorentino Sullo e dichiarato parzialmente illegittimo, siamo passati ad una legge ponte che a distanza di più di cinquanta anni non è stata ancora riformata. Nel frattempo molte cose sono cambiate e, rispetto ai concentrati interessi immobiliari del tempo, oggi che le proprietà sono sicuramente più diffuse, ci sarebbe la possibilità concreta di una revisione.
Cabiddu sottolinea come il territorio sia una nozione aperta, non limitata al solo ambito giuridico: il legame che sentono le persone con il territorio non ce lo dice il diritto, ma è una nozione più ampia che si riferisce ad una nuova forma di rapporto fra l’individuo ed il contesto ambientale che lo circonda e nel quale svolge la sua attività. Tale legame identitario e fondamentale connota piuttosto il bene territoriale, che non è legato alle categorie tradizionali della proprietà, del possesso e del domicilio, ma fa riferimento ad una serie di interessi immateriali caratterizzati dall’essere e sentirsi partedi un contesto fisico. Se c’è un bene comune, questo è il territorio, dice Cabiddu, ed è un bene inclusivo, capace cioè di fondare uno spazio sociale, comunità della quale si è parte e nella quale ci si riconosce.
Il governo del territorio non è solo edilizia ed urbanistica, ma è un punto di vista superiore che deve far convivere interessi diversi e l’esigenza di equilibrio fra la protezione delle cose e lo sfruttamento delle stesse in vista del benessere e del progresso economico e civile della comunità, deve fare da cerniera fra il momento conservativo e quello promozionale.

Con queste premesse argomentative era chiaro che il convitato di pietra della discussione sarebbe subito venuto fuori: infatti gli interventi del pubblico hanno chiesto conto al sindaco della contraddizione fra il progetto di ampliamento del centro commerciale Carosello ed il percorso sin qui seguito; hanno sottolineato come la forma urbana dei nostri giorni sia il risultato di scelte del passato e che le scelte di oggi avranno ripercussioni su quelle di domani. Fra le scelte del passato e quelle di oggi, però, è cambiata la nostra consapevolezza del senso del limite (le risorse naturali sono limitate e non riproducibili) e soprattutto la consapevolezza dei diritti legati agli ambiti collettivi, a quei beni il cui valore è dato dalla funzione e dall’uso che assolvono (ad esempio un parco) piuttosto che al loro valore di mercato.

Il sindaco Comincini nelle sue repliche, tutte tese a ricordare quanto di buono sia stato fatto sino a questo momento rispetto alla conservazione del territorio grazie al PGT ed all’allargamento della perimetrazione del PLIS Est delle Cave, ha liquidato come minoritarie e quindi non meritevoli di considerazione le istanze contrarie al progetto. Sul progetto di ampliamento del Carosello ha fatto riferimento all’acquisizione dei terreni ora privati lungo l’asse della Martesana che verrebbero a far parte del costituendo PLIS della Martesana grazie alla compensazione ambientale che prevede la cessione di quattro mq per mq di superficie costruita. Quanto agli spazi di partecipazione, ci sono quelli consentiti dalle normative rispetto al PGT e, dal momento che hanno visto una limitata attenzione da parte della popolazione, non meritano di essere sviluppati.

Si tratta di affermazioni gravi che denotano una concezione autoritaria del potere, dal momento che nelle democrazie evolute si fa riferimento anche alla condizione non maggioritaria – come ricordano Bobbio e Pettit – quando occorre fare scelte dove sono in gioco i principi e gli strumenti regolativi – quale è il PGT – o che riguardano beni comuni – quale è il parco degli Aironi – poiché sono ambiti preliminari e fondativi (beni territoriali) la cui modifica ha bisogno di procedure più complesse perché sia sottratta all’arbitrio della maggioranza di turno.
Emerge pure la subordinazione degli interessi pubblici rispetto a quelli privati, dal momento che il parco degli Aironi viene considerato un asset morto (una sponda di cava, citazione testuale) e così trasformato in una merce, facendogli perdere il valore legato alla funzione pubblica di parco che aveva assunto nel corso del tempo. Le precarie condizioni in cui oggi versa sono la colpevole conseguenza dell’omessa tutela del bene pubblico da parte delle amministrazioni che hanno portato alla sottrazione di uno spazio pubblico alla comunità, sottrazione che l’intervento di ripristino a totale cura del privato aggraverebbe.
Quanto all’istituto della compensazione ambientale, è importante sottolinearne gli elementi di discrezionalità che comporta se non inquadrato – prima degli interventi – all’interno di una pianificazione degli obiettivi di consumo di suolo e valutato rispetto a precisi indici ambientali. In questo caso inoltre, si verrebbe a produrre anche una significativa plusvalenza per le aree richieste per la compensazione che verrebbero acquistate da terzi (come abbiamo già sottolineato qui e qui).
L’altro elemento grave è considerare il PLIS Est delle Cave poco più che un perimetro tracciato sulla carta, piuttosto che un’occasione di innovazione rispetto alle tematiche ambientali e di partecipazione.

Con tatto, ma con franchezza, i relatori Cabiddu e Pileri hanno rilevato come a Cernusco si sia aperta una crepa rispetto agli indirizzi del passato e come nel processo decisionale conti anche la sua apertura alla possibilità della contestazione (modale o legata alla contro valutazione) e non solo che l’origine storica della decisione sia in una qualche forma di consenso, sia pur maggioritario.

Noi pensiamo che la crepa sia in realtà una voragine.

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#Caroselloleaks: il progetto

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Concludo dicendo che, di tutto l’iter i consiglieri saranno via via informati, così come mi sono già impegnato a fare in commissione. Periodicamente saranno quindi convocate commissioni territorio per dare a tutti la possibilità di conoscere ogni sviluppo del progetto. Giordano Marchetti, 28 luglio 2014

Con queste parole l’assessore al territorio chiudeva il suo intervento in consiglio comunale. Ad otto mesi dall’atto di indirizzo che ha avallato la proposta di accordo di programma volta all’ampliamento del centro commerciale Carosello e, soprattutto, a tre mesi dal deposito presso l’ufficio tecnico della documentazione, solo attraverso un accesso agli atti abbiamo la possibilità di conoscere qual è il progetto proposto dalla società Eurocommercial.

Il punto di forza del nuovo volto del Carosello saranno un prato che coprirà gran parte del tetto del nuovo corpo costruito in gran parte sui parcheggi esistenti a Carugate e l’affaccio vista lago di tale edificio sul parco degli Aironi di Cernusco.

Su questi elementi torneremo presto, intanto emerge con nettezza il tratto di assenza di informazione  con cui le istituzioni si rapportano alla propria comunità rispetto a questo progetto. progetto_Pagina_1

Centri commerciali e PM10

concentrazioni di PM10 in Europa modellate per il 2030 secondo lo scenario dell'attuale legislazione

concentrazioni di PM10 in Europa modellate per il 2030 secondo lo scenario dell’attuale legislazione

Andrebbe fatta una correlazione fra la concentrazione di PM10 e le aree di sviluppo dei centri commerciali.

PM10: sono quelle particelle di sostanze inquinanti sospese nell’atmosfera il cui diametro è inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro e sono particolarmente dannose per l’organismo perché riescono a raggiungere gli alveoli polmonari e sono fra le maggiori cause di malattie polmonari.
La figura mostra  lo scenario europeo nel 2030 ed è tratta uno studio  sull’evoluzione delle concentrazioni di PM10 in Europa pubblicato di recente dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics dai ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) e colleghi di tutta Europa. Nel 2030 qualora venissero adottate misure legislative di contenimento degli inquinanti ci sarebbe una parte della popolazione europea (sud della Polonia, Repubblica ceca,  Slovacchia, Italia settentrionale e Bulgaria) ancora esposta a concentrazioni di PM10 superiori agli standard UE

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I limiti di concentrazione delle PM10 prevedono per la media annuale un valore massimo di 40 µg/m³, giornaliero di 50 µg/m³ e sono consentiti sino a 35 giorni l’anno di superamento del limite. Qui accanto il grafico delle concentrazioni di PM10 nel bacino padano nel biennio 2013-2014 da cui emerge chiaramente la situazione critica di costante superamento dei valori soglia.

A questa situazione già critica si aggiungerà il contributo che arriverà dal milione di metri quadri di spazi commerciali di prossima realizzazione a partire dal 2015.  «Sono ripartiti i cantieri e il 2015 sarà l’ anno della svolta», dice Massimo Moretti, presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali. Un piano da circa un milione di metri quadri di spazi affittabili. I centri commerciali scommettono contro la crisi e inseguono lo sviluppo del comparto con 22 nuovi progetti in essere, di cui nove in fase di costruzione e i restanti allo stato progettuale.

L’articolo ricorda per la Lombardia:

…Westfield Milan, promosso da Arcus Real Estate (controllata da Stilo immobiliare finanziaria, holding delle attività immobiliari di Percassi) e il colosso australiano Westfield. Sorgerà a pochi chilometri dall’ aeroporto di Linate e inizialmente si svilupperà su una superficie di circa 170mila metri quadri, che diventeranno circa 250mila nella fase 2. Nel complesso un progetto da 1,3 miliardi di euro: un villaggio del lusso con circa 50 boutique, oltre al department store Galeries Lafayette, il primo in Italia…

…Nei dintorni di Milano sono in fase avanzata i lavori dell’ Arese shopping center, progetto del Gruppo Finiper di Marco Brunelli, che sorgerà negli spazi della ex fabbrica dell’ Alfa Romeo. Un investimento da oltre 300 milioni per creare un polo dello shopping con 200 negozi e un tratto distintivo forse unico al mondo: un circuito automobilistico storico…

Il progetto del Carosello non è citato ma, nel suo piccolo, prevede un ampliamento di 32.000 mq.

Come tutti questi centri commerciali si leghino alle buone intenzioni di riduzione delle emissioni, non è dato capire, dal momento che ai centri commerciali ci si arriva quasi esclusivamente in auto e per le auto è necessario realizzare grandissimi parcheggi.

Eppure servirebbe una visione d’insieme che guardi al complesso del territorio dove in poche decine di chilometri si trovano già troppi centri commerciali (Auchan di Vimodrone, Acquario di Vignate, Corte Lombarda Bellinzago,  Auchan di Cinisello Balsamo, Carosello di Carugate …), senza contare gli ipermercati. Al 2030 mancano solo pochi anni.