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NO2: No grazie! Le misure

Sono stati resi noti, dopo lunga attesa dovuta alla grande partecipazione dei cittadini, i risultati delle analisi effettuate sui misuratori di NO2 (biossido di azoto) posizionati in vari punti della città metropolitana di Milano (e di Roma).

Anche noi di Bene Comune Cernusco, abbiamo preso parte alla campagna di misure, posizionando vicino alle scuole ed ai parchi di Cernusco alcuni misuratori – 6 per la precisione.

Nella tabella che segue (espandibile cliccandovi sopra) si vedono i valori misurati nelle varie posizioni, con un confronto – quando possibile – con quanto misurato nelle campagne precedenti (2018 e 2020).

Nella figura sono anche riportate le soglie con relativa colorazione sia per le medie mensili che per quelle annuali.

Come si può vedere, anche se c’è stato qualche piccolo miglioramento (non dappertutto), i valori rimangono sempre molto alti, ben oltre le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e delle norme europee.

Giusto per richiamare quali siano questi valori di riferimento, vediamo cosa sta avvenendo dopo la campagna del 2020:

Tutti i dettagli sulla campagna di misura del NO2 e l’interpretazione dei risultati, oltre che per le conseguenze per l’esposizione prolungata al biossido di azoto, si rimanda alla specifica pagina di Cittadini per l’aria

PFAS: nell’acqua, ma non solo

Rappresentazione dell’acido perfluoroottanoico (PFOA) – Di Manuel Almagro Rivas – Opera propria usando: Avogadro, Discovery Studio, GIMP, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47567609

E’ uscito ieri, 18 maggio 2023, un comunicato stampa di Greenpeace in cui si presentano i risultati di una indagine appena conclusa sulla contaminazione da PFAS di alcuni pozzi di acqua potabile, in Lombardia.

Ma cosa sono i PFAS?
Si tratta di composti chimici, non esistenti in natura, ma da tempo creati in vari laboratori sparsi un po’ dovunque nel mondo, utilizzati per i più svariati impieghi, viste le loro caratteristiche molto utili e particolari, prime tra tutte la “idrorepellenza” e la “oleorepellenza”. Rendono cioè impermeabile all’acqua o alle sostanze oleose qualunque superficie dove vengano utilizzati.

Nell’immagine qui sopra, il più diffuso tra i composti definiti “PFAS”. Si tratta dell’acido perfluoroottanoico (PFOA): in verde gli atomi di Fluoro, in grigio il Carbonio, in rosso e bianco il gruppo ossidrile (ossigeno-idrogeno OH). Le catene Fluoro-Carbonio posso avere varie lunghezze, di solito comprese tra 4 e 16. Questo composto viene (o veniva, perchè in vari paesi è stato messo al bando) utilizzato per rendere idrorepellenti i tessuti (come il Goretex), la carta, i pellami, nelle schiume degli estintori, sulle padelle antiaderenti ed in altri mille usi.
Al punto che questo acido, o i suoi simili (esistono centinaia di composti che sono varianti di questo) sono ormai presenti dappertutto, in concentrazioni più o meno alte. I suoi effetti sulla saluta umana sono già stati indagati da molti studi scientifici: cancro (categoria 2B di IARC), malattie della tiroide, ipercolesterolemia, disturbi della fertilità, disturbi della crescita sono solo alcune delle patologie che si sospetta siano causate dai PFAS.

L’inquinamento più alto, a livello europeo, da questo tipo di sostanze si è riscontrato, negli anni scorsi, in Veneto: tra le province di Verona, Vicenza e Padova fin dagli anni ’70 sono state utilizzate tali sostanze da parte di parecchie aziende, con sversamenti non controllati nelle acque superficiali. Solo nel 2013 la Regione Veneto ha compiuto uno studio dettagliato sulla popolazione, avendo constatato la presenza di PFAS in tutta la catena alimentare della zona, a partire dalle acque potabili (l’uso di pozzi privati per prelievi destinati all’alimentazione è piuttosto diffuso in quella zona).

Ora arriva questo studio di Greenpeace che ci informa che i PFAS sono presenti circa nel 20% dei controlli eseguiti da ATS lombarde. Sono perciò analisi svolte dalle autorità competenti per le acque potabili (ATS, appunto), anche se non obbligatorie per legge, e semplicemente richieste e raccolte da Greenpeace.

La legislazione italiana è in notevole ritardo per quanto riguarda il controllo e la bonifica per questo tipo di inquinanti. Solo nel febbraio di quest’anno è stato emesso un decreto legislativo (D.Lgs. 23 febbraio 2023, n. 18) in attuazione di una direttiva europea del 2020 che introduce l’obbligatorietà dei controlli (a partire però dal 2024, dopo che la Commissione Europea avrà emesso le necessarie note tecniche) e un limite di 100 ng/l, valore da molti considerato ancora troppo alto.

Anche se Cernusco non compare tra i comuni contaminati da PFAS (mentre compaiono Brugherio e Cologno Monzese), non è chiaro se le verifiche siano state fatte oppure no ed eventualmente con quale esito. Non vogliamo sollevare allarmismi o speranze infondate, l’unico modo è conoscere i dati e su questi basare ogni azione conseguente. Perciò, nelle prossime settimane ci informeremo, attivando l’accesso agli atti nei confronti della ATS locale e vi comunicheremo i risultati.
Perché è un nostro diritto sapere cosa c’è dentro l’acqua che beviamo.

#cheariatiraacernusco – Dicembre 2019

Con il ritorno delle alte pressioni invernali, tornano a presentarsi le condizioni atmosferiche favorevoli all’accumulo degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera e tornano quindi le criticità, a cui ci siamo ormai purtroppo abituati. Ma pare che nessuno ci faccia più caso, non se ne parla più.
Guardando il grafico qui sotto, si vede come siano stati raggiunti e superati i limiti di concentrazione delle polveri sottili PM10 per vari giorni durante il mese di dicembre, ma non sembra che Milano e la sua area metropolitana abbiano preso provvedimenti restrittivi, come dovrebbero fare dopo 5 giorni di superamento delle soglie critiche.

(cliccare sull’immagine per ingrandirla – in verde i valori misurati da noi; in rosso e blu i valori delle due stazioni di Pioltello e Lambrate; in giallo i valori simulati da ARPA per Cernusco). Si noti come i picchi misurati da noi, che sono pur sempre delle medie giornaliere, non siano mai presenti in ARPA, sia nelle misure che nelle simulazioni, quasi venissero smorzati da un algoritmo dedicato ad “ingentilire” le misure. In realtà, i giorni di superamento sono maggiori per Pioltello che per il nostro strumento, anche se con valori assoluti meno variabili.

Anche il sito di ARPA Lombardia (lo trovate a questo link) mostra da parecchi giorni una mappa con colori preoccupanti, in particolare per PM2.5 e PM10, ma sembra nessuno se ne preoccupi.
Noi di Bene Comune Cernusco continuiamo a chiedere che la normativa prevista dall’Area B della città di Milano venga estesa a tutta la città metropolitana (provincia di Milano), come misura minima per contenere l’inquinamento da polveri sottili e da Biossido di azoto (NO2), altrettanto pericoloso e critico.

Ancora una volta, poi, ci troviamo a dimostrare quanto sia dannosa per l’ambiente la pratica dei botti di fine anno: come già l’anno scorso (vedi questo post), subito dopo la mezzanotte il nostro strumento ha rilevato un picco di polveri sottili (PM10), come si vede dalla figura che segue.


Certo, gli effetti durano solo poche ore, ma le condizioni già critiche dell’inquinamento in questi giorni dovrebbero suggerirci di evitare ogni ulteriore aggravamento, per l’ambiente e per la nostra salute: ci possiamo provare l’anno prossimo?

#CheariatiraaCernusco: Ripartiamo!!!

Ripartiamo con la rilevazioni della qualità dell’aria a Cernusco sul Naviglio: dal primo ottobre abbiamo iniziato nuovamente a monitorare i valori del PM10 del PM2,5 e del PMcon lo strumento acquistato dal Comitato posto in via Cesare Pavese.

Nel grafico è possibile osservare i valori del PM2,5 rilevati nel corso della prima settimana di Ottobre: i dati sono particolarmente preoccupanti in quanto 6 giorni su 7 sono stati superati i limiti di legge (valore medio annuale pari a 25) .

Ricordiamo che i valori del PM2,5 presentano un rilevante interesse sanitario in  quanto tanto inferiore è la dimensione delle particelle, tanto maggiore è la loro capacità di penetrare nei polmoni e di produrre quindi effetti dannosi sulla salute umana.

Studi epidemiologici, condotti in diverse città americane ed europee nel corso degli ultimi anni, hanno dimostrato che esiste una notevole correlazione fra la presenza di polveri fini ed il numero di patologie dell’apparato respiratorio, di malattie cardiovascolari e di episodi di mortalità riscontrati in una determinata area geografica.

Mentre le particelle più grossolane derivano principalmente dal suolo e da altri materiali, le particelle più fini sono prodotte, in misura prevalente, dalla combustione di combustibili fossili utilizzati nei trasporti, nell’industria e per la produzione di energia. (Fonte: ARPAV – Agenzia Regionale per la prevenzione e la protenzione ambientale del Veneto)

AVVISO: la centralina dell’ARPA di Pioltello non misura i valori del PM2,5. La centralina più vicina si trova a Monza a più di 10 km di distanza 

In rosso viene indicato il valore medio massimo tollerato dalla legge