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#viaggiofraglialberi: incontro con Pietro Maroè

Il rapporto fra gli alberi e la città è complicato: sono parte dell’identità stessa e della storia di molti quartieri, ma nello stesso tempo è proprio la loro manutenzione e conservazione che costituisce una sfida fra le esigenze delle piante e quelle dei cittadini che spesso dimenticano, fra foglie cadute e radici sporgenti, il ruolo essenziale degli alberi.

Ne parliamo giovedì 31 marzo alle 21,00 con Pietro Maroè, giovane arbonauta che ha deciso di studiare, misurare e soprattutto curare gli alberi.

A breve il link per il collegamento in video conferenza

Per gli alberi il tempo è un concetto relativo. Praticamente non muoiono se non per cause esterne e, anche in quel caso, sono talmente ben organizzati che non muoiono con facilità. Il tempo passa in secondo piano.

L’albero, semplicemente, aspetta.

Aspetta il momento giusto per germinare, per fare le foglie, per fiorire. Poi aspetta il momento giusto per fare i frutti e lasciarli cadere, così come per le foglie, come se anche quella che è la sua principale fonte di sostentamento fosse comunque qualcosa di effimero.

Forse anche noi dovremmo prendere esempio da questi custodi dell’azzurro del cielo.

anticipazione da “L’azzurro infinito degli alberi” di Pietro Maroè

#occhiapertielezioni: incontri e confronti

Le elezioni, scrive Amartya Sen, possono essere drammaticamente inadeguate a rendere la complessità della democrazia. Sono però lo strumento più utilizzato nei sistemi democratici per la scelta della rappresentanza e dunque costituiscono un elemento importante cui far riferimento, perché chi si candida a governare deve fare ai suoi elettori proposte utili ad ottenere consenso.

Per questa ragione Bene Comune Cernusco in vista delle prossime elezioni comunali ha intrapreso una serie di colloqui-confronti con le componenti politiche in campo per le amministrative centrati sulle problematiche ambientali.

Alcuni incontri sono già stati realizzati, altri sono in programma nei prossimi giorni. Cercheremo di avere un quadro completo su ambiente, territorio e società e, appena possibile, vi aggiorneremo.

Intanto potete seguirci sulla pagina Fb Cernusco: territorio, ambiente e società

Undicesimo: non provocare – Verdi visioni o verdi provocazioni?

CLIMA E URBANIZZAZIONE NELLA CITTA’ DEL FUTURO è il tema guida in cui si articolano due approfondimenti organizzati dalla commissione biblioteca del comune di Cernusco in collaborazione con LAND, un prestigioso studio di architettura del paesaggio. Il primo si è svolto giovedì 24 febbraio ed aveva come tema “La transizione verde di Milano nella decade della sostenibilità: dai giochi olimpici invernali del 2026 ai grandi progetti di rigenerazione urbana”.

Al breve saluto dell’Assessore Luciana Gomez è seguita una lunga introduzione a cura di Carla Daturi, vice presidente della Commissione Biblioteca, che ha raccontato la storia di LAND, descrivendone i principi e valori a cui si ispira, il ruolo e il contributo del suo fondatore Andrea Kipar, con nutrito corredo di citazioni agiografiche. La parola è poi passata a Francesca Villa, Project Manager dello studio, che ha illustrato nuovamente e largamente i principi alla base del loro approccio, per poi fare una carrellata di progetti realizzati o in via di realizzazione nella Città Metropolitana di Milano (fra questi Porta Nuova e Bicocca a Milano).

Non serve riportare qui quanto esposto durante l’incontro: per averne un’idea potete semplicemente consultare il loro sito web, perché di comunicazione istituzionale si è fondamentalmente trattato*. 

Di fatto abbiamo assistito a uno spot promozionale di più di un’ora, ove le relazioni fra il clima e l’urbanizzazione non sono state analizzate e la transizione verde dai giochi olimpici invernali del 2026 ai grandi progetti di rigenerazione urbana è declinata come verniciatura di verde ai grandi progetti immobiliari realizzati ed in fase di realizzazione a Milano.

Non c’era un moderatore terzo e neutrale che potesse portare all’attenzione anche eventuali criticità, non c’era un tecnico che potesse esprimere valutazioni oggettive sui progetti o proporre modelli alternativi, nessun intervento di stimolo al dibattito da parte di esponenti della nostra amministrazione. 

Un incontro monorelatore, un palcoscenico allestito dall’amministrazione per un privato che ha potuto parlare per più di un’ora senza alcuna possibilità di contraddittorio su un tema oggettivamente delicatissimo, in cui interesse pubblico e privato sono il più delle volte in netto contrasto. 

Tant’è che alla domanda: “Lo studio LAND ha firmato anche la parte paesaggistica del progetto dell’ampliamento del centro commerciale Carosello, che di sostenibile a nostro parere ha ben poco: su questo che cosa ci può dire?” la risposta è stata: “Non rispondo perché ritengo la sua domanda una provocazione”. E qui, possiamo dire, il re è rimasto se non nudo in mutande… 

Perché, al contrario, la provocazione nei confronti della comunità di Cernusco è stata chiamare a raccontare la rigenerazione urbana chi ha collaborato al progetto di espansione del centro commerciale Carosello che, ricordiamo, sarebbe stato realizzato a spese del parco degli Aironi e che è stato accantonato proprio grazie alla tenace opposizione di cittadini ed associazioni che hanno messo in luce l’insostenibilità dell’intervento.

il progetto del carosello con il tetto verde e la pista ciclabile sopraelevata
da RELAZIONE DESCRITTIVA GENERALE – AdP Carosello – Eurocommercial Properties

E’ evidente che incontri così strutturati non possono portare valore aggiunto alla riflessione pubblica sui temi della tutela del territorio e dello sviluppo sostenibile di Cernusco sul Naviglio.

Lo studio LAND fa il suo lavoro, risponde alla committenza, ma l’amministrazione pubblica deve tutelare gli interessi generali, non quelli privati. 

In un’epoca di mistificazione in cui perfino i menù di McDonald sono presentati senza remore come bilanciati o in cui le oil company si proclamano paladine della transizione ecologica, è necessario prestare estrema attenzione a contenuti e messaggi che ci vengono proposti ed è un segnale grave se un’amministrazione pubblica non coglie tali contraddizioni o, peggio, se ne fa partecipe, lasciando così spazio agli interrogativi sul perché lo abbia fatto. 

Il prossimo incontro sarà  giovedì 3 marzo (Città di piccole dimensioni dell’area metropolitana: le infrastrutture verdi blu come risposta al cambiamento climatico).

Alla prossima puntata

verdi visioni metropolitane

*la registrazione della sola relazione di F. Villa è disponibile sul canale you tube della biblioteca https://youtu.be/XZj8sC-VCvY

#occhiapertielezionicomunali: approfondimenti sull’ecuosacco

Abbiamo visto nel recente post sul servizio di Igiene Urbana, che i dati presentati dall’Amministrazione subito dopo l’introduzione del sacco rosso non hanno chiarito tutti i dubbi su questo importante servizio cittadino.

Abbiamo perciò voluto conoscere più in dettaglio la materia, utilizzando le informazioni disponibili presso un ente terzo e aperte a tutti: ARPA Lombardia, dove tra l’altro sono da poco comparsi i dati relativi al 2020.
Qui di seguito alcuni aspetti che abbiamo colto e che ci sembrano poco chiari.

Iniziamo con l’analizzare l’andamento della popolazione e delle utenze del nostro comune, dal 2010 al 2020. Il grafico qui sotto mette in evidenza tali andamenti.

Come si vede, sia gli abitanti, sia le utenze sono in costante crescita in questo decennio. Di conseguenza, ci si attende anche una crescita della quantità di rifiuti urbani e, naturalmente, anche della quota di raccolta differenziata (RD). Questi andamenti sono mostrati nella figura seguente.

Contrariamente alle attese, il totale di rifiuti urbani ha un andamento quasi piatto negli anni, attorno a 16 mila tonnellate, mentre la quota parte di rifiuti differenziati, stabile attorno a 10 mila ton fino al 2015, sale per effetto dell’introduzione dell’ecuosacco nel 2016 e 2017, finendo nel 2020 in lieve crescita. L’andamento percentuale è mostrato qui sotto; come si vede, coincide abbastanza con le informazioni ufficiali diffuse dall’Amministrazione.

In realtà, il discorso è più complicato.
Come abbiamo scritto nel precedente post, nel 2016 cambia il metodo di misura della RD, con l’inclusione nel conteggio di alcune nuove categorie di materiali che vengono avviate al recupero. Sempre nel 2016, entra in vigore il sacco rosso nel nostro comune. I dati di ARPA (inviati da ogni singolo comune) iniziano a tener conto del nuovo metodo dal 2017, ma sul sito di ARPA continuano ad essere presenti anche i dati calcolati col metodo precedente, per cui è possibile fare un confronto tra i due, come mostra la figura qui sotto.

La linea arancio mostra l’andamento della raccolta differenziata col metodo pre – 2016. Tra il 2016 ed il 2017 la crescita è legata naturalmente all’introduzione dell’ecuosacco, ma la percentuale arriva al massimo a 80%, addirittura con una diminuzione negli ultimi due anni.

In realtà, si potrebbe obiettare che il metodo attuale ci posiziona sopra al 85% ed è il metodo ufficiale al momento. E’ vero, però allora dovremmo proiettare all’indietro il metodo corrente e vedremmo che negli anni precedenti al 2017 saremmo stati da 5 a 8 punti percentuali sopra alla linea arancio, quindi vicini al 70% di R.D.

In conclusione, il beneficio del sacco rosso si traduce in un incremento di RD di 15 punti percentuali, non dei 20 e più pubblicizzati a suo tempo.

Oltre a questo, ci sono altri due aspetti che meritano attenta considerazione e che se non prontamente affrontati, possono farci sensibilmente regredire.
Il primo punto è relativo al recupero complessivo (di materiali e di energia) che deriva dalla nostra RD. I materiali conferiti ad ogni frazione, non sono “puri”, ma ci sono degli scarti, che di fatto non possono essere riciclati. La parte “energia” invece indica quanto viene ottenuto dall’incenerimento del residuo non differenziabile (ecuosacco più scarti della RD). I dati ARPA mostrano un declino complessivo, soprattutto per la parte “materiali”, che meriterebbe di essere meglio indagato. Una nostra ipotesi è che la qualità della RD non sia ottimale, che alcuni materiali siano erroneamente mischiati ad altri o attribuiti nella frazione sbagliata, in maniera crescente. Il grafico qui sotto mostra questo andamento.

Il secondo punto, ma certamente non meno importante, riguarda il costo del servizio di igiene urbana, che generalmente viene mostrato come “costo per abitante” o costo pro-capite. Ecco il grafico che mostra l’andamento.

Si vede chiaramente come, dopo una discesa anche significativa fino al 2016, successivamente l’andamento sia molto incerto, con un aumento drastico nel 2020, primo anno della pandemia. Non abbiamo dati sufficienti per analizzare questo improvviso aumento del costo pro capite, ma ci aspettiamo dai nostri amministratori (attuali e futuri) qualche spiegazione e soprattutto qualche azione per rimettere sotto controllo i costi del servizio di igiene urbana.
Come già ribadito nel precedente articolo, non sarebbe ora di istituire l’osservatorio sui rifiuti?

Ribadiamo ancora che tutti i dati mostrati provengono dal sito di ARPA, dove possono essere liberamente consultati e confrontati da chiunque a questo indirizzo

#occhiapertielezionicomunali: la raccolta differenziata

Il 5 febbraio di venticinque anni fa entrava in vigore il decreto Ronchi sulla raccolta differenziata che, sulla scia delle direttive europee in materia di rifiuti, sanciva un passaggio culturale importante: dallo smaltimento dei rifiuti si passa al loro recupero e circolarità. Così a partire dal 1997 la raccolta differenziata diventa l’elemento cardine della gestione dei rifiuti che viene progressivamente adottata in tutti i comuni italiani, con formule e modalità via via più articolate.

Anche Cernusco subisce la stessa evoluzione: dopo l’emergenza lombarda del 1995, si passa dalle isole ecologiche ai margini delle strade alla raccolta porta a porta, sino al maggio del 2016 in cui viene introdotto come innovazione della raccolta differenziata l’ecuosacco, un sacco rosa dotato di identificativo numerico in cui conferire i rifiuti indifferenziati. Lo scopo è infatti quello di aumentare le quantità di rifiuti selezionati dai cittadini in modo che nel sacco rosa finisca solo ciò che non si può differenziare. I sacchi rosa sono infatti forniti in numero limitato in funzione dei componenti familiari, anche se la presenza di bambini ed anziani dà diritto ad una piccola quota integrativa di sacchi necessari per lo smaltimento dei pannolini. Chi dunque non ha comportamenti attenti e butta tutto insieme, una volta esauriti i sacchi a disposizione, deve acquistarne altri, inoltre il codice identificativo sul sacco porterebbe a risalire all’utenza in caso di rifiuti non conformi.

Con questa innovazione, secondo quanto dichiara a fine 2016 l’amministrazione comunale, la raccolta differenziata passa dal 65% all’84% e la produzione di rifiuti si riduce del 60,5%.


Questi dati però non ci avevano mai troppo convinto, soprattutto avevamo segnalato la mancanza di misure di compensazione e solidarietà sociale da affiancare all’ecuosacco (dalle raccolte dedicate per pannoloni e pannolini, olio vegetale e la necessità di istituire un osservatorio sui rifiuti) e di meccanismi premiali rispetto ai comportamenti virtuosi.

Nessuno dei nostri suggerimenti proposti è stato adottato, nel frattempo abbiamo tenuto d’occhio i dati sulla raccolta differenziata, almeno per quanto è stato possibile, perché CEM Ambiente (gestore del servizio di igiene urbana) ha messo a disposizione i dati statistici – per tutti i comuni su cui eroga il servizio – per poco tempo e solo in relazione agli impianti ed oggi la pagina dedicata ai dati è vuota.

Ci sono però quelli pubblicati dall’ARPA relativi alla produzione e gestione dei rifiuti in Lombardia da cui è possibile estrapolare per Cernusco alcuni elementi significativi. Che vi proponiamo:

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

La raccolta differenziata dal 2017 non ha fatto ulteriori progressi (è ferma all’85%)

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

mentre la produzione di rifiuti, dopo un calo iniziale, dal 2019 è in netta ripresa. Purtroppo non sono ancora disponibili i dati del 2020, primo anno di pandemia, da cui si potrebbe valutare come abbia influito il covid nella produzione di rifiuti.

C’è inoltre da tener presente un elemento importante: a partire dal 2017 sono state modificate le modalità di calcolo della raccolta differenziata, introducendo nel conteggio anche altre tipologie di rifiuti (ingombranti, spazzamento strade, inerti da demolizione conferiti da utenze domestiche, compostaggio domestico e rifiuti recuperati da parte dei produttori), elementi che aumentano le percentuali di raccolta differenziata, a prescindere dall’ecuosacco.

A sei anni dall’introduzione dell’ecuo sacco è giunto il momento di fare il punto sul servizio di igiene urbana, valutandone i risultati attraverso fonti terze rispetto al gestore ma, come dicevamo, da tempo CEM Ambiente non pubblica più i dati su rifiuti e raccolta differenziata e dunque non è purtroppo possibile fare confronti diretti fra le diverse fonti di dati. Avere dati certi ed attendibili è fondamentale, perché è proprio sulla base di questi indicatori forniti da CEM Ambiente all’amministrazione che si basano le tariffe della tassa sui rifiuti. E sono in gioco milioni di euro.

elaborazione da: dati rifiuti urbani Cernusco -ARPA Lombardia 2016-2019

Secondo i dati dell’ARPA il costo della gestione dei rifiuti a Cernusco è cresciuto, passando da 96,3 euro/abitante*anno del 2016 a 105,3 nel 2019. La nostra domanda è quindi: a fronte di costi maggiori, il servizio è migliorato? Vorremmo avere i vostri pareri.

Ricordiamo inoltre che il contratto di servizio stipulato – per nove anni – con il gestore prevede per l’amministrazione precisi doveri di vigilanza e controllo, oltre che obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini. E dunque vorremmo avere dei riscontri concreti rispetto a tali indicazioni.

Come pure vorremmo capire se tutte quelle misure che dimostrano attenzione nei confronti dei cittadini, dai punti di raccolta nel territorio per quei materiali di uso quotidiano (tazzine rotte, lampadine, olio vegetale, ecc), agli incentivi per gli esercizi commerciali che limitano gli imballi, ospitano aree per i prodotti alla spina, o destinate alla raccolta differenziata selettiva (tipo tappi di sughero, pile, olio vegetale). Per non parlare dell’osservatorio sui rifiuti.

A pochi mesi dalle elezioni comunali, il servizio di igiene urbana è uno dei temi su cui si misureranno le risposte di chi si candida a governare la città.

#occhiapertiurbanistica: la variante elettorale

Il 2021 potrà essere ricordato come l’anno che ha segnato il futuro urbanistico della nostra città: in gennaio era arrivato il parere motivato sulla Valutazione Ambientale Strategica che imponeva una lunga serie di revisioni, correzioni e prescrizioni alla variante parziale del PGT. Una variante molto controversa e contestata, soprattutto per la realizzazione del campo da baseball nel corridoio ecologico del Gaggiolo e del comparto immobiliare di via Cevedale-Bassano.

Le numerose osservazioni arrivate da cittadini ed associazioni compresa la nostra, e persino da partiti appartenenti alla giunta comunale, avevano messo in luce la mancata considerazione dei danni ambientali conseguenti agli interventi previsti, la subordinazione agli interessi immobiliari privati ed una pianificazione degli impianti sportivi pubblici slegata da quella complessiva.

Solo in dicembre, il 15 in commissione territorio e poi il 21 con la discussione in consiglio comunale, emerge il risultato della revisione e si assiste ad un inaudito scambio di veleni fra i tecnici responsabili della variante e della VAS che si accusano reciprocamente di inadeguatezza ed inadempienza.

Ma è proprio il consiglio comunale a costituire finalmente un elemento di trasparenza perché diventano palesi il supponente decisionismo dell’amministrazione che ha voluto una variante del PGT, falsamente definita parziale, quando in realtà modifica elementi e criteri strutturali dell’impianto del PGT, la domanda di partecipazione da parte dei cittadini sistematicamente elusa nel corso di un procedimento in cui è stato persino necessario ricorrere ad un esposto per fare rispettare i dovuti termini di messa a disposizione dei documenti presentati in piena pandemia.

Infine, ma non ultimi, si sono palesati gli interessi economici sottesi ai campi di via Cevedale-Bassano: un lembo di verde agricolo ai margini del tessuto urbano ed affacciato sul parco delle cave, su cui grava però una previsione di edificabilità di quasi 15.000 mq di slp, rimasta inattuata da decenni, distribuiti su diverse palazzine. La giunta era intervenuta lo scorso 10 novembre e, nel valutare “gli effetti di previsioni di PGT non più rispondenti alla diffusa sensibilità ambientale”, aveva recepito la disponibilità espressa dagli immobiliaristi a ridurre del 15% la slp portandola sino al 25% e dichiarando tale riduzione di superfice immobiliare edificabile di interesse pubblico.

Dunque l’amministrazione riconosce l’importanza dei campi e la necessità di porre un argine al consumo del suolo, ma poi come atto conseguente si limita a ridurre la superficie edificabile e a valutare la potenziale incidenza dell’intervento sui servizi ecosistemici. Inoltre si pensa di sanare il danno irreversibile per tutta la comunità costituito dalla perdita dei campi di via Cevedale, perché il suolo è una risorsa non riproducibile, attraverso una compensazione con altre aree che andrebbero ad ampliare gli ambiti di proprietà pubblica del Parco Est delle Cave ed il cannocchiale paesaggistico di Villa Lari. Ma tali aree sono già superfici libere e dunque non aggiungerebbero nulla al computo delle aree verdi.

Analogamente per il campo di baseball da realizzare nel campo del Gaggiolo, nonostante ne sia stata rilevata la sensibilità paesistica ed ambientale, la perdita del corridoio ecologico verrebbe compensato allo stesso modo, perché l’ampliamento dell’offerta di spazi sportivi è considerato preminente rispetto alle esigenze di tutela ambientale.

Nel corso della discussione in consiglio comunale diversi consiglieri hanno esposto puntuali obiezioni e critiche ai progetti ma, al momento del voto, la variante è stata adottata con due soli voti contrari, gli altri si sono astenuti o hanno lasciato l’aula.

Dopo la discussione delle osservazioni ci sarà un altro passaggio in consiglio comunale per la sua approvazione definitiva. I tempi sono ridotti perché incombono le elezioni amministrative, in ogni caso la variante parziale ed il PGT saranno l’oggetto principale di discussione della prossima campagna elettorale.

È qui che chiediamo un confronto con le forze politiche che si candidano nei prossimi mesi a governare la città. Pensiamo sia necessario far conoscere a tutti i cittadini quali sono le posizioni di ciascuna, in particolare sulle scelte urbanistiche, il tipo di progetto di città che propongono per noi e per i nostri figli.

Bene Comune Cernusco avvierà un occasioni di dibattito pubblico, consapevoli che se “le promesse dei politici valgono solo per chi le ascolta”, possono però essere elementi utili nella scelta di un candidato/a rispetto ad un altro/a.

Si riaffaccia il nucleare?

L’inizio di ogni nuovo anno, solitamente, è pieno di attese e di speranza e tutti ci auguriamo che l’anno appena iniziato sia migliore del precedente.

La realtà, invece, è spesso diversa e non ci mette molto a spegnere l’ottimismo che ci pervade e ci induce a credere che si possa solo migliorare.
Questo inizio di 2022 è uno di questi casi: è datato proprio 1° Gennaio 2022 il Comunicato stampa della Commissione Europea (presieduta da Ursula Von Der Leyen) in cui si informa che la Commissione stessa ha iniziato le consultazioni con gli esperti degli Stati Membri per inserire l’uso di gas naturale e del nucleare tra le fonti di energia rinnovabili.

In sostanza, la Commissione Europea ha redatto un documento, chiamato Taxonomy Complementary Delegated Act, in cui elenca una serie di sorgenti energetiche che potranno godere dei finanziamenti privati e pubblici previsti dal piano di riconversione alla neutralità climatica, cioè alle emissioni zero-carbonio nei prossimi 30 anni. Tra queste sorgenti energetiche, la Commissione propone di inserire, sotto “chiare e stringenti condizioni”, anche il gas naturale (proveniente da sorgenti rinnovabili) e l’energia nucleare (purché gli Stati assicurino che la stessa non provochi “danni significativi all’ambiente” includendovi anche il trattamento delle scorie radioattive).

Il gruppo di esperti degli Stati Membri ha tempo fino al 12 gennaio per fornire il proprio contributo, poi la Commissione emetterà il documento finale entro il mese di gennaio, inviandolo al Consiglio Europeo (l’assemblea dei Capi di Governo dei Paesi Membri) ed al Parlamento Europeo, per essere approvato definitivamente.

Al momento, alcuni Paesi si sono già apertamente dichiarati contrari alla risoluzione (la Germania in testa, seguita da Austria, Danimarca, Portogallo e Lussemburgo), mentre altri si sono già espressi a favore (Francia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca). La maggioranza dei Paesi membri della UE, tra cui l’Italia, non si è espressa apertamente, almeno per ora.

Il nuovo governo tedesco, composto da Socialdemocratici, Verdi e Liberali, non ha fatto sconti nell’affermare la sua contrarietà a questo grande esempio di “greenwashing europeo“: Steffi Lemke, neo Ministro dell’Ambiente (Verdi), ha affermato che “è assolutamente sbagliato includere l’energia nucleare tra le attività economiche sostenibili, perché può portare a enormi disastri ambientali, lasciandosi dietro una grande quantità di pericolose scorie radioattive; per questo non può essere considerata sostenibile“.

Tra l’altro, proprio il 31 dicembre dell’anno appena concluso, il governo tedesco ha confermato lo spegnimento di altre tre centrali nucleari, riducendo il numero di quelle ancora attive a tre, che cesseranno definitivamente la loro attività entro il 2022, proseguendo nel piano di uscita dal nucleare iniziato nel 2011 dal governo di Angela Merkel.

La stessa ministra Lemke ha però dovuto ammettere che sarà impossibile trovare una maggioranza di Stati contrari alla risoluzione, quindi la Germania preannuncia la sua astensione al piano.

I governanti italiani non hanno le idee altrettanto chiare. Non sono bastati i due referendum del 1987 e del 2011 a far capire chiaramente che il popolo italiano non vuole il nucleare. L’attuale ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, si è più volte dichiarato favorevole ad una ripresa del “nucleare pulito” (un ossimoro dove l’aggettivo ‘pulito’ sta proprio a confermare che il nucleare è, di per sé, ‘sporco’), mentre alcuni partiti populisti vagheggiano referendum propositivi a favore del ritorno al nucleare, probabilmente senza comprenderne appieno le implicazioni ed i rischi per l’ambiente.

Bene Comune Cernusco ribadisce la propria contrarietà ad ogni rivalutazione del nucleare, tanto più in chiave “green”, per gli enormi rischi che questa tecnologia, anche se rinnovata, continua a portare con sè.

Ricordiamo poi che questo comitato per l’ambiente è nato proprio dopo aver animato la campagna referendaria del 2011 per l’acqua pubblica e per l’uscita dal nucleare: sappiamo perciò come si vincono queste battaglie e siamo pronti a ricominciare, se ce ne fosse bisogno.

#cheariatira: il ‘botto’ finale

Siamo alla fine del 2021 e questa volta l’allarme lo lanciamo in anticipo: i botti di fine anno, oltre a spaventare in maniera innaturale i nostri amici animali, inquinano. In particolare, fanno impennare i livelli di polveri sottili nell’atmosfera, che, grazie anche alle sfavorevoli condizioni meteo di questi giorni, rimane irrespirabile e pericolosa per ore.

Pubblichiamo qui sotto il grafico che mostra i valori registrati prima e dopo la mezzanotte del 31 dicembre, che mostrano l’andamento della media oraria di PM2.5 e PM10, misurata in tempo reale dal nostro strumento a Cernusco sul Naviglio.

Il nostro strumento di misura di Polveri Sottili PMS5003

Purtroppo sul sito del comune non c’è traccia di eventuali ordinanze che vietino botti e petardi allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre: peccato, un’occasione persa dalla nostra Amministrazione per “pre-occuparsi” della qualità dell’aria che respiriamo. Molti altri comuni l’hanno fatto, in primis il comune di Milano che, nella pagina delle notizie, scrive:

Questo provvedimento, normato dal ‘Regolamento dell’aria‘ approvato dal Consiglio comunale, non vuole essere un banale divieto ai botti, ma vuole sensibilizzare la cittadinanza sui temi della sicurezza e della tutela della salute delle persone, degli animali e dell’ambiente“.
Così l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi, che prosegue:
L’esplosione di fuochi d’artificio e botti è particolarmente dannoso e rilascia diverse sostanze nocive in quantità massicce come potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo e piombo. Oltre al meteo e alle misure antismog strutturali o temporanee, anche i comportamenti individuali concorrono al miglioramento della qualità dell’aria cittadina

Evidentemente l’Amministrazione di Cernusco non ha sufficientemente a cuore la salute dei suoi cittadini, oppure le dichiarazioni di “interesse pubblico” si utilizzano solo quando “interessa davvero”.

#occhiapertiurbanistica: i campi di via Cevedale-Bassano

i campi di via Cevedale

Un silenzio assordante è seguito alla dichiarazione di interesse pubblico lo scorso 10 novembre per la riduzione di superfice immobiliare edificabile nell’area di via Cevedale-via Bassano, uno degli interventi più importanti e, nello stesso tempo contestati, della variante parziale del PGT.

Variante di cui si erano perse le tracce dopo il parere favorevole condizionato al recepimento delle osservazioni dello scorso 19 gennaio che, come prescritto dalla procedura di Valutazione Ambientale strategica iniziata nel luglio 2019, dovrebbe essere discussa in consiglio comunale.

Sinora non ci sono stati passaggi o evidenze pubbliche delle variazioni prescritte e dunque questo provvedimento della giunta che, di fatto, avalla l’intervento immobiliare proposto dalla variante, arriva senza che siano emersi i dati conoscitivi aggiornati sulle caratteristiche ambientali e quindi sugli impatti che si produrranno.

Il provvedimento riconosce implicitamente la grande importanza dei campi di via Cevedale su cui verranno costruiti palazzine per 11.098 mq, così importanti da poter reclamare nei confronti degli operatori immobiliari un indennizzo per la loro perdita costituito da una riduzione del 25% delle superfici previste ed una cessione in compensazione di circa 70.000 mq.

Dunque, i campi di via Cevedale-Bassano sono aree pregiate, ma molto di più valgono le palazzine che ci verranno costruite, anche perché l’onerosa cessione di aree e la riduzione dei mq verrà fatta ricadere sul prezzo delle abitazioni, su cui andrà ad incidere anche la cancellazione prevista dalla variante della quota di edilizia convenzionata spostata nel comparto di via Brescia meno appetibile dal punto di vista immobiliare: il risultato è quindi un comparto di sola edilizia residenziale, affacciato sul parco Est delle Cave e circondato da verde agricolo, case che potrà permettersi solo chi ha un reddito elevato.

prospetti degli edifici previsti su via Cevedale

Degli effetti perversi sulla trasformazione del tessuto sociale e soprattutto della perdita di aree verdi che nessuna compensazione potrà mai risarcire, nessuna traccia. Anzi nella delibera si parla di miglior risultato possibile in termini ambientali ed urbanistici, con riduzione di consumo di suolo e sfruttamento volumetrico, compatibilmente con un generale principio di affidamento degli atti e sostenibilità tecnico-giuridica.

Non abbiamo capito quale sia il generale principio di affidamento degli atti, mentre sulla sostenibilità tecnico-giuridica del provvedimento riteniamo che l’interesse pubblico venga tutelato preservando i beni comuni, evitando il consumo di suolo e non avallando ulteriori interventi immobiliari.

I campi di via Cevedale-Bassano rientrano in un comparto destinato a trasformazione immobiliare, rimasto sinora inattuato, ereditato senza modifiche nel PGT del 2011 dalle precedenti pianificazioni urbanistiche, ma costituiscono l’ultimo lembo di verde rimasto prima del tessuto urbano, contiguo alle aree del parco Est delle Cave.

sulla destra i campi di via Cevedale, perimetrati in rosso, interessati dal progetto immobiliare

Negli ultimi anni la cultura ambientale è cambiata e cresciuta, portando elementi di maggiore consapevolezza rispetto alle conseguenze ed ai costi esterni delle realizzazioni immobiliari (dal consumo di suolo, alla qualità dell’aria, agli impatti del carico antropico correlati alla maggiore domanda di servizi, infrastrutture), nel contempo la nostra città si è ingrandita occupando gran parte delle poche aree rimaste libere. E dunque la variante parziale era l’occasione per fare il punto e rivedere un’espansione immobiliare che sacrifica aree verdi preziose.

Certo ci vuole un’amministrazione coraggiosa, disposta a far prevalere l’interesse generale della comunità rispetto all’interesse economico di pochi, disposta a sostenere un eventuale contenzioso con i proprietari dell’area in nome del bene comune. Ci sono ormai numerosi esempi a questo riguardo, anche molto vicini a noi (vedi vicenda del parco agricolo di Segrate).

A Cernusco è giunto il momento di rivedere le scelte urbanistiche sbagliate fatte in passato perché le conseguenze non vengano pagate dalle generazioni future. Apprendiamo invece con preoccupazione di una città che arriverà a 40.000 abitanti, 5.000 più degli attuali ed 8.000 in più di quelli previsti dal PGT.

Come dice Saramago “Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.

Non possiamo restare ciechi o, peggio, far finta di non vedere che Cernusco diventerà un ammasso di mattoni, sia pur attraversato dal Naviglio, dagli arredi urbani sciccosi, densificato urbanisticamente, gentrificato e con il verde residuale dei giardini pubblici.

Prima o poi la variante parziale arriverà in consiglio comunale per l’approvazione e ci sarà il confronto pubblico fra chi intende preservare i beni comuni e chi difende gli interessi immobiliari.

*** per saperne di più su cosa prevede la variante parziale del PGT su via Cevedale consultate la nostra pillola di urbanistica dedicata.

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