Categoria: cattiva politica (Pagina 4 di 8)

Le rogge di Cernusco: terra di nessuno

rogge
Il 18 aprile le chiare e dolci acque son tornate nel naviglio della Martesana e pure nelle rogge derivate, ma se nel Naviglio tutta la città si specchia e lo considera il suo biglietto da visita, le rogge sono diventate terra di nessuno. Dipendono dal Consorzio di
Bonifica Est Ticino Villoresi, ma non è ben chiaro chi dovrebbe occuparsi della loro manutenzione: i roggai, si occupano delle chiuse con cui viene gestito il flusso delle acqua mentre i frontisti, vale a dire i proprietari dei terreni che si affacciano sulle rogge dovrebbero tenere in ordine sponde ed alveo. In realtà con progressivo venir meno dell’uso dell’acqua delle rogge per irrigare le coltivazioni poiché i campi sono diventati ormai quasi tutti aree edificate, le rogge non servono più a nessuno e sono lasciate in stato di abbandono: la vegetazione sulle sponde non viene più tagliata, la tenuta dell’alveo non è più controllata, la pulizia nei periodi di secca non viene più effettuata.

La roggia Renata, che scorre dalla Martesana da Nord a Sud, parallela a via Melghera sino alla statale 11 si presentava così a quattro giorni dalla riapertura: la griglia di protezione del tratto intubato è completamente ostruita dai rifiuti che impediscono il deflusso dell’acqua il cui livello è risalito sin quasi ai margini delle sponde.

Il rischio esondazione sulla strada e negli edifici vicini era già stato sfiorato un anno e mezzo fa in occasione dei nubifragio del settembre e novembre 2014 per le stesse ragioni, in questi giorni non si può neppure dar la colpa al maltempo, ma solo all’incuria.

La roggia Renata ieri non è esondata ma, a causa del cattivo stato di conservazione delle sponde, si sono verificate infiltrazioni d’acqua nei garage delle case limitrofe. Inoltre un altro problema è oggi costituito da chi dovrebbe occuparsi della rimozione dei detriti: il passaggio dei servizi dalla Cernusco Verde al CEM Ambiente, ha reso il pronto intervento in queste situazioni più complicato: di fatto ieri non c’era nessuna squadra disponibile del CEM e così è dovuto intervenire il consorzio mandando il roggiaio a chiudere l’acqua.

La roggia Renata scorre parallela anche alla pista ciclabile di proprietà del comune che, come frontista, avrebbe obblighi di manutenzione di sponde ed alveo, come pure di controllo della griglia e manuenzione del verde.

La situazione della roggia Renata non è un caso isolato, segnalateci altri episodi e situazioni di incuria e scarsa manutenzione delle rogge di Cernusco, li raccoglieremo e cercheremo di portarli all’attenzione.

LETTERA APERTA AI SINDACI ADERENTI AL PLIS EST DELLE CAVE

Cari Sindaci

di Brugherio, Carugate, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese, Vimodrone

Vi scriviamo perché il PLIS Est delle Cave a quasi sette anni dalla sua istituzione è di fatto ancora fermo. Nelle prossime settimane dovrebbe concludersi l’iter di approvazione della nuova convenzione da parte dei comuni aderenti, cui dovrà poi seguire la nomina dei suoi organismi di funzionamento.

Si tratta di passaggi attesi da molti anni e che speriamo possano dare finalmente avvio alla sua attività, consapevoli dei limiti di tutela propri della convenzione che non amplia il regime dei vincoli ad un livello superiore rispetto a quello dei Piani di Governo del Territorio dei singoli Comuni e quindi sempre modificabili.

Vi invitiamo pertanto ad attuarne prima possibile i passaggi formali previsti che riguardano la nomina degli organismi (comitato di gestione, direttore, comitato tecnico) in modo che ne venga garantita almeno la gestione.

La percentuale di territorio comunale interessata dal PLIS è in media di circa il 18% con punte che arrivano sino al 27%: si tratta di valori importanti che meriterebbero un adeguato impegno in termini di risorse ed attenzione.

Per questo vi chiediamo che ciascun comune destini al PLIS una percentuale significativa e definita del suo bilancio, in modo che l’impegno di ciascun comune non rimanga declinato solo a parole, ma si possa misurare in termini concreti e ci sia un valore di riferimento da usare fra i diversi comuni e come confronto in anni successivi.

A nostro avviso i primi investimenti dovranno riguardare la mappatura del parco in modo da rendere omogenei gli strumenti urbanistici presenti, oltre che individuare le aree private e quelle pubbliche rispetto alle quali deve essere prevalente l’interesse comune.

Il PLIS Est delle cave era stato istituito per inserire degli strumenti di tutela paesistico-ambientale su ambiti caratterizzati da attività di escavazione. A questo scopo si deve ritornare, ponendo un limite definito al consumo di suolo sulle aree di PLIS e ripristinando le aree degradate poiché non può essere che gli unici progetti in programma siano quelli che verranno realizzati dai cavatori in virtù delle prescrizioni normative.

Un parco è efficace se alle funzioni di tutela e conservazione si aggiunge la componente identitaria delle comunità che vivono sul suo territorio. E’ importante quindi che si riconosca a chi vive nei comuni del parco capacità d’incidenza rispetto alle attività di programmazione e soprattutto funzioni di controllo.

A questo riguardo però il Forum Consultivo di partecipazione, unico organismo previsto dalla convenzione aperto alla cittadinanza, è privo di poteri, potendo esprimere solo pareri non vincolanti. Sarebbe, al contrario, l’ambito ideale per forme innovative di partecipazione, attraverso la sperimentazione di processi deliberativi su temi specifici. Non ultima la redazione dei regolamenti degli organismi del parco.

Altro tema è legato alla trasparenza: le sedute degli organismi non sono pubbliche, né sono disponibili i verbali delle sedute del Forum. Vi chiediamo quindi un passo significativo verso l’open data.

Nel ribardirVi la nostra volontà di collaborazione, restiamo in attesa di un Vs. riscontro e Vi salutiamo cordialmente

1 marzo 2016

ACEA ONLUS – ASSOCIAZIONE CONSUMI ETICI E ALTERNATIVI BENI COMUNI E STILI DI VITA AMICI DEL PARCO MEDIO LAMBRO
COMITATO BENE COMUNE CERNUSCO
FORUM AMBIENTE AREA METROPOLITANA PARCO EST DELLE CAVE
LEGAMBIENTE ADDA MARTESANA
WWF STL MARTESANA ONLUS

L’acqua della casa dell’acqua perde trasparenza

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Queste sono le analisi sulla qualità dell’acqua della Casa dell’acqua di via Buonarroti disponibili oggi sul portale di Cap Holding, gestore del servizio idrico, nella sezione destinata proprio alla qualità dell’acqua.

Tale sezione era stata realizzata proprio per rispondere ad uno degli impegni assunti da Cap Holding con la sottoscrizione della Carta d’intenti per la qualità dell’acqua, il protocollo che impegna gestore e comuni ad una informazione puntale e periodica sulla qualità dell’acqua erogata dalla rete idrica.

Come vedete sono riportate solo le analisi microbiologiche, mentre la scheda inviataci Amiacque nel 2014 in occasione dell’inaugurazione della Casa dell’acqua riporta l’analisi completa, sia quella microbiologica che quella chimica con tutti i parametri, Cromo totale compreso.

La Carta d’intenti per la qualità dell’acqua doveva servire a garanzia di maggiore informazione per i cittadini. Abbiamo segnalato in numerose occasione al gestore e all’amministrazione (Cernusco fa da comune pilota al progetto) che la Carta è stata disattesa, anche per quanto riguarda l’informazione sull’acqua emunta dai pozzi di Cernusco. Abbiamo anche sollecitato un incontro con il sindaco e l’assessore all’ecologia, richieste rimaste inevase. La mancanza di trasparenza non è mai una buona presentazione, neppure per chi la copre.

Carosello: un anno dopo

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consiglio comunale Cernusco – 28.07.2014

“Due piccoli comuni della provincia di Milano impediscono l’espansione di uno dei più importanti centri commerciali italiani”.

Proviamo ad immaginare cosa sarebbe accaduto lo scorso anno se invece di approvare l’atto d’indirizzo che avvia la procedura per l’ampliamento del centro commerciale Carosello, i due consigli comunali di Carugate e Cernusco sul Naviglio avessero bocciato la proposta dell’Eurocommercial. Sarebbe stata una notizia da prima pagina nazionale, porre limiti ad un centro commerciale – uno dei più grandi del centro-Nord – che vuole allargarsi a spese di un pezzo di parco pubblico avrebbe destato scalpore, perché è un evento piuttosto raro. Nella maggior parte dei casi accade il contrario: le amministrazioni, anzi i politici che le amministrano, preferiscono i benefici contingenti che arrivano da queste decisioni al difficile cammino di chi sceglie di percorrere le strade non battute dell’alternativa al modello corrente.

Secondo un copione abbastanza prevedibile, dunque, Cernusco e Carugate si sono adeguate, le poche voci dei cittadini ed associazioni ambientaliste contrari sono state coperte dalla soddisfazione di politici, imprenditori e corifei vari per le dichiarate e non dimostrate ricadute occupazionali ed economiche.

Vale la pena ripercorrere i passaggi significativi che hanno segnato la vicenda dal 28 luglio 2014:

  • in settembre viene presentata dalla commissione territorio a Cernusco la proposta di perimetrazione del PLIS Est delle cave che chirurgicamente esclude dal vincolo ambientale le aree oggetto di ampliamento;
  • il 3 ottobre l’assessore al territorio Giordano Marchetti ed il sindaco Eugenio Comincini di Cernusco presentano il progetto in un incontro pubblico a Cernusco dove il contraddittorio con i cittadini si limita a repliche di tre minuti, un po’ poco rispetto al percorso partecipato promesso;
  • il 20 novembre la sentenza (resa però nota nel gennaio 2015) con cui il TAR accoglie il ricorso della società Eurocommercial che contesta il vincolo agricolo introdotto dalla provincia di Milano in uno dei suoi ultimi atti prima della sua abolizione;
  • il 16 dicembre, solo grazie ad un’audizione presso la IV commissione regionale sollecitata dal Forum Ambiente Area Metropolitana, viene illustrato il progetto di ampliamento, che non era stato allegato alle delibere consiliari (votare in consiglio comunale un progetto così importante senza conoscerne i dettagli può accadere solo per dabbenaggine o calcolo, scegliete voi il male minore);
  • il 22 dicembre la IV Commissione consiliare della Regione Lombardia approva una mozione in cui si chiede di non dare seguito all’ampliamento;
  • la Eurocommercial deposita a Carugate e poi a Cernusco (il 23 dicembre) la documentazione progettuale;
  • il 25 febbraio in un incontro a Carugate il sindaco di Carugate Umberto Gravina, insieme al rappresentate dell’Eurocommercial Fabrizio De Rin ed al progettista Leonardo Cavalli illustrano al pubblico il progetto di ampliamento del centro commerciale attraverso un videoclip con le soluzioni proposte;
  • il 19 maggio in nel convegno organizzato dal nostro comitato dedicato al suolo, il sindaco Comincini sollecitato sul Carosello, indica nello scambio compensativo fra le aree di ampliamento del centro commerciale ed i terreni lungo l’asse della Martesana – ora privati ma destinati a far parte del costituendo PLIS della Martesana – l’interesse dell’amministrazione.
  • in giugno l’esecutivo della Città Metropolitana ignora le numerose sollecitazioni a ricorrere al consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sulle aree agricole.

Questa vicenda è emblematica e contiene in sé numerose questioni che riguardano le comunità, il loro territorio, le decisioni ed il modo con cui si prendono le decisioni e quindi la rappresentanza, i beni comuni la loro gestione e conservazione.

Cominciamo dai preliminari che poi sono essenziali: un parco per una comunità ha un valore legato all’uso ed all’esperienza delle persone che lo frequentano, ma anche di quelle che non lo utilizzano e pure delle generazioni future. La preoccupazione nei confronti di un bene comune dovrebbe essere legata soprattutto alla sua conservazione per le generazioni future. Ed il fatto che un bene comune quale il Parco degli Aironi sia stato mercificato, trasformando il suo valore d’uso e d’esperienza in valore di scambio, è un passaggio di grave responsabilità perché preclude alle generazioni future l’uso di tale bene .

Per realizzare l’ampliamento è necessaria la modifica da parte dei comuni di Cernusco e Carugate degli strumenti urbanistici vigenti, dal momento che le aree oggetto di ampliamento sono soggette a vincoli ambientali che la Conferenza dei Servizi andrebbe a modificare. Anche in questo caso gli elementi di conservazione previsti dal Piano di Governo del Territorio a tutela degli interessi collettivi vengono cancellati a favore di un interesse privato.

Inoltre la compensazione ambientale volta ad acquisire la proprietà di aree lungo il Naviglio in modo da garantire continuità al parco della Martesana è un elemento di grande opacità per le plusvalenze che genera la cessione/acquisizione fra privati delle aree coinvolte, aggravata dalla discrezionalità con cui l’amministrazione individua queste ultime. A ciò si aggiunge il fatto che il proprietario dei terreni oggetto di compensazione ambientale è anche presidente del consorzio proprietario dei terreni ceduti all’amministrazione sui quali verrà costruito il nuovo polo scolastico. Caso perfetto di conflitto/convergenza d’interessi.

In ogni caso da questa scelta emerge con nettezza la visione che si disegna per il futuro della città: un centro commerciale enorme che funge da richiamo per milioni di visitatori che vi arrivano in auto ed attratti, più che dalle proposte commerciali, dalla possibilità di trascorrervi il tempo. Il fattore tempo è essenziale in questo progetto: i clienti del centro commerciale non comprano (solo) merci, ma pagano il tempo libero che trascorrono lì grazie ai servizi offerti legati al piacere (loisir). E fondamentali a questo scopo sono appunto il cinema, i ristoranti, la vetrata ed il tetto verde panoramici sul lago previsti dall’ampliamento.

Quale progetto di città sta dietro questo modello? A fine anno Cernusco dovrà rivedere il suo Piano di Governo del Territorio, le regole che definiscono lo sviluppo della città. Pensiamoci bene prima di essere trasformati da cittadini in clienti.

#Caroselloleaks: come (rin)negare il PGT

… “L’obiettivo strategico è stato quello di evitare la saldatura edificata tra il territorio di Cernusco sul naviglio e quello degli altri comuni. In questo modo abbiamo creato una sorta di corona costituita dal Plis, a ovest e a nord, e dalle aree agricole che vanno verso Bussero così da bloccare una ipotetica futura espansione edificatoria” … (Giordano Marchetti, assessore al Territorio, Fuori dal comune, giugno 2015)

Peccato che proprio la corona del Plis delle Cave presenti ben due ferite, le aree destinate all’ampliamento del centro commerciale Carosello. E si fa cattiva informazione non ricordando che a Nord di Cernusco la struttura commerciale e tutta la viabilità commessa  costituiscono un vulnus rispetto al principio guida del PGT di lasciare corridoi ecologi di salvaguardia.

Il centro commerciale Carosello è – e diventerà ancora di più con l’ampliamento che comporta anche la cessione di un pezzo del parco degli Aironi – un elemento di risucchio teso a cancellare le già esili barriere presenti.

Case dell’acqua: costi ed occasione mancata

dkr_expo2 La DKR è la società che si è aggiudicata l’appalto per la fornitura di 32 Case dell’acqua per l’Expo 2015 al prezzo di 26.000 euro ciascuna (852.145,50:32=26629,54 euro).
Si tratta di chioschetti da cui i visitatori Expo possono rifornirsi gratuitamente di acqua refrigerata naturale e gassata. Analoghe installazioni si trovano ormai in molti comuni della provincia di Milano (anche a Cernusco), con design meno avveniristico, ma di analoga tecnologia il cui prezzo era di 20.980 euro (appalto 2011).

Il design Expo-dedicato ha quindi significato un incremento di circa 5000 euro per ciascuna struttura. Inoltre occorre aggiungere altri 200.000 euro spesi da CAP Holging per il supporto allo sviluppo del progetto sul piano tecnico, della comunicazione e della certificazione di sicurezza del settore alimentare, oltre che i costi della manutenzione del servizio per i sei mesi della manifestazione. Quindi sulle nostre bollette dell’acqua di utenti di CAP Holding peseranno anche tutti questi costi legati all’Expo.

Diciotto delle trentadue Case dell’Acqua dell’Expo 2015 verranno ricollocate in altrettanti comuni della provincia di Milano che hanno partecipato ad un concorso di idee di CAP Holding. Delle restanti 14 non se ne conosce al momento la sorte futura, una volta terminata l’Expo.

Ma un aspetto del tutto trascurato è l’occasione mancata di utilizzare le Case dell’Acqua come palestra di sperimentazione per pratiche di partecipazione cittadina. Alcune scelte possono essere anche onerose per la collettività – e le case dell’acqua, come abbiamo visto, lo sono – se fungono da canale di sviluppo della coscienza civica e crescita del senso di comunità.

Spiace rilevare come il comune di Cernusco abbia perso ancora una volta l’occasione per coinvolgere i suoi cittadini in un progetto di partecipazione deliberativa: in fondo sarebbe costato molto poco presentare alla cittadinanza il progetto di idee del riutilizzo della Casa dell’Acqua Expo nel nostro comune ed indire una consultazione su due o tre opzioni per scegliere dove potesse essere collocata.

Veniamo invece a sapere a cose fatte che finirà in piazza Ghezzi, sulla base di quali criteri si sia arrivati a tale soluzione piuttosto che ad un’altra, non lo sappiamo. Sono però già emerse molte osservazioni di cittadini che hanno sottolineato l’utilità di un distributore di acqua in altre zone della città. Non era necessario un referendum, ma sarebbe stato importante ed utile sperimentare pratiche partecipative per il coinvolgimento dei cittadini cui, in fondo, basta poco per sentirsi utili: far scegliere la collocazione della Casa per l’Acqua alla comunità ne avrebbe in qualche modo sancito anche l’ingresso fra i beni comuni del territorio.

Se poi si fosse voluto strafare, sarebbe stato importante chiedersi se un’altra casa dell’acqua sia veramente utile/necessaria a Cernusco, visto che quella installata lo scorso anno non raggiunge ancora gli obiettivi di erogazione prefissati e, comunque, l’amministrazione per la messa in opera della nuova spenderà come minimo qualche decina di migliaia di euro (30.000 euro per la precedente).

E comunque, torniamo a ripeterlo, senza dati completi sull’analisi dell’acqua dei pozzi di Cernusco, un’altra casa dell’acqua, no grazie.

Casa dell’acqua: il bilancio di un anno

fuoridalcomune0615 E’ l’assessore all’Ambiente Ermanno Zacchetti che dobbiamo ringraziare per aver finalmente divulgato i dati relativi ai litri di acqua erogati dalla casa dell’acqua installata lo scorso anno. Il numero di giugno del notiziario Fuori dal Comune, nel presentare la notizia della prossima realizzazione di una nuova casa dell’acqua in piazza Ghezzi (ne abbiamo parlato anche noi qui), riprende le dichiarazioni dell’assessore che indicano un’erogazione media di 695 l/giorno per il 2014 ed una previsione, presumiamo calcolata sui valori dei primi mesi, di 1.125 l per il 2015.

Sono valori comunque sotto le aspettative di 1500 l/g stimati dall’Ufficio Tecnico del comune in fase progettuale, che quindi hanno bisogno di essere consolidati attraverso una migliore informazione sulla qualità dell’acqua in modo che i cittadini  aumentino il grado di confidenza rispetto alla bontà dell’acqua di rete.

Perché questo sia possibile – non ci stanchiamo di ribadirlo – occorre che siano noti con trasparenza e puntualità i dati relativi alle analisi effettuate sull’acqua dei pozzi di Cernusco, anche per rispondere agli impegni che il gestore ha assunto con il protocollo condiviso Acqua in Comune che prevedeva la divulgazione dei dati analitici rilevati per i pozzi di Cernusco relativi ai principali indicatori chimici e microbiologici per le situazioni di criticità segnalate dall’ASL, in particolare per il cromo.

Segnaliamo inoltre che le cifre sui litri erogati dovrebbero essere riportate nella sezione dedicata all’acqua del portale dell’amministrazione in modo che siano facilmente reperibili nel corso del tempo e non affogate in un articolo del notiziario comunale (per altro non disponibile in rete). Perché si possa distinguere l’informazione sui beni comuni dal marketing politico .

Aree agricole Carosello: #statetranquilli

statetranquilli «State tranquilli», anzi #statetranquilli, così rassicura il sindaco di Cernusco sul Naviglio Eugenio Comincini sul conflitto d’interessi che lo riguarda dal momento che è anche vicesindaco metropolitano nonché consigliere delegato al Piano Strategico Triennale del Territorio Metropolitano ed alla Pianificazione territoriale generale e paesistico-ambientale (sic).
In questa duplice/triplice veste deve occuparsi del ricorso al Consiglio di Stato per la sentenza con cui il TAR ha accolto lo scorso novembre il ricorso presentato dalla società Eurocommercial nei confronti della provincia di Milano per la classificazione ad Ambito Agricolo Strategico attribuita alle aree contigue al centro commerciale Carosello.

La provincia non c’è più dal 31 dicembre, (parte degli) scopi e funzioni sono passati alla Città Metropolitana che dovrebbe quindi occuparsi anche di difenderne gli atti amministrativi contestati. Però Comincini è anche sindaco di Cernusco, la cui amministrazione ha approvato lo scorso 28 luglio l’atto d’indirizzo che avvia l’iter procedurale per l’ampliamento del centro commerciale Carosello ed ha rinnegato i principi guida del suo PGT per quanto riguarda l’area in questione.

Il meccanismo decisionale in questi casi prevede che della questione si occupi un altro sindaco e ci appare un’aggravante che i sindaci componenti il consiglio finiscano tutti per avere “conflitti d’interesse”. Più che un conflitto, sembra una convergenza d’interessi completamente sottratta alla dialettica ed al confronto dal momento che i cittadini non hanno eletto nessuna di queste figure istituzionali, né sono previsti ambiti di valutazione condivisi. Trasparente quindi, proprio no.

#nonstiamotranquilli, i termini del ricorso scadano il 21 giugno. Niente è più efficace del silenzio.

La vergogna più infamante

Credono infatti che la vergogna più infamante consista nell’annotare nei pubblici registri che la città, allettata da una somma di denaro, e per di più da una somma modesta, ha venduto e trasferito legalmente su altri la proprietà di oggetti ricevuti dagli antenati. CICERONE, Quarta orazione contro Verre, 70 a. C.

Cancellata l’iniziativa l’Ora della Terra nel parco degli Aironi

Alla vigilia dell’evento arriva la comunicazione che cancella per “motivi tecnici” l’evento l’Ora della terra che a Cernusco si sarebbe svolta nel parco degli Aironi.

La richiesta di autorizzazione era stata inoltrata un mese fa, l’iniziativa aveva il patrocinio del comune, eppure la cancellazione arriva a poche ore dall’evento.

Questa vicenda racconta lo scarso coordinamento e tempismo fra i diversi uffici dell’amministrazione e, soprattutto, evidenza ancora una volta la sottrazione alla comunità dello spazio pubblico del parco degli Aironi.

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